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Storie, vite e sogni: Charity, incontro tra culture e volontariato

25 novembre 2022

Storie, vite e sogni: Charity, incontro tra culture e volontariato

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«Quando punto l’obiettivo della mia macchina fotografica verso questi ragazzi posso solo immaginare le loro storie e i loro percorsi, spesso densi di dolore e violenza, certamente troppa per quell’età. E penso al resto del loro cammino ora che sono in Italia. Al loro futuro».

I “ragazzi” sono i migranti accolti nella provincia di Enna dall’Associazione Don Bosco 2000, uno dei partner italiani del Charity Work Program, il progetto dell'Università Cattolica che coinvolge gli studenti e i neolaureati nelle attività di cooperazione e solidarietà internazionale dell'Ateneo.

Le parole sono invece quelle del nostro fotoreporter Nanni Fontana che, nel mese di luglio, per cinque giorni, ha seguito l’esperienza di Amélie Borroz, Chiara Taratufolo e Chiara Frassinelli, le tre studentesse Unicatt che hanno svolto il loro percorso di volontariato presso la Don Bosco 2000.

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Redazione

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Ogni estate studenti e studentesse dell’Università Cattolica vivono un’esperienza di volontariato in contesti in via di sviluppo e emergenti in Africa, America Latina, Asia, Europa e Medio Oriente. A partire dal 2021, il Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (CeSI) ha sviluppato una rete di collaborazioni anche sul territorio nazionale. Le esperienze di volontariato in Italia si sono rivelate per gli studenti un’importante occasione di mettersi in gioco in contesti diversi dalla quotidianità e di entrare in contatto con realtà internazionali e multiculturali, pur rimanendo vicino a casa.


«Cambiando inquadratura – racconta Fontana - mi giro verso Chiara, Amélie e Chiara, e vedo ragazze poco più grandi piene di energia, entusiasmo, voglia di esserci per l’Altro, disponibilità, freschezza; ragazze con le idee chiare, la giusta ambizione dei vent’anni, la voglia di macinare chilometri e di fare esperienza. Faccio qualche passo indietro e il campo dell’immagine si allarga, diventa una fotografia d’insieme in cui le vedo affiancare Roberta, Irene, Simona e i volontari di Don Bosco2000 nel prezioso lavoro che fanno in questa piccola realtà di una regione “difficile” come può essere la Sicilia».


Chiara Taratufolo ha lavorato con il project manager, dove ha elaborato un progetto sul cinema e l'educazione alle arti visive: «Qui al Don Bosco mi sono occupata di affiancare, Leonardo ex studente della Cattolica, nell'ambito della progettazione italiana. Inoltre, insieme alle altre volontarie, ci siamo occupate di organizzare delle attività per i ragazzi al Centro per minori stranieri non accompagnati. Ho deciso di intraprendere questa esperienza per mettermi in gioco ma anche perché dopo questi anni di pandemia penso che sia necessario a mettersi a servizio del prossimo per poter essere utili».

«Consiglio agli studenti – conclude Chiara - di intraprendere l'esperienza del Charity Work Program perché penso possa essere un'opportunità e un modo nuovo e diverso per poter crescere aiutando il prossimo».


Chiara Frassinelli invece si è concentrata sui progetti africani, dove ha fatto diverse analisi del contesto, oltre a imparare come vengono redatti i progetti. «Ho deciso di partecipare – racconta - non solo per conoscere nuove persone e nuove culture ma perché penso che sia un’ottima possibilità per vedere una nuova realtà e scoprire il mondo della cooperazione internazionale in modo pratico e da vicino e non soltanto dal punto di vista accademico».


Amélie Borroz si è immersa nel mondo dell’Europrogettazione, dove ha scoperto i diversi tipi di progetti, finanziamenti e narrativi. «Queste esperienza mi è piaciuta molto perché mi ha permesso di capire un po’ quello che vorrei fare nel mio futuro. La parte più bella e interessante è stata sicuramente quella a contatto con i ragazzi, che vengono da realtà molto diverse, perché mi ha permesso di conoscere le loro storie, le loro vite, i loro sogni. Un'esperienza, quella del Charity Work Program che consiglio soprattutto a chi vuole fare un'esperienza di volontariato e mettersi quindi al servizio degli altri ma soprattutto a chi è pronto ad ascoltare le altre persone ed è curioso di conoscere le loro storie».


«Il Charity Work Program – spiega Simona Compagni, Junior Project Manager della Don Bosco 2000 - è un'opportunità per gli studenti di incontrare professionisti del settore e scambiare conoscenze e competenze. È uno dei modi migliori per coniugare le conoscenze universitarie con le competenze della vita lavorativa. D'altra parte, è un'opportunità per le organizzazioni come la nostra di avere menti fresche, piene di idee e spirito di cambiamento. Come prima esperienza, permette di sfidare sé stessi e di uscire dalla propria zona di comfort, come hanno fatto le volontarie del Charity 2022».


«Basta che siate giovani perché io vi ami assai – ricorda, citando Don Bosco, Roberta La Cara, direttrice Ricerca e Sviluppo dell’Associazione - facciamo tesoro di quest'insegnamento per accogliere nelle nostre realtà giovani in formazione umana e professionale. E pare che funzioni! Perché ognuno di loro è riuscito a offrire il meglio di sé al nostro lavoro quotidiano promuovendo crescita e arricchimento reciproco e lasciandoci un ricordo esemplare».


«Fotografare situazioni di accoglienza per minori non accompagnati non è mai semplice – conclude Nanni Fontana - sicuramente dal punto di vista “tecnico”, per via della tutela della privacy e le giuste limitazioni che comporta, ma soprattutto dal punto di vista umano. Ma è proprio nel momento di scattare che capisco che quei giovani in difficoltà, almeno per un po’ di tempo, in questo loro nuovo viaggio non saranno del tutto soli. E penso che in quest’epoca così difficile, forse, non tutto è perduto».

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