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Premio IrcCAN a Carlotta Acconito

10 novembre 2021

Premio IrcCAN a Carlotta Acconito

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Il neuromarketing può essere messo al servizio di soggetti fragili. Come nel caso degli ipovedenti. Lo dimostra la tesi di Carlotta Acconito, che ha ricevuto di recente il Premio IrcCAN (International research center for Cognitive Applied Neuroscience). Si tratta di un premio riservato agli studenti di un corso di laurea magistrale o a ciclo unico che abbiano effettuato una tesi avente per oggetto le applicazioni in ambito neuroscientifico di wearable device innovativi per il potenziamento e la neuroriabilitazione visuo-senso-motoria.

Il lavoro finale della studentessa della laurea magistrale in “Psicologia per le organizzazioni: risorse umane, marketing e comunicazione” è il frutto di un progetto di ricerca portato avanti grazie alla professoressa Michela Balconi, che - ha detto Carlotta Acconito - «mi ha dato la possibilità di conoscere ed avvicinarmi alla disciplina del neuromarketing e mi ha permesso di svolgere un progetto tesi che sentissi mio, dandomi il suo supporto in ogni fase di elaborazione del progetto».  

Qual era l’obiettivo della sua tesi di laurea?
«Il mio lavoro di ricerca si poneva come obiettivo principale quello di studiare la user experience di persone ipovedenti all’interno di un punto vendita, ovvero indagare quello che una persona con problemi visivi prova nell’ambito dell’esperienza di acquisto. Per raggiugere questo obiettivo, ho voluto proporre il punto di vista neuroscientifico e del neuromarketing. La scelta di focalizzarsi sui consumatori ipovedenti, oltre che rappresentare un ambito ancora poco studiato e di cui vi è poca consapevolezza, è frutto di un’esperienza personale, in quanto ad ottobre 2018, ho partecipato all’Hackathon for Ophtalmology, affrontando il tema dello shopping da parte di persone ipovedenti e vincendo il premio Novartis».

In che cosa consisteva in particolare la ricerca condotta per la tesi?
«Il mio progetto prevedeva in particolare l’utilizzo di Biofeedback e dell’elettroencefalografo (EEG), entrambi in versione portatile e wireless e finalizzati il primo alla rilevazione dell’attività fisiologica e il secondo alla misurazione dell’attività elettrica del cervello, tramite l’applicazione sulla cute di elettrodi non invasivi».

Come si è svolta la sperimentazione e che impatto ha avuto sui soggetti ipovedenti?
«Ho individuato un punto vendita Auchan a Milano, raggiungibile con i mezzi pubblici e con una disposizione interna che potesse permettere di rintracciare aree di esplorazione facilmente identificabili e in grado di attivare un’esperienza polisensoriale. Nella fase di rilevazione il soggetto, sempre accompagnato, aveva il compito di esplorare l’area selezionata per un massimo di due minuti, al fine di identificare il prodotto target in precedenza scelto e comunicato dai ricercatori. Una volta individuato il prodotto, è stato chiesto al partecipante di esplorarlo con tutti i sensi. Nel caso in cui, nel tempo stabilito, il partecipante non riesca a trovare il prodotto, questo gli viene fornito per non frustrarlo eccessivamente. L’intera esplorazione, infine, è stata videoregistrata per permettere un’analisi comportamentale approfondita e osservare come i diversi soggetti esplorano l’ambiente e i prodotti».

Quali applicazioni ha il binomio “neuromarketing e user experience”? 
«Il comportamento d'acquisto, sia in termini di motivazioni che spingono un consumatore ad acquistare un determinato prodotto o servizio sia come user experience, ovvero quello che una persona prova nel momento in cui si relaziona ad esso, è da sempre uno dei maggiori ambiti di studio all’interno del marketing e, in particolare, del neuromarketing. Questo in particolare si sviluppa a supporto dei tradizionali metodi di ricerca qualitativa e quantitativa al fine di rispondere all’interesse mostrato dai marketer circa la necessità di capire come i consumatori pensino, sentano e rispondano alle offerte e alle proposte di un’azienda.
Al fine di comprendere appieno il comportamento d’acquisto del consumatore, per esempio all’interno di un punto vendita, è necessario ed auspicabile basarsi anche su un punto di vista strettamente psicologico».

Progetti per il suo futuro professionale?
«Attualmente sto collaborando con una società di ricerca di mercato e sono in attesa della graduatoria per un dottorato in Psicologia presso l’università Cattolica in “Valutazione della sostenibilità e dell’impatto di sistemi di monitoraggio e assistenza avanzata alla guida nel trasporto pubblico. Sviluppo di protocolli neuroscientifici multi-livello e multi-agente”, gestito e coordinato dalla professoressa Balconi».
 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

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