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Poesia civile dalla carta stampata al video

26 maggio 2021

Poesia civile dalla carta stampata al video

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Sul numero di giugno 2021 della rivista “Incroci” – semestrale di letteratura e altre scritture – sarà pubblicata anche la raccolta di poesie “Fratelli tutti. Gli ultimi i primi”, dieci componimenti poetici che Giuseppe Langella, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea, ha scritto per ricordare e commentare altrettanti fatti di cronaca italiana e internazionale accaduti recentemente, veri e propri drammi della storia consumati sotto i nostri occhi.

Un racconto che, oltre che sulla carta stampata, sta prendendo vita anche in dimensione audiovisiva, grazie alla collaborazione con Margherita Merzagora, studentessa iscritta al primo anno di Dams con indirizzo cinematografico.

«Si tratta di un’idea che avevo in mente da diverso tempo – ha commentato il professor Langella al termine delle riprese – Per circolare in modo più ampio e trasmettere efficacemente i suoi messaggi, oggi la poesia necessita dei canali di comunicazione del terzo millennio, in grado di diffonderla, di avvicinarla alla gente e renderla più appetibile».

E proprio tramite l’utilizzo dei canali di comunicazione digitale che la pandemia ha contribuito ad espandere su larga scala è nata la collaborazione con Margherita, che prima di iscriversi al Dams del campus bresciano ha frequentato l’istituto ITSOS Albe Steiner di Milano, specializzato nella formazione di figure professionali nei settori della grafica, fotografia, cinema e TV.

«La proposta da parte del professore è nata al termine delle lezioni e dell’esame finale, entrambi tenuti in modalità videoconferenza online – racconta Margherita – Le riprese sono state effettuate nell’arco di tre giornate nel mese di maggio, col supporto dall’amico e collega Tancredi Tunesi, mentre la fase di montaggio, di cui mi sto occupando, dovrebbe essere ultimata per settembre».

Nel video finale confluiranno le riprese di Langella nell’atto di recitare i propri versi – ogni step realizzato sullo sfondo di luoghi simbolici in grado di ricordare per assonanza quelli che furono teatro delle tragedie raccontate - unitamente a quattro mini-interviste che scandiscono la narrazione dei componimenti e in cui Langella risponde alle domande di Margherita circa la genesi e la finalità del progetto. Il tutto introdotto da immagini e notizie sui fatti di cronaca commentati nei versi poetici.

Così, ne “Il letto di cartone” (riprese ambientate nell'ipogeo della stazione di Centrale di Milano) Langella ricorda Michele Ubaldi, ventinovenne morto nel 2019 per le complicanze di una polmonite, che aveva perso il lavoro e viveva nel sottopassaggio della stazione di Melegnano, avendo rinunciato al dormitorio per non doversi separare dal suo cane; “Il bambino coi libri in braccio” (Aula Magna della Cattolica di Brescia) è ispirata alla storia di Rayane, 11 anni, origini marocchine, che nello sgombero di un ex-edificio scolastico occupato da famiglie di sfollati alla periferia di Roma, porta con sé solo dei libri, le sue cose più care. “Slogan per Willy” (Milano, Darsena) è nata pensando alla vicenda che ha visto coinvolto il giovane Willy Monteiro Duarte, italiano di colore, ammazzato di botte il 6 settembre 2020, da una banda di picchiatori per aver cercato di sedare una lite, mentre “I can’t breathe” (Piazza Duca d’Aosta, antistante alla stazione Centrale di Milano) è dedicata a George Floyd, ucciso a Minneapolis da un poliziotto bianco, nel maggio 2020.

Brescia, e in particolare Piazza della Loggia, è stata sfondo ideale per l’intervista in cui Langella parla di contenuti civili, mentre Brixia, il parco archeologico di Brescia romana, è teatro della digressione di Langella sulle sfide della poesia nel terzo millennio, che deve sapersi reinventare al cospetto di un pubblico – quello dei giovani – grande consumatore di media e social.

Il titolo della raccolta è una citazione dell’enciclica di Papa Francesco poiché, conclude il prof. Langella, «Queste poesie nascono dal medesimo desiderio di accoglienza, di integrazione e solidarietà al di là di tutti gli steccati eretti dall’egoismo, dal pregiudizio, dal razzismo, dall’indifferenza. Davanti a certi fatti di cronaca non si può restare indifferenti: sono in gioco i diritti più elementari della persona, la sua dignità di essere umano, perfino la sua sopravvivenza. Che civiltà è mai quella che permette le discriminazioni e le violenze, lo sfruttamento e l’odio razziale? Compito del poeta è dare voce ai tanti sofferenti».

Un articolo di

Bianca Martinelli

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