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Un progetto di educazione finanziaria per le popolazioni più fragili

15 ottobre 2021

Un progetto di educazione finanziaria per le popolazioni più fragili

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Essere in grado di prendere delle “buone decisioni” in ambito economico e finanziario dipende, in parte, da quanto si ha conoscenza e consapevolezza delle tematiche economiche e finanziarie di base, ossia del livello di financial literacy che si possiede. Una buona alfabetizzazione finanziaria può essere considerata elemento chiave per una gestione consapevole e responsabile delle proprie risorse nella vita quotidiana ed essa, di conseguenza, influisce sul livello di benessere finanziario e generale delle persone. 

Se in questo ambito una scelta consapevole non è facile per se, lo è ancor meno per le fasce più fragili della popolazione, come ad esempio nel caso di persone con disabilità cognitiva o dei soggetti autori di reato.

Proprio a questo target si è rivolto uno studio del Laboratorio Interdisciplinare Formazione Economia (LIFE) coordinato da Paola Iannello. Il gruppo, costituito da Iannello, Margherita Lanz, docente di Psicometria e Angela Sorgente, assegnista di ricerca, ha progettato e realizzato il percorso di educazione economica e finanziaria “Nulla osta per una progettazione consapevole!” con un gruppo di soggetti autori di reato presso la casa di reclusione di Bollate.

LIFE ha individuato alcuni cardini fondamentali su cui basare gli interventi di educazione finanziaria, interventi considerati prioritari dai policy makers per promuovere la financial literacy dei cittadini. Tre sono gli aspetti da tenere in considerazione nella progettazione degli interventi: 1) analisi della domanda: è fondamentale capire chi sono i destinatari dell’intervento, facendo emergere le conoscenze e competenze già possedute, le  credenze e gli atteggiamenti sviluppati rispetto al denaro, gli obiettivi di vita; 2) competenze e non solo conoscenze:  gli interventi dovrebbero mirare a incrementare non solo le conoscenze ma anche le competenze economiche finanziarie, con particolare riferimento a quelle connesse alla pianificazione e progettazione; 3) metodologia attiva: coinvolgere il partecipante nel percorso di apprendimento rendendolo protagonista e attivo attraverso utilizzo di una metodologia attiva di formazione. 

Tali cardini rappresentano delle linee guida a cui fare riferimento nella progettazione di interventi di educazione finanziaria con l’obiettivo di identificare le modalità più adeguate e funzionali affinchè possano essere massimamente efficaci, ossia possano contribuire a un effettivo incremento delle competenze decisionali dei cittadini in ambito economico-finanziario. Altro aspetto importante è lo sguardo interdisciplinare in cui la dimensione economico-finanziaria e la dimensione psico-educativa devono essere efficacemente integrate. 

Come si diceva, l’approccio interdisciplinare all’educazione finanziaria e le linee guida proposte da LIFE risultano particolarmente rilevanti quando vengono progettati interventi destinati a fasce di popolazione fragili. Tali popolazioni non sono facilmente raggiungibili da iniziative e programmi di educazione economica e finanziaria, ma, allo stesso tempo, necessitano maggiormente di tali interventi per riuscire a costruire progetti futuri sostenibili, anche dal punto di vista economico. Tra le popolazioni particolarmente vulnerabili, quella carceraria è indubbiamente caratterizzata da un modesto livello di alfabetizzazione finanziaria. La capacità di (ri)progettare il proprio futuro, assumendo una prospettiva temporale a lungo termine risulta essere fondamentale affinché la persona possa essere adeguatamente “equipaggiata” per affrontare la propria vita al di fuori del carcere. 

Possedere adeguate conoscenze finanziarie può consentire ai soggetti autori di reato di avere strumenti utili per potersi orientare tra le diverse proposte di gestione finanziaria presenti sul mercato, scegliendo ciò che è più adeguato e funzionale alla propria situazione ed evitando, così, di incappare in difficoltà finanziarie che costituiscono uno dei più importanti fattori di rischio per eventuali recidive.  

Per questo LIFE con il progetto “Nulla osta per una progettazione consapevole!” ha dapprima avviato un'analisi dettagliata delle specificità dei destinatari dell'intervento per identificare bisogni e risorse del target, in particolare in relazione al tema del denaro e della sua gestione. 

Sono stati quindi definiti gli obiettivi specifici dell’intervento che intende potenziare le competenze di progettazione, offrendo ai partecipanti strumenti utili per la pianificazione e sviluppando la capacità di valutazione delle condizioni di fattibilità - in termini di risorse finanziarie, personali e sociali - di un proprio progetto personale. 

Infine, si è identificata la metodologia dell’intervento che ha seguito un doppio binario. Da un lato, a livello individuale, ai partecipanti è stato chiesto di elaborare un proprio progetto di tipo lavorativo da realizzare una volta concluso il periodo di reclusione. Parallelamente, i partecipanti sono stati coinvolti in sessioni di gioco in gruppo. Nello specifico, l’équipe di LIFE ha ideato e sviluppato un gioco da tavola - “Proj€tto” in cui il raggiungimento dell’obiettivo (e quindi la vittoria) dipendono in larga misura dalla capacità dei giocatori di “sfruttare” strategicamente le conoscenze e le competenze di progettazione acquisite via via nel percorso educativo. 

Figura 1 – Fasi di progettazione dell’intervento

L’intervento è stato proposto per la prima volta nel 2018 a un gruppo di 8 soggetti autori di reato, di età compresa tra i 25 e 58 anni, con un fine pena prossimo.
La valutazione dell’efficacia dell’intervento è stata effettuata attraverso l’applicazione di tre strumenti volti a valutare i cambiamenti occorsi tra l’inizio e la fine dell’intervento in relazione a: 1) caratteristiche attribuite a/modalità di intendere il concetto di progetto; 2) numero/ /adeguatezza degli elementi da considerare per compiere una scelta di acquisto; 3) livello di complessificazione del proprio progetto individuale. 

In riferimento alla concezione di progetto, attraverso il metodo delle associazioni libere, è stato chiesto ai partecipanti di indicare quali parole associassero alla parola “progetto”, al fine di verificare se la rappresentazione che essi avessero di “progetto” si fosse modificata. Al termine dell’intervento, si è rilevato un cambiamento che ha portato le persone ad avere un’idea e una rappresentazione di progetto maggiormente concreta, dettagliata e complessa (Figura 2). 

Figura 2 – associazioni libere – “progetto”

Attraverso la simulazione di una scelta d’acquisto, ripetuta all’inizio e alla fine dell’intervento, sono stati valutati gli elementi presi in considerazione e giudicati rilevanti dai partecipanti ai fini della scelta. Nel Grafico 1 sono riportate le percentuali di risposta in riferimento alla scelta di acquisto di un bene immobile. 

Come si può vedere alla fine del percorso i partecipanti tendono a dare minore importanza agli aspetti estetici della casa (dimensioni, arredamento) e tendono a prestare maggiore attenzione alle questioni pratiche (tipologia di casa, posizione della casa) ed economiche (spese condominiali, entrate e uscite già programmate). 

Grafico 1 – percentuali di risposta – simulazione scelta d’acquisto

Per quanto riguarda il progetto individuale, ai partecipanti è stato chiesto di esplicitare e illustrare il proprio progetto lavorativo, rappresentandolo graficamente. Al termine dell’intervento, le analisi dei progetti hanno messo in evidenza una capacità dei partecipanti di arricchire e dettagliare progressivamente il proprio progetto, andando via via ad aggiungere e integrare gli elementi fondamentali per la buona riuscita del progetto stesso. 
Come hanno riportato i partecipanti, l’intervento ha rappresentato per loro uno spazio di riflessione su tematiche che, affrontate attraverso attività ludiche, sono state anche fonte di divertimento e di leggerezza. Attraverso il gioco, e soprattutto il “mettersi in gioco”, è stato possibile portare i partecipanti a una maggiore consapevolezza delle potenzialità e delle risorse a loro disposizione, e allo stesso tempo promuovere un percorso di empowerment di quelle competenze che richiedono di essere potenziate.   
 

Un articolo di

Paola Iannello e Margherita Lanz

docenti di Psicologia generale e Psicometria

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