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Andrea Latino: da Von Clausewitz al World Economic Forum

06 luglio 2022

Andrea Latino: da Von Clausewitz al World Economic Forum

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Si è inventato un lavoro, ha sperimentato le difficoltà della crisi, ha fondato due attività e lo scorso maggio sedeva al tavolo con i leader della terra riuniti al World Economic Forum di Davos. Per essersi laureato nel 2014, Andrea Latino ne ha fatta di strada.

Classe ’90, oggi è manager a Losanna in Nestlé, dove si occupa di Innovation & Digital Growth ma il suo percorso professionale è iniziato come consulente freelance prima ancora di iscriversi alla facoltà di Scienze Politiche e Sociali. In Università Cattolica ha trovato docenti e un percorso di studio che lo hanno aiutato a dare una forma ben definita alla sua grande passione, un mondo che lo affascinava fin da quando era un bambino: il digitale. Un ambito che nel 2010 era ancora ‘sconosciuto’ e che Andrea ha saputo esplorare occupandosi di ‘strategia digitale’ in differenti realtà.

L’alumnus, infatti, ha intuito le potenzialità del digitale prima di tanti altri e oggi il valore del percorso professionale che ha saputo costruirsi lo ha dimostrato: oltre a essere stato inserito nel 2020 da Forbes Italia nella sua lista di 100 under 30, è l’unico italiano insieme a Silvia Ainio, Policy Expert presso la Commissione Europea, ad aver partecipato al World Economic Forum di Davos dal 23 al 26 maggio scorso.

Solo 50 under 30, tra oltre 10mila membri dei Global Shapers, la comunità globale di giovani talenti legata al Forum, hanno avuto l’opportunità di partecipare all’evento nella cittadina svizzera.

Prima dell’ingresso in Nestlè, Andrea Latino ha lavorato nell’Agenzia per l’Italia Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e presso la Camera dei Deputati, e, parallelamente, ha fondato due società di consulenza digitale, Leviathan e Seraph, con oltre 50 clienti in 13 diverse industrie. Una carriera avviata mentre era ancora studente e che è riuscito a orientare tra settore pubblico, privato e tecnologia anche grazie all’approccio multidisciplinare della Facoltà di Scienze Politiche e Sociali.

«Ho lavorato sia nell’ambito delle politiche pubbliche che nel business. Per fare policy advising o consulenza a un parlamentare, ad esempio, è necessario comprendere le istituzioni e in questo gli esami di diritto pubblico, di scienze politiche e sociologia mi hanno aiutato a navigare rapidamente la grande macchina dello Stato – racconta l’alumnus e continua - Parlando di business, invece, cito sempre una bellissima lezione del professor Damiano Palano sulla Legge ferrea dell’Oligarchia (teoria politica formulata dal politologo tedesco Robert Michels nel 1911, ndr) perché mi ha aiutato a leggere il mondo attraverso strutture di potere e, di conseguenza, a orientare obiettivi e incentivi, sia personali sia del team, a seconda degli interlocutori che ho davanti. Trasporre tale insegnamento in un contesto aziendale è davvero prezioso».

Tra le competenze acquisite in Università Cattolica, inoltre, l’alumnus sottolinea come il curriculum in Relazioni Internazionali abbia incentivato l’importanza di adottare una visione complementare, di vedere le cose sotto più punti di vista e di imparare a cogliere le complesse sfumature che compongono la realtà. A tal proposito ricorda «una bellissima lezione sul pensiero strategico di Carl Von Clausewitz, secondo il quale esistono tre gruppi di fattori da considerare in guerra: razionali, come il numero di truppe, irrazionali, come il morale, la volontà della popolazione – pensiamo all’eroica resistenza dei cittadini ucraini- e arazionali, come tempo atmosferico e fortuna che però non sono controllabili. Acquisire conoscenze di questo tipo consentono di allargare lo sguardo e quindi aiutano a essere leader più capaci di resistere ai cosiddetti “shock”, siano essi prevedibili o meno. Spesso, infatti, le aziende finiscono per concentrarsi su contesti micro, sottovalutando elementi più politici, come dimostra la recente crisi dovuta alla guerra in Ucraina».

Esperienze imprenditoriali e nel settore politico, un ruolo manageriale in una grande multinazionale e riconoscimenti internazionali: con determinazione e consapevolezza, l’alumnus ha costruito la sua carriera a partire dalle sue passioni, il digitale e la politica, trasformandole in professioni.

Ai giovani studenti 3 consigli: razionalità nelle scelte, un’esperienza universitaria di studio ma anche di divertimento, non perdere mai la fiducia nel futuro.

Un articolo di

Michele Nardi

Michele Nardi

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