NEWS | Milano

"Come d’aria", un reading che dilata il tempo

30 novembre 2023

"Come d’aria", un reading che dilata il tempo

Condividi su:

Lunedì 20 novembre, lo spazio polifunzionale Monterosa 91, ha ospitato un evento letterario-teatrale tratto dal libro Come d’aria di Ada D’Adamo, scomparsa nel mese di aprile. Il reading che ha avuto come protagonista l’attrice teatrale Daria Deflorean ed è stata curato dalla scrittrice Gaia Manzini, dilata il tempo degli ascoltatori e li cattura in un vortice di compartecipazione.

La voce emozionante di Daria ripercorre le parole della scrittrice Ada D’Adamo a cui, in seguito alla lettura è nato un interessante dialogo tra l’attrice e la curatrice dell'evento.

La lettura di Daria non è definibile un’interpretazione, bensì un fedele omaggio alle parole flebili e al contempo forti dell’autrice. Una storia intrisa di verità, che racconta non solo la malattia e la disabilità, svincolata dalle narrazioni super-volontaristiche accettate dall’opinione pubblica, ma mette in evidenza anche la caratteristica dominante del ruolo di madre nei confronti delle numerose sfumature individuali, l’influenza reciproca con i luoghi che si attraversano e il legame con le persone che ci circondano.

Gli estratti selezionati dall’artista (che, come sottolinea Gaia Manzini, rientrano nell’azione artistica dell’attrice) riguardano i motivi centrali del libro: la bellezza del corpo, la grazia dietro la stortura, il potere della danza come disvelatrice di senso, la rabbia, la sofferenza che ne consegue, il profondo senso di solitudine con cui si impara a fare i conti e allo stesso tempo l’empatia e l’attenzione rivolta ai movimenti e ai pensieri degli altri.

La lettura si chiude con un raggio di luce, che ricorda il termine giapponese komorebi (termine che evoca la sensazione e la visione della luce che filtra tra le foglie degli alberi), attraverso le ultime righe lette dall’attrice, le quali esaltano lo splendore che si cela dietro le piccole cose, apprezzate completamente dopo un periodo di grande dolore e, soprattutto, grazie alla linfa vitale delle persone che continua a esistere, in un nome (il gioco di lettere e parole nella famiglia Ada di- Daria Alfredo), così come in un libro.

Un articolo di

Luca Monti e Carola Civerchia

Master Eventi e Comunicazione per la cultura (MEC) - Università Cattolica

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti