Ventidue anni, saltatore triplo delle Fiamme gialle e della Nazionale italiana, Dallavalle ha l’atletica nel sangue (il padre gareggiava, così come la madre, che ha vinto sette titoli italiani). Non crede nella scaramanzia ma nell’impegno, nel talento e nella costanza, anche se a Tokyo non si dimenticherà di quel paio di calzini che lo accompagnano in tutte le gare importanti.
Nell’attesa di volare nella capitale giapponese, Andrea, che ha aderito al progetto dell’Università Cattolica Dual Career dedicato agli studenti atleti, è impegnato a preparare gli ultimi due esami della laurea in Economia aziendale; dopodiché si iscriverà alla magistrale in Banking and Consulting, perché la finanza è diventata la sua seconda passione, da coltivare insieme al suo sogno olimpico.
E, come ottimo viatico per l'avventura in Giappone, Andrea Dallavalle poco prima di partire per Tokyo si è regalato il titolo Under 23 ai Campionati Europei di Tallinn, in Estonia. Un successo che gli è valso anche l'apprezzamento del Presidente del Consiglio Mario Draghi in occasione del ricevimento - a cui ha preso parte con una delegazione della Fidal - della Nazionale di calcio fresca campione d'Europa e del tennista Matteo Berrettini reduce dalla finale di Wimbledon. «Non trovo le parole per descrivere la mia felicità - ha detto a margine della conquista del titolo - per me è quasi un tabù sfatato perché nelle competizioni internazionali ho sempre collezionato argenti e bronzi. Mi sentivo bene, la pedana era buona e nonostante il vento sono riuscito a fare un ottimo risultato frutto del bellissimo lavoro che stiamo facendo con lo staff. In ottica Tokyo c'è di buono che ho gestito bene i tre salti e questo significa che in fase di qualificazione potrebbe uscire qualcosa di molto buono. Sono molto fiducioso».