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Più di 200 psicologi sociali d'Italia per riflettere sull’approccio post pandemia

14 settembre 2021

Più di 200 psicologi sociali d'Italia per riflettere sull’approccio post pandemia

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Non poteva che tenersi a Brescia – città italiana tra le più colpite dalla pandemia mondiale e sede della facoltà di Psicologia in costante crescita – il XVII Congresso Nazionale degli Psicologi dell’AIP (Associazione Italiana di Psicologia) che, nella doppia sede di via Trieste e nel nuovo campus di Mompiano, ha radunato oltre duecento psicologi dalle principali università italiane per una tre-giorni di simposi, esposizione di studi e progetti, dibattiti e confronto su moltissime tematiche, con particolare riferimento a quelle legate al post pandemia.

Un appuntamento importante per il direttore di sede Giovanni Panzeri «perché segna l’inizio di un cammino verso una vita universitaria piena, vissuta in presenza e basata su rapporti interpersonali».

«Sarà necessario ricostruire il tessuto sociale – ha precisa la professoressa Elena Marta, coordinatrice dell’appuntamento - bisognerà saper leggere le difficoltà che la comunità sta incontrando e mediare sulle situazioni. In questo processo la psicologia sociale e di comunità avranno molta rilevanza».

Lo ha confermato il sindaco Emilio Del Bono, che nella giornata d’avvio dei lavori ha lanciato un appello ai professionisti presenti. «La nostra è una città di 200mila abitanti che nel giro di un anno ha perso 1200 concittadini. Una vicenda che ha cambiato i connotati del vivere sociale, la psicologia collettiva e che ha messo a dura prova la tenuta della comunità, disorientando la popolazione e facendo emergere una scia significativa di interrogativi sui servizi che oggi un’amministrazione deve rivolgere alla persona, alle famiglie e alla comunità. È un lavoro che non possiamo fare da soli: abbiamo bisogno del vostro aiuto, del vostro contributo scientifico per alfabetizzarci e poter rispondere a determinati fenomeni».

Tra i temi fulcro di questa edizione del Congresso spiccano infatti le nuove identità sociali derivate dal Covid, le tecnologie digitali e benessere psico-sociale durante l’epidemia, il ruolo della comunicazione persuasiva nell’accettabilità del vaccino e l’effetto avuto sui professionisti sanitari.

«Sono stati 5mila i pazienti Covid transitati in Poliambulanza dall’inizio della pandemia ad oggi, necessario quindi accompagnare i nostri 2mila dipendenti con un supporto psicologico – ha precisato Mario Taccolini, delegato rettorale per la sede di Brescia e presidente di Fondazione Poliambulanza. – Ce lo dicono anche un contesto e un territorio molto reattivi, dove la Facoltà di Psicologia progredisce incessantemente e significativamente a livello di iscrizioni e offerta formativa».

Nel merito è entrato il preside di Facoltà Alessandro Antonietti, che ha elencato i passaggi della crescita in atto. «Negli ultimi anni abbiamo investito in Master e Scuole di specializzazione a completamento dei corsi di laurea triennale e magistrale. A breve inaugurerà il servizio di Psicologia clinica e forense, mentre è già attivo il Centro di Ricerca sullo Sviluppo di Comunità e i Processi di Convivenza (CERISVICO) sui temi del volontariato e dell’impresa del territorio».

Durante il Congresso, focus anche sull’etica delle professioni, di norme, moralità e influenza sociale, dei fattori psicosociali che frenano o favoriscono l’adozione di comportamenti e politiche sostenibili, di contrasto alla violenza di genere con interventi di comunità sul territorio.

Uno spunto è stato avanzato da Barbara Bertani, consigliera Ordine degli Psicologi Lombardia. «Occorre pensare a una sinergia tra sistema sanitario, sistema sociale, istituzioni e lavoro, per adottare una prospettiva di lettura multidisciplinare dei problemi emersi, a cui dobbiamo fornire una risposta sinergica da parte di una rete. Aspetto biologico e aspetto sociale devono essere integrati per prevenire anziché curare l’insorgenza di questioni. Un esempio? L’esperimento dello Psicologo di quartiere che legge i bisogni all’interno del contesto. Un modello riuscito che Brescia ha esportato a Bergamo e Milano».

Parole riprese dal presidente nazionale AIP, Santo di Nuovo, convinto di come «sia necessario avere psicologi sociali nel welfare perché separare nettamente il disagio personale e psicologico da quello sociale oggi appare una forzatura anacronistica».

Un articolo di

Bianca Martinelli

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