Di transizione alimentare per tutti ha parlato Chistophe Rabatel, Ceo di Carrefour Italia: «Nella GDO, vediamo numerosi segnali di cambiamento nei comportamenti di acquisto. Il nostro ruolo è rendere prodotti di qualità sempre più alta accessibili al pubblico più vasto, consapevoli del fatto che c’è un seme di speranza in ogni atto di acquisto». «Acquistando - dice rivolto agli studenti - scegliete il mondo in cui vogliamo crescere domani. Il prezzo, nell’attuale contesto di crisi, ha un’importanza enorme, che non consente di fare facilmente un percorso di qualità, ma siamo convinti che alla fine questa idea farà la differenza».
Vincenzo Carbone, Direttore Generale dell’agenzia delle Entrate si dice felice di essere chiamato a parlare di un tema diverso da quelli per cui viene generalmente interpellato, anche se molto legato al ruolo istituzionale che ricopre, dato che: «attraverso il fisco si rende possibile la solidarietà e il perseguimento del bene comune. Il dovere di contribuire alle spese pubbliche è sancito dalla costituzione: ricordiamoci che dietro ogni legge, dentro ogni comma ci sono scelte che parlano di equità e di giustizia». Di giustizia riparativa ha parlato Claudia Mazzucato, testimone del compiersi dell’insperabile nell’incontro tra vittima e carnefice. «È una giustizia sorprendente che si spalanca sulla meraviglia dell’ignoto suscitato dalla presenza dell’altro difficile, una giustizia che fa dell’incontro il metodo per lavorare sulle ingiustizie. Affidarsi all’ignoto è l’augurio che faccio a tutti voi, perché ciò che accade oggi non accada domani». La sociologa Ivana Pais, ha precisato che la speranza «non è una disposizione stabile», ma un’attitudine che può essere coltivata: «questo è uno degli obiettivi educativi delle università»; con questo fine, l’Università Cattolica ha promosso i future lab «una metodologia che permette di co-costruire scenari futuri desiderabili. È un processo in cui i partecipanti individuano le paure e danno voce alla speranza, individuando le azioni collettive necessarie per realizzarla».
«Gli spunti e i temi emersi oggi sono numerosissimi e per alcuni sembra non ci sia una soluzione. Ma la speranza sta qui: i problemi li vediamo, e tuttavia rimane il sogno, che parte dalla consapevolezza che anche con piccoli gesti le cose possono cambiare» ha concluso il Prorettore dell’Ateneo Anna Maria Fellegara. «Speranza è proprio questo: è essere protesi in avanti, agire, non essere paralizzati né dal pessimismo né dall’ottimismo».