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Digital innovation cup, laboratorio di imprenditorialità

04 dicembre 2025

Digital innovation cup, laboratorio di imprenditorialità

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«Un vero e proprio laboratorio, dove le intuizioni si trasformano in progetti e gli studenti imparano cosa significhi davvero costruire una startup». Con queste parole il professor Fabio Antoldi racconta lo spirito della Digital Innovation Cup, la competizione che ha visto protagonisti nel campus di Santa Monica gli studenti del primo anno della laurea magistrale in Innovazione e imprenditorialità digitale dell’Università Cattolica.

Le ragazze e i ragazzi del corso di Imprenditorialità e business planning, guidati dai professori Andrea Mezzadri e Fabio Antoldi, hanno presentato le loro idee davanti a una commissione composta da professionisti e imprenditori in prima linea nei settori dell’innovazione e dell’industria. Una giuria autorevole per un esercizio che simula il vero confronto con il mercato e che, negli anni, ha già accompagnato più di un team verso la creazione di imprese reali.

Anche l’edizione di quest’anno non ha deluso le aspettative, offrendo una panoramica di progetti capaci di rispondere alle esigenze più attuali del mondo produttivo e sociale. A conquistare il gradino più alto del podio è stato LexDuty, ideato da Luca Macchetti e Niccolò Terzani. La loro soluzione affronta con pragmatismo una delle sfide normative più complesse introdotte dall’Unione Europea: il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM). La piattaforma di LexDuty semplifica radicalmente la gestione dei dati richiesti dal regolamento, trasformando un adempimento tecnico in un processo guidato e intuitivo. Un assistente digitale accompagna l’utente nel caricamento delle informazioni, verifica la conformità e genera automaticamente i report trimestrali destinati a Bruxelles, offrendo un supporto particolarmente prezioso soprattutto alle piccole e medie imprese.

La medaglia d’argento è andata a LandUp (Rebecca Parma, Aisa Bisuola e Vito Ciccone), il progetto che guarda al futuro dell’agricoltura con un ecosistema digitale capace di mettere in contatto proprietari terrieri, operatori agricoli e imprese. Uno strumento pensato per valorizzare i terreni incolti e promuovere nuovi modelli di gestione sostenibile. Sul podio, al terzo posto, si è posizionata SmartCart, un’assistente intelligente che aiuta a ridurre gli sprechi alimentari e a pianificare in modo efficiente la spesa domestica. L’app, immaginata da Falco Alessio, Leonardo Falanga, Giuseppe Tampalini e Armando Ragaini, genera menu personalizzati, crea liste della spesa precise e suggerisce ricette basate sugli ingredienti già disponibili in casa.

Tra i progetti si è distinto anche un sistema SaaS basato su sensoristica IoT e intelligenza artificiale, capace di monitorare serbatoi, vasche di raccolta e impianti di recupero idrico. Un supporto concreto per le aziende che desiderano ottimizzare i consumi, ridurre gli sprechi e avvicinarsi alle principali certificazioni ambientali, aumentando al tempo stesso la propria competitività. Non è mancata una proposta dedicata all’ecosistema dell’imprenditoria con una piattaforma di matchmaking digitale che incrocia competenze, esperienze e valori personali, facilitando la formazione di team coesi e funzionali. Infine, per il pubblico consumer, Glutunity propone una soluzione dal forte impatto sociale: un’app dedicata a chi vive con la celiachia, una sorta di “Tripadvisor gluten-free” che permette di trovare locali sicuri e prenotare direttamente dall’app.

«L’obiettivo non era solo far nascere una buona idea» hanno sottolineano i docenti «ma costruire un metodo, una visione e la capacità di mettersi alla prova».

Missione compiuta.

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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