La valenza culturale e sociale delle opere audiovisive è stata sottolineata anche da don Davide Milani: «Lavorare sul rapporto cinema e territori per noi è importante perché, come Fondazione Ente dello Spettacolo e Rivista del Cinematografo, non ci occupiamo di cinema anzitutto come fatto economico ma ci interessa come occasione culturale e sociale. Una questione che spesso viene dibattuta in modo superficiale, semplicemente in termini di attrattività turistica e produzione immediata di ricchezza. In realtà il cinema può stimolare i territori a conoscersi, indagare sulla propria storia, tradizioni, eccellenze, patrimoni culturali. E soprattutto attrezzarsi per narrarsi a sé e a chi non conosce queste esperienze. Dall’incontro tra territori così e il cinema nascono le storie che danno forma all’immaginario filmico, rendendo universalmente conosciute preziose esperienze locali. Così il nostro Paese diventa più forte e coeso».
Durante l’incontro è stata presentata la ricerca condotta dal Certa e da Cattolicaper il turismo in partnership con Publitalia80, realizzata nel 2021 per rispondere alla domanda: in che modo è possibile far ripartire e far crescere un settore come il turismo penalizzato dalla pandemia, ma che resta un motore essenziale per il pil del Paese?
Massimo Scaglioni ha associato a questo un altro interrogativo: «Quanto i media audiovisivi, in particolare il cinema, la serialità, la televisione, la pubblicità sono in grado di generare notorietà su alcuni luoghi, immagini, e innescare meccanismi di desiderabilità? I media in questo ambito svolgono un ruolo essenziale per promuovere le destinazioni turistiche e per costruire un immaginario e uno story telling sui luoghi italiani. Dall’indagine è emerso che il 56% dei turisti viaggiatori europei riconosce che i contenuti audiovisivi hanno contribuito a formare un’immagine delle regioni italiane. I media tradizionali, in particolare quelli che esaltano la dimensione della narrazione e della rappresentazione come il cinema e la serialità, sono essenziali a monte per creare notorietà, attrattività e desiderabilità».
“Formare all’audiovisivo. Le sfide di un’industria che cambia” è stato invece il tema dell’altro incontro dove il prorettore dell’Ateneo, Antonella Sciarrone Alibrandi, ha portato il suo saluto.
«Per il quarto anno la nostra università è presente a Venezia nello spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo - ha ricordato Sciarrone -. E oggi ha potuto mostrare le sue due anime: nell’incontro di questa mattina la ricerca e nel pomeriggio la formazione. La matrice è quella di una università sempre in dialogo e che costruisce percorsi formativi in sinergia con gli stakeholder e con i protagonisti delle filiere, in questo caso del cinema e dell’audiovisivo. Nell’anno del Centenario dell’Ateneo è significativo vedere oggi la presenza di tanti nostri studenti che fanno attività di stage e di nostri alumni a testimonianza di un legame che continua anche una volta che il percorso formativo è terminato con un grande arricchimento per tutti».
I percorsi formativi di laurea e post-laurea comprendono anche l’accompagnamento al mondo del lavoro e su questo fronte è intervenuto il direttore della sede di Milano dell’Università Cattolica, Mario Gatti per il quale «il mix tra accademia e professioni è una vera e propria “fertilizzazione” che contribuisce alla formazione delle nuove generazioni e all’aggiornamento dei professionisti. Da un lato, infatti, l’università può sempre imparare e dall’altro le professioni possono contare su giovani preparati che si affacciano alla professione e su persone che si aggiornano».
Un esempio virtuoso di formazione postlaurea che è stato raccontato durante l’incontro è il master “International Screenwriting and Production”.
«Il master è nato nel 2000 come corso breve e da allora (quando regnava la mini-serie che oggi non si vede praticamente più), sono cambiate molte cose - ha dichiarato il direttore Armando Fumagalli -. Sono subentrate le piattaforme, gli story editor e i producers vanno sul set... Capire come sta cambiando questo mondo è certamente importante. D’altra parte, però, l’attività formativa del master consiste anche nel trasmettere nozioni fondamentali sullo storytelling, applicate alla cinematografia e agli audiovisivi, che servono sempre. Una persona con una formazione completa sarà in grado di scrivere un film, un libro o un podcast».
Durante l’incontro hanno portato la loro testimonianza due alumnæ dell’Ateneo. Veronica Galli, oggi Story Editor and Development Executive presso Lotus Production, si è laureata ai corsi triennale e magistrale di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere e ha frequentato il Master International Screenwriting and Production. Si è diplomata allo stesso master anche Bianca Sartirana, Managing Director and Executive Producer di Save The Cut che in Università Cattolica ha conseguito anche due lauree, triennale e magistrale, alla facoltà di Lettere e Filosofia.