300 partecipanti, tra ricercatori, professionisti della salute e decisori politici da tutta Europa e con rappresentanti anche da Stati Uniti e Australia, si riuniranno da martedì 10 a venerdì 13 settembre a Cremona, nel campus Santa Monica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per il 15° Congresso di EUSPR (European Society for Prevention Research) dal titolo “Prevention in and with Community”, organizzato in collaborazione con CERISVICO (Centro di ricerca sullo sviluppo di comunità e la convivenza organizzativa) dell’Università Cattolica con il patrocinio di numerose società scientifiche e il supporto di Ministeri ed enti per la salute di Spagna e Francia.
Dopo la cerimonia di apertura presso la Camera di Commercio di Cremona nella serata di martedì 10 settembre, il congresso entrerà nel vivo mercoledì 11 settembre a partire dalle ore 9, con gli interventi, tra gli altri, del Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, professoressa Elena Beccalli, del Presidente di EUSPR, professoressa Elena Gervilla, e dell’Assessore per il Welfare della Regione Lombardia, dottor Guido Bertolaso.
Un convegno importante per diverse ragioni. «In primo luogo, per il tema che affronta: la prevenzione, in senso ampio, sia in ambito sanitario sia in ambito sociale» spiega la professoressa Elena Marta, direttore di CERISVICO. «È ormai evidente a tutti gli esperti che non è più possibile, se mai lo è stato, pensare di far fronte al disagio mentale solo attraverso interventi psicoterapici o farmacologici. Molte patologie fisiche potrebbero essere evitate o avere esiti meno nefasti se le persone si sottoponessero a screening preventivi e adottassero stili di vita più salutari».
Un convegno particolarmente rilevante «perché si focalizza su un modo peculiare di far prevenzione e promozione della salute, ossia quello che guarda non solo alle singole persone ma anche alla comunità, alle reti comunitarie come risorse per mettere in atto strategie preventive efficaci».
È ormai evidente infatti che azioni di promozione della salute indirizzate esclusivamente al singolo individuo sono importanti, ma non sono sufficienti: «Devono essere affiancate - prosegue Marta - da un lavoro con le comunità, nella quotidianità di vita delle persone, attraverso metodi partecipativi che rendano le persone consapevoli dell’importanza della prevenzione e promozione della salute, co-progettisti degli interventi a loro rivolti, appartenenti a una comunità in cui ciascuno sente di esser riconosciuto nel suo bisogno ma anche nelle sue risorse».
Questo significa promuovere il lavoro di rete tra servizi, accademia, enti del terzo settore. È ormai assodata la capacità trasformativa dei servizi che lavorano in rete: essi costruiscono un know-how di natura professionale che eccede le singole aree specialistiche e garantisce la presa in carico globale e inter/trans disciplinare e che incontra il sapere «del territorio» e il sapere profano. È da questo importante incontro che nasce la sostenibilità e l’efficacia degli interventi di prevenzione.
È anche per questo che CERISVICO – e l’Università Cattolica nel suo complesso anche attraverso altre sue realtà – pone da sempre grande attenzione al lavoro con i territori, con le comunità. «Il convegno - conclude Marta - testimonia l’idea di un’università al servizio dei bisogni del territorio e delle persone che vi abitano, un’università portatrice di una expertise teorica e metodologica che, nell’incontro con il sapere dei servizi, delle realtà di terzo settore e dei singoli cittadini, si arricchisce e diventa efficace per gestire e affrontare i temi legati alla salute, in ambito medico e sociale».