NEWS | Alumni

Cronista, scrittore e maestro elementare «devono saper spiegare cose alle persone»

04 aprile 2023

Cronista, scrittore e maestro elementare «devono saper spiegare cose alle persone»

Condividi su:

Da lato un padre caduto nella dipendenza, un figlio deluso dalla debolezza del genitore, un faticoso ribaltamento di ruoli, l’onere di dover(si) costruire da macerie non tue.

Dall’altro l’ossessione di ripercorrere le tracce di un pittore schivo, autore di quadri di discutibile qualità appesi alle pareti di una pizzeria altrettanto scarsa.
 
Sono le due trame parallele che compongono Sei tu il figlio (Piemme, 2023 pag. 256), esordio letterario di Emanuele Galesi e vincitore dell’ultima edizione del Premio letterario Angelo Zanibelli – La parola che cura.

Nato a Brescia nel 1980 e laureato al DAMS, lasciata la carriera nella redazione cronaca e web del quotidiano Giornale di Brescia, oggi Emanuele ha deciso di tornare sui banchi della Cattolica per iscriversi alla facoltà di Scienze della formazione primaria e diventare maestro elementare.

Partiamo dalla fine. Come nasce l’idea del romanzo?
«La narrazione mixa esperienza autobiografica ad elementi di fiction. Nasce dall’aver vissuto, con mia sorella, una sequenza di scene surreali, di quelle che ti portano a dire “questa dobbiamo metterla per iscritto…”. Forse serviva a noi per primi per realizzare quanto fosse tutto vero. Qualcun’altro ci avrebbe fatto un film, una drammaturgia o un’installazione… Per me la forma più naturale è stata quella del libro».

Citi cinema, teatro, arte non caso, vista la tua laurea al DAMS. Quali insegnamenti di allora ricorrono nel tuo percorso di oggi?
«Scelsi l’indirizzo cinematografico, ricordo in particolare un laboratorio di scrittura con Vincenzo Buccheri (1970-2009), ma anche le lezioni di storia del cinema, filmologia, sceneggiatura. Oggi le persone mi dicono che scrivo evocando immagini, descrivo gli ambienti come se fossero inquadrati da una telecamera. Avere nozioni di arte, musica, teatro è altrettanto importante… Per scrivere storie plausibili occorre una cultura generale ampia. 

Anche la prospettiva giornalistica è nata in Cattolica…
«Grazie ad una convenzione della Cattolica con l’Università Ludwig Maximilian di Monaco ho avuto la possibilità di fare uno stage di tre mesi nella redazione culturale del quotidiano Abend Zeitung di Monaco di Baviera. Scrivevo soprattutto recensioni di libri e film, qualche volta imbastivo le pagine. Una volta rientrato ho iniziato la collaborazione col Giornale di Brescia, prima come collaboratore esterno per lo sport, poi è arrivata cronaca, fino al praticantato e all’assunzione in redazione, dove ho lavorato fino a qualche anno fa». 

Come si passa dagli articoli per un quotidiano locale ad un intero romanzo?
«La prima stesura del romanzo risale ad anni fa. C’è stato un elemento di passaggio, nel 2015, con L’Atlante dei Classici padani. Lì mi sono confrontato con l’idea di scrivere pezzi che non fossero articoli di cronaca ma nemmeno saggi d’approfondimento. Per la prima volta mi sono accostato alla “dimensione libro”, ai concetti di revisione e riscrittura del linguaggio. Ho poi frequentato una scuola di scrittura per apprendere alcune regole, affinare la tecnica ed elaborare il manoscritto a vantaggio del lettore. L’autore deve guidare quest’ultimo dentro la storia. Un po’ come quando porti qualcuno su un sentiero di montagna, devi spiegargli cosa succede e come fare».

Oggi sei nuovamente studente in Cattolica a Brescia.
Sto frequentando il 2° anno in Scienze della formazione primaria e lavoro già in una scuola. Ho mantenuto qualche collaborazione giornalistica, ma desideravo lavorare coi bambini.

Una virata drastica...
Per certi versi lo è, a livello di ritmi e della diversa consapevolezza con cui sto affrontando il ritorno sui libri. Ma esiste anche un punto di contatto tra questr professioni: devono saper spiegare le cose alle persone, fornendo gli strumenti per la comprensione. Prima erano fatti di cronaca cittadina, ora sono le tabelline.

Un articolo di

Bianca Martinelli

Bianca Martinelli

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti