Gli sviluppi delle nuove tecnologie nei diversi ambiti del sapere - medico, giuridico, epistemologico, neuroscientifico, alimentare - pongono interrogativi fondamentali. Tra questi, di centrale importanza è quello sul senso e sulla destinazione dell’essere umano nell’epoca attuale e, in particolar modo, nel suo rapporto con la tecnica. Nasce così il convegno internazionale El ser humano entre las nueva tecnologías y la trascendencia. Para un Humanismo 4.0, che si terrà a L’Avana dal 29 giugno all’1 luglio. Un’iniziativa di grande valore scientifico, culturale e sociale organizzata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore insieme all’Instituto de Estudios Eclesiásticos Padre Félix Varela, con la collaborazione del Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, umane e della formazione dell’Università degli studi di Perugia, la Pontificia Universidad Católica de Chile, la Universitat Abat Oliba Ceu di Barcellona e l’Instituto de Bioética Juan Pablo II di L’Avana.
«La costitutiva tensionalità alla trascendenza dell’essere umano risulta essere la cifra inaggirabile e di resistenza rispetto a teorie e a pratiche che pianificano la risoluzione e la consumazione dell’essere umano nell’immanenza della tecnica e del progresso tecnologico», spiega Giuseppe D’Anna, direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica. «Porre al centro la trascendenza, soprattutto oggi, significa anche mettere al centro la dignità della persona, nel suo legame costitutivo con l’alterità, e preservarla da ogni riduzionismo di tipo procedurale, da ogni funzionalismo che ne annulli l’essenza complessa e da ogni sua traduzione in termini di mera quantità tecnico-scientifica e di consumo». Il convegno si propone allora di discutere «la possibilità di un nuovo “umanismo di trascendenza” in relazione al progresso tecnologico e alle nuove tecnologie». Si tratta, in altre parole, di «vagliare e progettare teorie e pratiche sostenibili, che si avvantaggino dei progressi scientifici e tecnologici promuovendo, nello stesso tempo, l’irriducibile unicità e dignità della persona umana».
Il tema del convegno acquista un significato unico, come sottolinea il professor D’Anna, «anche perché si svolge nella capitale cubana, in un ambiente culturale che da sempre ha puntato sul progresso tecnico-scientifico della società, considerandolo come unico e solo strumento di emancipazione dell’essere umano». In questo delicato momento della storia di Cuba, sarà possibile «confrontarsi con prospettive alquanto differenti relative al rapporto uomo-tecnica, per affermare convintamente da un lato l’utilità delle nuove tecnologie e, dall’altro, l’irriducibile valore anti-deterministico della libertà e dell’essenza della persona».
Questo appuntamento è il primo importante tassello di un progetto più vasto, che ha avuto inizio nell’estate dello scorso anno con l’incontro, sempre a L’Avana, tra D’Anna e Yasmany Ibaldo Pérez Marañón, preside dell’Instituto Padre Félix Varela nella capitale cubana. «Nasce in questo modo, anche grazie al fondamentale supporto del professor Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica, una collaborazione internazionale con l’unico istituto cattolico di Cuba che conferisce titoli con l’autorità della Santa Sede», commenta D’Anna, descrivendo l’ambizioso progetto che poggia sul combinato disposto tra la ricerca scientifica di ambito filosofico-umanistico e la formazione di giovani universitari. «Le vie di ricerca comuni intendono avviare l’elaborazione di un nuovo umanesimo, in grado di confrontarsi, con competenza e senza pregiudizi, sia con l’innovazione tecnologiche sia con le problematiche ecologico-ambientali sia con le sempre più complesse relazioni tra le persone e i popoli».
Non a caso, il convegno cubano si inserisce nelle attività del progetto dell’Università Cattolica “Cambiamento o trasformazione? Conoscere, comunicare e trascendere nell’era digitale. Per un nuovo umanesimo” (Linea d’intervento d.3.2., 2020). «Le attività internazionali con il Varela proseguiranno con lo scambio tra docenti universitari e l’istituzione di un laboratorio di ricerca», chiosa il professor D’Anna. «Che daranno luce a eventi scientifici, pubblicazioni e alla creazione di una nuova, stimolante e necessaria geografia del pensiero, in grado di contribuire alla costruzione di un orizzonte d’indagine e di formazione che, senza demonizzare i progressi tecnologico-scientifici del proprio tempo, promuova il valore centrale e non negoziabile della dignità dell’essere umano. Di ogni essere umano».