«Quando guardavo fuori, immergendomi nella profondità di Dio e della natura, mi sentivo felice, assolutamente felice. Peter, finché c'è questa felicità interiore, questo godere della natura, della salute e di tante altre cose, finché si ha tutto questo si tornerà sempre a essere felici. Ricchezza, fama, tutto puoi perdere, ma questa felicità nell'intimo del tuo cuore può soltanto velarsi, e si rinnoverà sempre finché vivrai. Finché puoi guardare il cielo senza timore, sappi che sei intimamente puro e che ridiverrai comunque felice».
Con queste parole nel suo Diario Anne Frank esprime a soli 13 anni la saggezza di chi ha compreso l’essenza della vita. Reclusa con la sua famiglia in un alloggio segreto dal luglio del 1942, arrestata e deportata a Westerbork nell’agosto del 1944, Anna è morta all’inizio del 1945 nel campo di concentramento di Bergen Belsen. Il Diario a cui confida quasi ogni giorno pensieri ed emozioni, è il suo lascito al mondo e in particolare a generazioni di ragazzini e di giovani che si avvicinano a quell’esperienza disumana e devastante che è stata la Shoah.
In occasione del Giorno della Memoria l’Università Cattolica - con il dipartimento di Pedagogia e il Centro di ricerca sulle relazioni interculturali -, insieme con il Memoriale della Shoah di Milano e l’Associazione Figli della Shoah, lunedì 25 gennaio il webinar “Parlare di Anne Frank oggi” con la prof.ssa Milena Santerini, direttrice del Centro di ricerca sulle relazioni interculturali e coordinatrice italiana per la lotta contro l'antisemitismo, Daniela Dana Tedeschi dell’Associazione Figli della Shoah su “Educare ai diritti umani attraverso il Diario”, Talia Bidussa del Memoriale della Shoah di Milano, Livia Cadei, docente di Pedagogia generale e Mattia Lamberti, dottorando dell’Ateneo.
La storia di questa adolescente, tra le più utilizzate in campo educativo, la sua figura e il suo Diario hanno fatto crescere bambini e ragazzi nella coscienza dell’importanza di ricordare l’Olocausto nell’Europa contemporanea e assumere un impegno morale e civile per dire “mai più”.
Se da un lato oggi si assiste a un indebolimento della memoria e al rischio di distorcerla, d’altra parte si diffondono nuovi modi di raccontare la storia della deportazione, che possono essere oggetto di riflessione e di nuovi percorsi educativi e didattici.
Il webinar si rivolge in particolare a insegnanti, educatori e operatori della comunicazione, e per questo propone di esplorare le possibilità di narrare Anne Frank attraverso strumenti apprezzabili e vicini alla vita reale degli adolescenti di oggi, come video e prodotti multimediali sul Diario di Anne Frank.
«Anne sembra porsi come esempio di un’identità incompiuta, aperta ma tuttavia, più comprensiva, universale - ha commentato la pedagogista Milena Santerini - per questo la sua storia particolare può permettere di integrare la testimonianza personale collocata all’interno dell’evento, si potrebbe dire nascosta nell’Alloggio segreto, nell’ambito della grande storia».
E proprio grazie a questa modalità, che racconta un evento indimenticabile per l’umanità attraverso l’esperienza singolare di una ragazzina, «non sentiamo le vicende della Shoah come una pesante eredità ideologica che grava sulle spalle delle giovani generazioni, ma sentiamo di dover ricordare questa vicenda umana, concreta, piccola e insieme grande, per un debito che abbiamo verso di lei».