Sessanta partecipanti in cinque anni provenienti da 32 Paesi del mondo (con una forte presenza dall'Europa dell'est, poi Americhe, Medio Oriente e Africa); il 98% degli studenti internazionali che hanno frequentato il programma formativo ha oggi un lavoro stabile (il 90% nei settori specifici del Master). Sono i numeri principali dell'International Program and Master in Cultural Diplomacy dell'Università Cattolica, presentati dalla professoressa Federica Olivares, sua ideatrice e coordinatrice, nel corso del Graduation Day che si è tenuto il 13 ottobre a Roma all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, e che ha visto la consegna dei diplomi agli studenti della quinta edizione del Programma internazionale di alta formazione.
All'evento, intitolato 'Usque ad sidera!', sono intervenuti l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Francesco Di Nitto, il Rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, e la Direttrice dell’Ufficio per le Politiche Spaziali e Aerospaziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri Elena Grifoni Winters.
«Oggi celebriamo i primi cinque anni del nostro programma internazionale e Master in diplomazia culturale e i nostri primi 60 ambasciatori del dialogo e pionieri dell'innovazione, che abbiamo avuto il privilegio e la responsabilità di forgiare nel nostro programma educativo - ha dichiarato la professoressa Federica Olivares - negli ultimi tre anni, il Master si è sviluppato in un più ampio programma internazionale in Public and Cultural Diplomacy, che ora è una piattaforma di ricerca, principalmente sui diversi generi strategici della diplomazia come: Diplomazia civica nelle democrazie contemporanee, Diplomazia sportiva per la nuove Linee guida per la Commissione Ue in vista delle Olimpiadi Europee di Parigi 2024 e Milano-Cortina 2026 e, non da ultimo, la Business Diplomacy con i suoi maggiori impatti sullo scenario globale come lo vediamo così vividamente ai giorni nostri».
«Non possiamo attenderci che gli strumenti della Cultural Diplomacy ci portino rapidamente alla pace – ha detto il Rettore Franco Anelli - però la guerra ha riproposto in modo drammatico i temi della propaganda, della disinformazione, di una retorica patriottica bellicista, della educazione delle nuove generazioni al conflitto, all’idea del “nemico”. Sono processi di degenerazione dell’identità culturale delle nazioni e dei popoli, che avvelenano il dialogo tra culture differenti, tra i leader di sistemi politici differenti. Nell’attuale contesto internazionale, la Cultural Diplomacy avrà sempre più un ruolo rilevante. Laddove il confronto politico non basta più, la Cultural Diplomacy rappresenta il tassello aggiuntivo che può consentire un dialogo sincero e una pace duratura. Già solo per questa ragione, l’Università Cattolica non può non dedicare un’attenzione crescente a questo ambito di studi».