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PhD Science, Francesco e Antonio i primi dottori di ricerca

06 aprile 2021

PhD Science, Francesco e Antonio i primi dottori di ricerca

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A quattro anni dal lancio dell’ambizioso International Doctoral Program in Science, avvenuto nel 2017 alla presenza dei delegati delle quattro università promotrici, la sede bresciana dell’Ateneo porta al traguardo i due primi iscritti delle sede bresciana.

Un traguardo che è stato anche l’occasione per stilare un bilancio della prima fase del progetto dal respiro internazionale (oltre alla Cattolica sono partner dell’iniziativa la Pontificia Universidad Catolica de Chile, quella di Ku Leuven, Belgio e l’University of Notre Dame-Indiana (USA), che – come afferma Luca Gavioli, docente di fisica e Direttore del International Doctoral Program in Science - appare «decisamente positivo».

«Attualmente sono complessivamente venti gli studenti iscritti al dottorato, a cui si aggiungeranno i quattro previsti quest’anno grazie alle nuove posizioni. Abbiamo inoltre definito gli accordi specifici con le diverse università che permetteranno agli studenti di avere il doppio titolo» precisa Gavioli.

Uno di loro è Antonio Michele Miti, che dopo aver effettuato a Brescia la prima parte del dottorato nel 2017-18 e la seconda a Leuven in Belgio nel biennio 2019-20, in questi giorni sta valutando un'offerta come ricercatore per due anni giunta dall'Università Statale di San Pietroburgo. 

«Ho svolto il dottorato in matematica, settore geometria, che potrei descrivere come "matematica ispirata dalla fisica" - racconta Antonio, all’indomani dalla dissertazione della sua tesi. - L'effettivo oggetto dello studio sono state le simmetrie delle varietà multisimplettiche, ovvero un oggetto matematico astratto candidato a codificare rigorosamente i sistemi di tipo campo classico. Nel periodo in Italia ho ricevuto una formazione impeccabile, mentre in Belgio ho beneficiato delle interazioni internazionali, favorite dalla posizione geografica e dalla grandezza e importanza del dipartimento di KU Leuven. Il mix di questi due approcci è stato proficuo e il bilancio dell'esperienza molto positivo».

Lo ha preceduto di qualche settimana il collega Francesco Mattiotti, il cui lavoro condotto tra Brescia e l’americana University of Notre Dame-Indiana è stato svolto nel campo della fisica teorica, con particolare riferimento agli effetti cooperativi nei sistemi quantistici come la superconduttività e la super-radianza, ovvero l’assorbimento o l’emissione collettiva di luce da parte di un aggregato di elementi, ma anche alla cooperatività che dona robustezza al disordine, milgiorando l’efficienza del trasporto di energia.

«Il percorso di dottorato ha rappresentato una possibilità unica per confrontarmi con esperti mondiali del settore attivi a Milano, Edimburgo o in Messico – ha raccontato Francesco, in attesa di partire per Strasburgo dove inizierà il suo post doc all’interno di un gruppo di ricerca leader nel trasporto quantistico – Nei 15 mesi trascorsi all’università di Notre Dame ho lavorato all’interno del dipartimento di Fisica condensata e in quello di Chimica con un gruppo leader mondiale nel settore della sintesi sperimentale di atomi artificiali sintetizzati in laboratorio. Il valore aggiunto? La possibilità di confrontarmi coi diversi punti di vista degli esperti mi ha permesso di acquisire competenze e conoscenze che un dottorato standard non avrebbe potuto fornirmi».

Tra gli ambiti di ricerca affrontati dagli studenti che hanno ultimato il percorso figurano i comportamenti collettivi in sistemi quantistici, i cristalli colloidali per applicazioni fotovoltaiche e l’algebra. Mentre materiali nano-strutturati per celle elettrochimiche, sistemi bidimensionali per il fotovoltaico e materiali quantistici sono alcune tematiche in corso di studio nel campo della fisica della materia e della fisica chimica. A questi si aggiunge un progetto che sta affrontando problematiche di tipo ambientale.

Finalità di questi anni è stata anche quella di coniugare le discipline scientifiche del dottorato alle scienze ambientali, alla microbiologia, biochimica e biofisica, conseguita tramite sistemi di co-tutoraggio, reclutamento di studenti su scala mondiale, avvio di progetti di ricerca bilaterali e la permanenza degli studenti per almeno un anno in ognuna delle università proponenti il progetto di ricerca. Un’esperienza quindi scientifica, didattica ma anche culturale, grazie a progetti scientifici ha stimolato lo scambio tra studenti e docenti provenienti da diverse aree del mondo.

«Il dottorato rappresenta quindi un salto di qualità molto grande per un laureato, poiché durante questo percorso acquisisce l’indipendenza necessaria a sviluppare la sua carriera nell’accademia o nell’industria e, a livello internazionale, apre le porte a numerose possibilità di scelta per il proprio futuro» conclude Gavioli.

Un articolo di

Bianca Martinelli

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