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Una casa lontano da casa

20 ottobre 2025

Una casa lontano da casa

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«Oggi è un giorno memorabile, forse passerà alla storia» annuncia, con emozione, suor Sara Ghiglioni di fronte a una platea di trecento persone, tutte accomunate dal desiderio di celebrare insieme i sessant’anni trascorsi dalla fondazione del Collegio Paolo VI. «In questi sette anni da direttrice – prosegue suor Sara – mi sono sempre più resa conto che ciò che dà senso al vivere insieme è la disponibilità a entrare in relazione con ciascuna persona, scoprendo così che gli altri sono un valore».

Negli ultimi sessant’anni il civico 9 di via Andrea Verga, a Milano, ha accolto centinaia di studentesse provenienti da tutta Italia, ma anche dal resto d’Europa, impegnate nel loro percorso universitario. Le mura entro cui moltissime studentesse si sono conosciute e hanno condiviso gli anni di giovinezza danno vita, dal 1965, al sogno dell’allora Arcivescovo di Milano, il cardinal Montini, che con sguardo profetico ha intuito l’importanza di investire sulla formazione universitaria delle giovani donne. Il progetto ha dunque preso forma e coinvolto l’ordine delle Suore Orsoline di San Carlo e, dal 1990, anche la realtà dell’Università Cattolica.

Lo scorso 11 ottobre la comunità delle paoline si è riunita per celebrare il 60° anniversario della fondazione, alla presenza della professoressa Anna Maria Fellegara, Pro-Rettore Vicario che ha inaugurato la giornata ricordando come «nel disegno originario di padre Gemelli i collegi sono stati intuiti e realizzati come tassello necessario alla costruzione e al rinnovamento, luoghi e spazi e tempi in cui fare esperienza del sapere e della formazione, non limitata al passaggio e al trasferimento di nozioni».

L’impresa educativa è stata ricordata anche dall’attuale Assistente pastorale del collegio, Fra Carmine Ferrara, il quale ha appassionatamente richiamato l’intera comunità a rifarsi a Cristo, «l’unico e vero educatore», al cui Cuore è interamente consacrata la nostra Università.

Un articolo di

Rebecca Maletta

Rebecca Maletta

Vicedirettrice Collegio Paolo VI

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Il Paolo VI per le collegiali di ogni tempo rappresenta una casa lontano da casa. «Una casa che ti insegna a diventare grande senza accorgertene, - racconta Giovanna, paolina che orgogliosamente racconta gli anni ’90 del collegio - a credere nei tuoi sogni e a costruire, mattone dopo mattone, quel ponte ideale che unisce il Collegio all’Università Cattolica, due luoghi diversi, ma animati dallo spirito di chi cerca, studia, cresce e si mette in gioco con coraggio».

Uno spirito, quello del Paolo VI, che, sulle orme del sogno del cardinal Montini, forma giovani donne per accompagnarle in una ricerca che si mantiene aperta al mistero di Dio e alla vocazione all’amore, nel solco di uno sguardo integrale sull’umano.

La storia del Paolo VI è plasmata dalle singolari e irripetibili presenze di collegiali che da anni desiderano poter dar forma al filo che le lega al collegio e che permane anche negli anni successivi alla laurea. Il «cuore e lo sguardo aperto» di cui parla Clelia, attuale collegiale, e ai quali si rivolge il progetto educativo dei Collegi, generano infatti desideri che non sempre trovano un immediato e breve riscontro. La gioia che ha colorato la giornata dell’11 ottobre nasce anche da questo sogno, divenuto finalmente realtà; «possiamo prendere atto – ha annunciato la Direttrice – che l’associazione è nata: oggi posso finalmente comunicare a tutte voi che l’Associazione Paoline è stata costituita!». La nascita dell’Associazione, volta ad accogliere tutte coloro che, nell’imprevedibile svolgersi delle loro vite, si sono imbattute nella realtà del Paolo VI e ne sono divenute parte, è il compimento di un passo fondamentale che restituisce l’affascinante complessità della nostra storia.

Festeggiare, dunque, il compimento della sesta decina dalla fondazione significa gioire di una storia che ci precede e ci accoglie, di una storia che ogni collegiale contribuisce a rendere viva e che può prendere forma solamente nell’intrecciarsi delle libertà di soggetti diversamente coinvolti ma accomunati dal medesimo intento di dare vita a una realtà comunitaria ed educante.

Dopo l’evento di apertura in auditorium, la giornata è proseguita con la Santa Messa nella parrocchia di San Francesco al Fopponino presieduta da S. E. Monsignor Claudio Giuliodori, celebrata in spirito di comunione con collegiali, direzioni dei Collegi in Campus, professori dell’Università e membri della Fondazione Educatt che hanno voluto rendere grazie per la ricchezza dei sessant’anni del Paolo VI, affidando in questo modo anche l’Associazione Paoline appena nata.

Così, una tipica giornata di sole ottobrina ha fatto da cornice alla commozione generale e allo stupore di chi, di fronte a volti sconosciuti, ha potuto fin da subito scorgere un tratto comune, il tratto di chi, in un modo o nell’altro, è entrato a far parte di una storia decennale che ci precede e che, tuttavia, senza la libera partecipazione dei suoi protagonisti, non potrebbe guardarsi alle spalle con orgoglio e non potrebbe rivolgersi al presente con passione e fiducia.

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