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«Quando chiesi la tesi al prof che divenne ministro». I fratelli avvocati, formati da grandi maestri

16 dicembre 2021

«Quando chiesi la tesi al prof che divenne ministro». I fratelli avvocati, formati da grandi maestri

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I fratelli Elisabetta e Davide Boffi sono fieramente consapevoli che quanto appreso in Cattolica ha segnato il loro futuro, fondamentale per loro è stato infatti l’insegnamento di Diritto del lavoro che li ha portati entrambi a diventare avvocati giuslavoristi.

Il ricordo delle lezioni con veri e propri maestri del Diritto e la consapevolezza che nell’ateneo del Sacro Cuore si creano legami che vanno al di là del tempo, li rende orgogliosi di aver studiato in una Facoltà di prestigio come quella di Giurisprudenza e di far parte della Community Alumni dell’Università Cattolica.


«Gli anni in Cattolica sono stati indimenticabili, un po' perché eravamo profondamente entusiasti di poter studiare in un’università così prestigiosa per la nostra formazione di giuristi, un po' perché ci rendevamo conto che i valori che ci venivano trasmessi rappresentavano i mattoncini con i quali stavamo costruendo le nostre vite future». È unanime e positivo il ricordo e il giudizio dei fratelli Elisabetta e Davide Boffi se ripensano a quando da studenti varcavano l’ingresso dell’Ateneo largo Gemelli.

Un ricordo positivo dato dalla consapevolezza che hanno gli alumni Cattolica di aver ricevuto un bagaglio culturale completo, una preparazione solida frutto di un approccio integrato di teoria ed esperienze pratiche indispensabile per inserirsi con successo nel mondo del lavoro.

Un giudizio conseguenza diretta del fatto che l’Università Cattolica plasma uomini e donne consapevoli del proprio valore, dotati di pensiero critico ed educati al senso di responsabilità.

E unanime, per i fratelli Boffi, è anche il riconoscimento dell’importanza che ha avuto per loro l’insegnamento di Diritto del lavoro; entrambi hanno infatti deciso di diventare avvocati giuslavoristi.


Elisabetta si laurea infatti, nel 1996, alla Facoltà di Giurisprudenza con una tesi in Diritto del lavoro dal titolo Gli Enti Bilaterali nella contrattazione collettiva, realizzata con il professor Mario Napoli come relatore. Dopo aver svolto il praticantato in importanti studi specializzati in Diritto del lavoro, diventa avvocato e nel 2003 fonda il proprio studio con sede a Torino e Milano. Anche Davide, nel 1999, si laurea in Giurisprudenza con una tesi in Diritto del lavoro, intitolata Le conciliazioni delle controversie di lavoro, elaborata sotto la guida del professor Mario Napoli e oggi è a capo del Dipartimento di Diritto del lavoro in uno studio legale di primaria importanza a livello internazionale.

Tra i tanti docenti incontrati e conosciuti nel suo percorso di studi, Elisabetta ovviamente riserva un ricordo speciale per il professor Tiziano Treu, ordinario di Diritto del lavoro: «Dal mio punto di vista è stato un vero pioniere di una metodologia di insegnamento che so che è stata, successivamente, adottata e seguita anche in altre università. Il professor Treu ci chiedeva infatti di analizzare dei casi giurisprudenziali - sotto la guida esperta di uno degli allora Pretori della Sezione Lavoro di Milano - e di esporre poi i risultati del nostro studio davanti a tutti gli studenti del corso».

«Questa pratica è stata la mia palestra per imparare a parlare in pubblico, per sviluppare capacità di analisi e di commento ed anche per acquisire consapevolezza delle mie potenzialità» sottolinea l’alumna Elisabetta che ricorda come, dopo aver brillantemente superato l'esame di Diritto del lavoro, gli domandò «di poter fare la tesi di laurea sotto la sua guida e il professor Treu, che aveva notato la mia passione per la materia grazie ai miei numerosi interventi in aula e a lezione, mi rispose: come posso dirle di no? Lei è più fedele dell'Arma!». Di lì a pochissimo Treu venne chiamato a ricoprire la carica di Ministro del Lavoro ed io mi laureai con il professor Mario Napoli, che aveva preso la sua cattedra alla Facoltà di Giurisprudenza”. 

E il professor Napoli è ricordato, a sua volta, come «un raffinato giuslavorista ed un insegnante molto disponibile nei confronti degli studenti» dall’alumnus Davide che rammenta con grande stima molti docenti che hanno fatto la differenza nei suoi anni di studio in Cattolica: Giorgio Pastori, Enrico De Mita, Piero Pajardi, Federico Stella, Angelo Giarda e Piero Schlesinger, ordinario di Istituzioni di diritto privato, che «indubbiamente era, per tutte le matricole di Giurisprudenza, un vero e proprio esempio di autorevolezza scientifica ma anche di signorilità e classe». Un ricordo confermato da Elisabetta che fa presente come, qualche anno dopo essersi laureata, lo incontrò in piazza San Carlo a Torino, sua città natale, nella quale si era trasferita a vivere: «Mi avvicinai a lui mentre passeggiava, solitario, sotto i portici della piazza e quando gli dissi che ero stata una sua studentessa, si fermò a chiacchierare, domandandomi in merito alle mie scelte professionali e alla mia vita. Ecco, è questo lo spirito speciale che nasce dalla Cattolica: si creano legami che vanno al di là del tempo e del proprio ruolo sociale». Perché nell’Ateneo del Sacro Cuore si trasmette conoscenza e nello stesso tempo si favorisce l’incontro con l’altro.


Una conoscenza che spazia e va oltre le discipline del proprio corso di laurea. Elisabetta, per esempio, ricorda i tre esami di Teologia - che ogni studente dell’Università Cattolica deve sostenere indipendentemente dalla Facoltà a cui è iscritto – come tre esami riguardanti tematiche molto interessanti. «In particolare, uno verteva sull'analisi del Vangelo di Marco ed uno sulla dottrina sociale della Chiesa. Sarebbe bello – osserva l’avvocato Elisabetta - poter seguire e approfondire di nuovo questi insegnamenti che, rivisti alla luce della maturità degli anni, senz'altro avrebbero ancora tanto da trasmettere e rivelare». 

Oltre ai ricordi e ai giudizi positivi nei confronti della propria Università, c’è anche una profonda convinzione che accomuna gli alumni Elisabetta e Davide ed è quella che il titolo conseguito in Cattolica – sotto la guida di validi maestri del Diritto – ha rappresentato un bel biglietto da visita, un vero e proprio valore aggiunto nel momento in cui si è trovati ad affrontare il mondo del lavoro.

Racconta infatti Elisabetta che «già ai nostri tempi i laureati in Giurisprudenza della Cattolica avevano più chances di entrare a fare parte di grandi studi legali. Era risaputo che il percorso accademico di chi usciva dalla Cattolica era ben strutturato e ‘sudato’! Nel senso che era socialmente riconosciuto che chi si laureava nell’Ateneo del Sacro Cuore aveva di sicuro lavorato sodo e bene per arrivare al traguardo».

Un prestigio quello della Facoltà di Giurisprudenza - fondata nel 1924, una delle prime dell’Ateneo che quest’anno celebra il suo centenario - rimasto costante negli anni per l’attenzione dedicata alla preparazione tecnica, culturale e umana, per il livello della sua ricerca scientifica, per la serietà e il rigore degli insegnamenti impartiti. E alla luce di tutto questo, e della propria esperienza personale, i fratelli Boffi non nascondono la propria soddisfazione, unita a un sentimento di orgoglio, se un giorno uno dei loro figli decidesse di immatricolarsi in Cattolica.

Perché a distanza di anni, sia Elisabetta che Davide, ritengono gli anni trascorsi in Cattolica come un tempo prezioso e utile che li ha formati, dove si sono potute cogliere opportunità uniche per la propria crescita professionale e personale.

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

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