Mezzo secolo fa l’America era già arrivata qui, nel West padano a ridosso della Via Emilia. Lo può testimoniare Lorenzo Morelli, che della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica è stato preside fino al 2016: «Era il 1973, appena entrato dalla porta a vetri della sede di Piacenza mi sono imbattuto in due professori che parlavano in inglese con un ospite – racconta –. Mi sembrava di essere finito negli Stati Uniti». «Se è per questo – gli fa eco il suo attuale successore, Marco Trevisan – ricordo bene la mattina del 1985 in cui il responsabile del Dipartimento ci annunciò che, da quel momento in poi, ci saremmo occupati di sostenibilità.
Nell’85, ripeto, non nel 2015». Sarà anche per questo che nel grande campus dislocato tra la sede storica di Piacenza e il nuovissimo insediamento di Cremona (realizzato con il fondamentale contributo della Fondazione Arvedi-Buschini) l’innovazione è di casa e le lauree in lingua inglese abbondano. «Ma all’origine di tutto – sottolinea Trevisan – rimane la spinta del territorio, che costituisce il più vasto distretto italiano dell’agroalimentare. A Piacenza, in quella che ancora non chiamavamo Food Valley, fu inaugurata nel 1953 la Facoltà di Agraria della Cattolica. Che veniva incontro a un’esigenza locale e, nello stesso tempo, già richiamava studenti da tutto il Paese. Una capacità di attrazione che, nel corso del tempo, da nazionale si è fatta sempre più internazionale, anche attraverso i progetti attivi in diversi Paesi africani e in India. Decisiva, negli ultimi anni, si è dimostrata la laurea triennale in lingua inglese Food Production Management, che insiste sugli elementi di sostenibilità, qualità del prodotto alimentare e tutela ambientale».
Un’ulteriore conferma viene da Stefano Poni, grande esperto in materia di cambiamenti climatici. «Venit, il nuovo master di viticoltura ed enologia in lingua inglese, è frequentato al 95% da stranieri, la metà dei quali provenienti dagli Usa – dice –. Si resta sorpresi dall’entusiasmo di alcuni piccoli imprenditori della Napa Valley californiana, che si rivolgono a noi per affinare le tecniche dell’agricoltura di precisione. Un vigneto è un sistema estremamente complesso, nel quale intervengono moltissime variabili. La vendemmia selettiva, nello specifico, è una pratica sempre più diffusa e sempre più efficace».
La concretezza è l’elemento più caratteristico di una Facoltà che nel corso dei decenni ha ampliato e precisato la propria offerta. «Si va dal campo alla tavola – sintetizza il preside Trevisan, che tra i vari insegnamenti ricopre anche quello di Chimica e biochimica delle produzioni primarie –. Ma per ottenere questo obiettivo occorre sviluppare una visione d’insieme che non si limita all’internazionalizzazione, pur indispensabile. C’è bisogno di una relazione molto stretta con le aziende, sempre più coinvolte nei processi didattici e sempre più interessate ai nostri laureati, il 95% dei quali trova lavoro appena uscito dall’università e a volte perfino prima. Non meno impellente è l’acquisizione di un metodo interdisciplinare. A Piacenza e Cremona svolge le sue attività anche la Facoltà di Economia e Giurisprudenza, con la quale la collaborazione è molto stretta e molto proficua. Questo ci permette di accedere a finanziamenti molto cospicui, che nel 2020 si sono assestati su un totale di 20 milioni di euro».
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