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Verso la sostenibilità, time to act

17 ottobre 2022

Verso la sostenibilità, time to act

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Siamo sempre più alla ricerca di informazioni sulla sostenibilità per attivare scelte consapevoli sia come consumatori, sia come lavoratori, sia in generale come cittadini.  È quanto emerge da alcune ricerche promosse da Almed (Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo) dell’Università Cattolica e da Blogmeter, istituto di ricerca specializzato nell’ascolto dei social. In che modo aziende, istituzioni e media possono efficacemente comunicare il loro impegno e trasformare la sfida della sostenibilità in effettivi comportamenti e pratiche di consumo, capaci di genere valore economico e simbolico? 

I dati mostrano che il volume delle conversazioni è più che raddoppiato rispetto al periodo pre-pandemia; il 47% degli italiani spende di più per prodotti e marche sostenibili e responsabili; tra i giovani l’attenzione all’ambiente è tra gli elementi più dirimenti per scegliere l’azienda in cui lavorare. 

Se ne è parlato lunedì 17 ottobre durante la Open lesson “Verso la sostenibilità: Time to act”, un incontro dedicato alla comunicazione della promessa di sostenibilità da parte delle imprese.

All’evento sono intervenuti Silvio Umberto Santini, docente di Communication management and branding in Università Cattolica, Paola Tuè, Market Research Director di Blogmeter, Patrizia Musso, direttore di Brandforum, Martina Capellini, responsabile Ufficio Stampa e Digital PR di Orogel, Martha Fabbri, responsabile del Centro Studi di Altroconsumo, Cristina Mollis, Founder R5Living The Okapi Network.

Lo scenario emerso richiede un costante e coerente impegno da parte dei brand fra telling e doing, per costruire un dialogo virtuoso fra comunicazione della sostenibilità e concrete azioni sostenibili. Tuttavia, le imprese faticano ancora a comunicare il tema della sostenibilità in maniera efficace a causa da un lato delle criticità comuni ai processi informativi contemporanei (dalla diffusione di notizie false, alla sovrabbondanza e incoerenza delle informazioni) e dall’altro per la mancanza di un lessico condiviso e accessibile, capace di valorizzare tutte le potenzialità comunicative dell’impegno green. 

L’85% degli italiani dichiara che è difficile capire se un’azienda è veramente socialmente responsabile e sostenibile e per il 79% l’impegno delle imprese rappresenta solo un’operazione di marketing, per “lavarsi la coscienza”.

La sostenibilità dovrebbe essere invece comunicata in maniera propositiva e divenire “macro-frame narrativo” per raccontare il futuro, problematizzando il presente e promuovendo atteggiamenti e comportamenti che migliorino il benessere della società. Coerenza, incisività e inclusività paiono essere le principali direttrici di investimento. 

A partire da queste valutazioni Almed e Blogmeter, con la collaborazione di Brandforum, intendono nei prossimi mesi lavorare in maniera sinergica per definire un sistema di valutazione della comunicazione green di organizzazioni e imprese: un modello multi-dimensionale e multi-metodo capace di monitorare tutti i canali comunicativi.

Per sostenere questa progettualità è stato istituito anche un percorso dottorale in partenza in Università Cattolica a novembre e della durata di tre anni. Il dottorato rientra nel piano PNRR per l’introduzione di dottorati innovativi che rispondano ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovano l’assunzione dei ricercatori nelle aziende.
 

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Redazione

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