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Per il futuro dello spettacolo servono nuovi contenuti e molta creatività

27 maggio 2021

Per il futuro dello spettacolo servono nuovi contenuti e molta creatività

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Bisogna andare oltre. Lo spettacolo è in mezzo al guado e per oltrepassarlo servirà creatività e innovazione. Dopo questi mesi di pandemia, c’è molta voglia di ripartire con nuovi contenuti e nuove sperimentazioni.

Ne è convinto Paolo Gep Cucco, direttore creativo e amministratore delegato di D-Wok, società specializzata in entertainment design e direttore didattico del master in Event&Entertainment Design- Eventainment proposto dall'Alta scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (ALMED).

«Gli spettacoli tradizionali sono andati profondamente in crisi in questi mesi di chiusura, il settore ha sofferto moltissimo per lo stop di teatri, cinema, e di ogni genere di show dal vivo. E’ stato un tempo in cui ripensare a come poter ripartire, in cui sperimentare e cercare nuove strade attraverso l’ibridazione dei format e lo sviluppo della tecnologia. Tutti i grandi show da stadio si stanno preparando a ripartire nella primavera del 2022, mentre i teatri, l’opera ed i concerti hanno riaperto con capienze ridotte.

Una cosa è certa: non si ripartirà da dove ci eravamo lasciati perché questa pandemia ha fatto tabula rasa in molti settori e ora c’è molta voglia di novità e di tornare a stare insieme per vivere l’emozione del live.  Nel mondo degli eventi invece si è imparato a lavorare in streaming, ad usare formule ibride che rimarranno anche nei prossimi mesi con il vantaggio di ridurre costi e impatto ambientale da un lato, ma penalizzando fortemente il senso di aggregazione.

Diverso il discorso che riguarda lo spettacolo che solo in pochissimi casi ha funzionato in streaming come per esempio con Dream-Hit, il social concert sostenuto da Intesa San Paolo per aiutare i lavoratori del mondo dello spettacolo e che abbiamo seguito come produzione e creatività della realtà aumentata e dei contenuti visivi».

Gep Cucco è leader nel panorama di riferimento per creatività, progettazione, regia, movimentazione, sviluppo contenuti e innovazione tecnologica. Collabora con Davide Livermore, l’acclamato regista d’opera che ha portato in televisione la Prima della Scala.
«Innovativa è stata anche la scelta di portare il teatro in televisione con la Prima della scala “A riveder le stelle!”. Non avendo la presenza del pubblico, non ci siamo limitati a mettere le telecamere davanti al palcoscenico, ma abbiamo prodotto un nuovo format televisivo, uscendo dai consueti schemi di fruizione. E i 2,6 milioni di telespettatori che lo hanno seguito solo in Italia attestano che il prodotto ibrido è piaciuto perché si è scelto di raccontare una storia attraverso il mezzo televisivo e la tecnologia, grazie alle più grandi star della lirica e a grandi attori-narratori».

E ora la nuova scommessa di aprire l’Arena all’innovazione, un modo diverso di fare opera che vede la partecipazione della D-Work. 
«Abbiamo presentato in questi giorni la stagione dell’Arena 2021 che rilegge in maniera tecnologica gli imponenti spazi dell’anfiteatro, in modo da poter abbracciare idealmente tutta la bellezza italiana, grazie alla collaborazione con eccellenze museali, espositive, artistiche di tutto il Paese. Ciascuna di loro fornirà uno specifico contributo all’interno della drammaturgia dell’opera, in una equilibrata sintesi tra l’iconografia, la tecnologia dei ledwall e gli elementi di scenografia digitale e reale che caratterizzano i singoli allestimenti».

Contaminazione, ibridazione, crossmedialità sono i sostantivi che ricorrono continuamente nel lavoro di Gep Cucco e che ora saranno la caratteristica distintiva del nuovo master Almed, unico in Italia, in partnership con Prodea Group Spa, società leader nel campo della live communication, e D-Wok, una delle più importanti società italiane di entertainment design. 
«Oggi le formule conosciute per creare eventi e spettacoli sono state messe in profonda discussione. In parte è necessario ripensare alle modalità di fruizione degli eventi che ci portano sempre di più verso l’ibridazione dei format e l’interazione dei pubblici. In parte è necessario potenziare il mondo della live communication e dello spettacolo dal vivo, sviluppando nuove idee con un’attitudine cross-mediale ed una capacità creativa e tecnologica elevata».

Carla Bino, direttore scientifico del master, spiega che il percorso «è immaginato come un laboratorio esperienziale, un luogo in cui creare, produrre e imparare ad innovare guidati da esperti del settore. Un laboratorio che esplora il mondo degli eventi e dell’entertainment design per formare persone capaci di immaginare il futuro dello spettacolo e della comunicazione dal vivo, ma anche capaci di utilizzare strumenti per amplificare le esperienze e le emozioni. Vogliamo essere una grande antenna in grado di captare messaggi e scenari, una palestra per nutrire nuove idee e per guardare con curiosità il domani tracciando nuove strade».

Un articolo di

Antonella Olivari

Antonella Olivari

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