«I politici del mondo occidentale per molto tempo hanno guardato altrove e non hanno ascoltato i moniti che avevamo fatto sull’aggressività di Putin» - ha specificato Scherbakova.
Il rettore Franco Anelli, introducendo l’incontro, ha ricordato che «il pensare la guerra non può essere distinto dal pensare la pace, la democrazia, i diritti umani, lo sviluppo integrale» e ha richiamato il nucleo centrale dell’enciclica Pacem in Terris di Papa Giovanni XXIII di cui quest’anno ricorrono i 60 anni dalla pubblicazione. “Gli uomini vivono sotto l’incubo di un uragano che potrebbe scatenarsi in ogni istante con una stravolgenza inimmaginabile” - scriveva il Papa – “Si mettano al bando le armi nucleari e si pervenga finalmente al disarmo integrato da controlli efficaci”.
«Oggi siamo tornati all’uso delle armi convenzionali, ma ne stiamo vedendo la disumanità - ha concluso il Rettore -. La guerra è contraria alla ragione ma è qualcosa di più, è qualcosa di alieno che non ha a che fare con la ragione e con l’umanità. Non c’è bisogno dello spettro atomico, del rischio dell’estinzione della specie umana, quella estinzione sta nella disumanità con cui il conflitto si svolge, con qualsiasi arma».
Proprio l’assurdità di questo conflitto, la violenza perpetrata dalla Russia ai danni della popolazione civile ucraina senza pietà è il filo conduttore del confronto guidato dal giornalista Stefano Vastano che ha Irina Scherbakova, Karl Schlögel, professore emerito di Storia dell’Europa Orientale, Europa-Universität Viadrina a Francoforte sull’Oder, e il direttore di Aseri Vittorio Emanuele Parsi.
Proprio pochi giorni fa è stato riabilitato Memorial, soppresso da Putin alla fine di dicembre del 2021, l’istituzione presente in diversi Paesi europei che Irina Scherbakova aveva contribuito a creare dopo aver raccolto all’inizio degli anni Settanta molte testimonianze sulla storia del Terrore in Russia che era stato oscurato. «Questo era l’obiettivo di Memorial, rielaborare il passato perché senza questa operazione non avremmo potuto avviare delle riforme».