Quest’anno il corso di Diritto penale I, tenuto dal professor Matteo Caputo, prenderà avvio martedì 7 ottobre alle ore 9.30, con la partecipazione di un ospite la cui presenza potrebbe apparire insolita. In Aula Magna, il professor Caputo darà la parola al rapper Kento (pseudonimo di Francesco Carlo) che avrà il compito di fare da padrino d’eccezione del Corso per l’anno accademico 2025-2026.
La lezione, rinunciando ad alcuni canoni convenzionali propri dei discorsi introduttivi degli insegnamenti universitari, lascerà spazio a un intreccio di riflessioni tenute insieme dalla forza evocativa delle storie e vivificate dall’esperienza sul campo.
Gli studenti vedranno abbandonato per qualche ora il linguaggio tecnico dei penalisti e fruiranno di un codice diverso, fatto di barre e strofe e capace di trasferire in musica rap vissuti, racconti, paure, sfide, rinascite di ragazzi e ragazze rinchiusi dietro le mura del carcere. Kento ha molto da raccontare a tutti noi: da diversi anni tiene laboratori di scrittura rap negli istituti penitenziari per minorenni e la sua intensa vicenda umana e musicale è raccolta nel libro Barre. Rap, sogni e segreti in un carcere minorile, edito da minimum fax e pubblicato nel 2021.
La forza della parola e della parola messa in musica può essere un volano per esprimere emozioni, per superare il vortice del silenzio, per sconfiggere la solitudine e l’apatia in un momento esistenzialmente drammatico, in cui si teme di aver perso tutto e in cui le sbarre rappresentano il solo orizzonte davanti a sé.
Il lavoro di Kento, che mette il suo talento a servizio dei più giovani, scommette sul potere terapeutico della parola e sulla capacità trasformativa degli incontri personali per riattivare l’intima conversazione con sé stessi. Diversi i messaggi che la presenza di Kento vuole offrire alla comunità studentesca: l’importanza di superare l’immobilismo del legame con il passato e di trovare le «parole giuste», perché attraverso la loro magia è possibile (ri)trovare gli altri e (ri)creare ordine nei propri mondi personali.
L’’inciampo’ nella musica durante l’esperienza della detenzione ha rappresentato, per alcuni minorenni, un punto di svolta, un’àncora di salvezza per liberarsi dall’etichetta negativa del reato commesso. Di questo e di tanto altro ci parlerà il nostro ospite. L’impegno civile di Kento, da cui gli studenti trarranno un notevole insegnamento per il proprio futuro professionale e personale, molto ci dice sull’aspirazione alla giustizia quale percorso capace di tenere insieme la tutela dei diritti dei più deboli e la costruzione partecipata di seconde possibilità.
Photo Credits Raffaella Vismara