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È la stampa, bellezza. Al via con Piero Badaloni la nuova edizione di Cives

25 ottobre 2024

È la stampa, bellezza. Al via con Piero Badaloni la nuova edizione di Cives

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«Viviamo nell’epoca della post-verità. C’è un passato che non vuole passare: in Austria i vincitori delle elezioni parlamentari (l’ultradestra di Fpö, ndr) festeggiavano cantando l’inno delle SS. E in Spagna Vox sta portando avanti una battaglia per smantellare la legge del 2022 e quindi negare ai familiari delle vittime del franchismo i diritti acquisiti” ha aperto così il giornalista Piero Badaloni la 24° edizione del corso di formazione Cives, promosso dall’Università Cattolica insieme a diocesi di Piacenza-Bobbio e Fondazione di Piacenza e Vigevano. 

È la stampa, bellezza! è il titolo di questa nuova edizione dedicata all’informazione, che il professor Paolo Rizzi, docente di Politica economica dell’Università Cattolica e tra i fondatori di Cives, introduce così: «Per la stessa notizia abbiamo narrazioni e valutazioni opposte, per non parlare delle fake news e delle macchine del fango che possono distruggere l’immagine pubblica di politici, intellettuali, artisti e persone comuni. Sembra che informazione e democrazia oggi non siano così paralleli e simpatetici, e che la propaganda politica abbia il sopravvento». 

Del resto, come precisato da Francesco Petronzio, fra i coordinatori del corso «il mondo dell’informazione è in crisi, i giornali vendono sempre meno, i nuovi media avanzano e con essi le fake news. Abbiamo dedicato la 24esima edizione di Cives a questo tema per conoscerlo meglio e approfondirne le varie componenti». 

«La verità è succube della propaganda» secondo Badaloni «e l’ascesa dell’estrema destra è causa e conseguenza della disinformazione: nell’ultimo anno è raddoppiato il numero di giovani che votano per i partiti di estrema destra, che vivono di propaganda». Secondo il giornalista, oggi è sempre più sottile la linea che distingue un fatto da un’opinione. «Oggi spesso le due cose si confondono. I giornalisti non sono più analisti, ricercatori della verità, ma opinionisti, militanti. Non esiste più la mediazione del giornalismo, i social l’hanno travolta. Nei talk show il giornalista non si limita alla domanda, ma dà la propria opinione».

Anche il modo in cui le notizie vengono scelte e valorizzate influenza il pubblico «In Italia » prosegue Badaloni «si dà molto più spazio alla cronaca nera rispetto al resto d’Europa. E, dall’altro lato, manca completamente l’informazione internazionale: l’Africa, ad esempio, per i nostri telegiornali non esiste. Nessuno parla di ciò che le grandi potenze mondiali stanno facendo. Va ritrovata una priorità perduta: se viene imposta, anziché discussa, si perde l’equilibrio».

Attraverso i prossimi nove incontri, che si snoccioleranno fino al 7 marzo 2025, si continuerà ad indagare il tema dell’informazione nelle sue molteplici sfaccettature. Fra gli ospiti in programma, volti noti del giornalismo come Cecilia Sala, Chiara Piotto e Giangiacomo Schiavi. 

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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