Credere nel domani con assennato ottimismo è il quarto pilastro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un presupposto necessario per edificare le nostre vite al meglio, ma forse il più difficile da attuare visti i tempi complicati che noi tutti ci troviamo a fronteggiare. Il vostro ateneo però è la prova di come sia possibile guardare al domani con speranza anche nei momenti più bui.
I fondatori dell’Ateneo, Padre Agostino Gemelli, Ludovico Necchi, Francesco Olgiati, la beata Armida Barelli ed Ernesto Lombardo, hanno avuto il coraggio di continuare a credere nel futuro e nella conoscenza in uno dei periodi più oscuri della storia dell’umanità, gli anni tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. Hanno avuto la tenacia di investire il loro impegno, i loro talenti e la loro passione nell’essere costruttivi, edificanti. Hanno saputo superare, insieme alla comunità che li ha accolti e supportati, tutti gli ostacoli che si sono presentati lungo la strada e il risultato è stato un progetto di formazione e di ricerca di altissimo profilo.
Oggi, come ieri, l’umanità si trova a dover affrontare temi sfidanti, grandi questioni etiche, tecniche ed umane. In questi momenti difficili non dimentichiamoci degli insegnamenti del passato.
Concorre a formare cittadini liberi, retti e con una solida integrità è una nostra responsabilità. Il Ministero dell’Università e della Ricerca vuole stimolare gli atenei ad orientarsi verso offerte formative meno rigide, più flessibili, non solo per poter creare percorsi in linea con le nuove esigenze delle imprese ma anche – e soprattutto – per accrescere lo sviluppo delle capacità cognitive e relazioni dei nostri studenti.
Nel mondo antico il sapere non era costituito da materie suddivise tra loro, ma era considerato nella sua unità inscindibile. Questo tipo di approccio può rivelarsi indispensabile nel nuovo mondo con cui ci confrontiamo, una realtà in cui i confini sono meno netti e le questioni sono assai più complesse, intersecate e trasversali.
In questo contesto è un dovere morale per noi ridare speranza a giovani e la loro – ma anche la nostra - speranza risiede principalmente nella conoscenza.
Voglio fare un augurio particolare alle matricole, la vostra emozione ci dà la forza e lo slancio per fare al meglio il nostro lavoro. La scelta del percorso universitario è sempre difficile: si ha quella sensazione di trovarsi ad un bivio, che a tratti può essere destabilizzante se non si può contare su una guida. Il Ministero dell’Università e della Ricerca pone l’innovazione dell’orientamento tra gli obiettivi primari da raggiungere, perché è fondamentale costruire un sistema che sappia supportare realmente i giovani nel processo di scelta, come atto consapevole e come esercizio del libero arbitrio.
Studenti carissimi, vivete a pieno la vostra esperienza universitaria, sia sotto il profilo accademico che sotto quello umano. Sappiamo dalle Scritture che San Paolo ha cambiato vita grazie ad un incontro speciale. Dobbiamo ricordarci tutti che ogni volta che parliamo con una persona siamo chiamati a vivere la cultura dell’incontro, che ci cambia, ci migliora, ci rende persone vere e reattive. Siate quindi veramente aperti e pronti al confronto e all’ascolto degli altri nel vostro approccio verso i saperi, così come nella vita.
Il mio augurio affettuoso è che possiate essere autenticamente voi stessi affrontando lo studio, e la vita, con entusiasmo, professionalità e tanta generosità.
Voglio augurare agli studenti, al Rettore, e al corpo docente buon lavoro. Vi aspetta un anno pieno di sfide difficili, ma entusiasmanti. Noi Ministero, voi docenti, abbiamo l’onore e l’onere di guidare ragazzi e ragazze a disegnare il loro futuro. Voi studenti siate curiosi, vivaci e chiedeteci sempre di più.
L’augurio più grande che posso farvi è che non vi manchino mai “ragioni di speranza e di fiducia”. Sono certa che lo spirito e la cultura della Cattolica vi saranno di grande incoraggiamento e stimolo quotidiano.
Buon anno accademico e buona vita a tutti.