Chiunque abbia navigato in rete usando il protocollo "https", abbia mai fatto un acquisto online utilizzando la propria carta di credito, o disposto un bonifico bancario tramite il sito di una banca, ha avuto a che fare con la crittografia e con gli algori essere commercialmente applicati.
Per questo motivo, la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha deciso di dedicare l’edizione 2025 della Settimana della Scienza alla crittografia.
La crittografia consiste nel mascherare un messaggio alfabetico o numerico in modo che chiunque lo legga non possa caprine il contenuto, tranne il destinatario. L’interesse della crittografia è sempre stato storicamente legato a messaggi di tipo militare e, più limitatamente, al mantenimento di informazioni segrete all’interno di gruppi o di sette religiose.
È noto ad esempio il cifrario di Cesare, usato dallo stesso Caio Giulio Cesare per mantenere una corrispondenza segreta con le sue truppe, come racconta Svetonio nel suo trattato De vita Caesarum, o il metodo Atbash, di cui si ha traccia addirittura nella Bibbia, nel libro di Geremia.
Attualmente il suo utilizzo è invece enormemente cresciuto grazie all’esigenza di trasmettere informazioni in modo sicuro attraverso la rete internet.
A Blaise de Vigenère (1523–1596) è tradizionalmente attribuito un modo di cifrare i messaggi, detto cifrario di Vigenère, in realtà frutto del lavoro di una serie di studiosi, tra cui Leon Battista Alberti (1404-1472), che ebbe l’idea di usare spostamenti diversi per ogni lettera del messaggio, e il bresciano Giovan Battista Bellaso, nato nel 1505, di cui si hanno pochissime notizie biografiche, ma autore di almeno tre trattati di crittografia.
Per potersi scambiare un messaggio segreto usando il metodo di Vigenère c’è bisogno di condividere prima una chiave, che deve però restare segreta per tutti gli estranei. Nella letteratura crittografica i due personaggi che vogliono scambiarsi un messaggio segreto vengono chiamati Alice e Bob, mentre chi vuole intercettarlo si chiama Eve (eavesdropper, colui che origlia).
Come possono Alice e Bob a condividere la chiave per cifrare il messaggio se Eve è sempre in ascolto? Alcuni algoritmi matematici, come l’algoritmo di Diffie, Hellman e Merkle (1976) o l’algoritmo RSA (Rivest, Shamir, Adleman, 1977) permettono proprio di risolvere questo problema.
Tra i casi emblematici della storia in tema di crittografia, ricordiamo la macchina "Enigma" – la cui vicenda ha ispirato il film The Imitation Game (2014) - dispositivo usato dai Tedeschi e dai Giapponesi per codificare i messaggi durante la II Guerra Mondiale.
A prima vista sembra una vecchia macchina da scrivere, ma presenta, oltre ai tasti delle lettere, anche una serie di spie luminose e, in alto, alcuni rotori posti all’inizio della composizione del messaggio che, continuando a cambiare posizione ad ogni pressione dei tasti, mutavano il cifrario della codifica.
Alcuni esemplari di macchine "Enigma" caddero nelle mani degli Alleati, ma senza conoscere la posizione iniziale dei rotori, i messaggi intercettati restavano comunque indecifrabili.
Poiché ogni rotore aveva 26 posizioni diverse, i tre rotori avevano in tutto 17576 (cioè 26 al cubo) posizioni iniziali possibili…provare tutte le possibilità avrebbe richiesto 146 ore!
Grazie al collezionista Mauro Fattori, un esemplare funzionante della celeberrima macchina "Enigma" sarà esposta ed utilizzata a Brescia nelle due sedi via Trieste 17 e via della Garzetta 48.