«Ringrazio tutti per la partecipazione, è bellissimo rincontrarvi e conoscere i numerosi nuovi arrivati a Londra. Era da tanto che non realizzavamo un evento del genere e ringrazio l’Ufficio Alumni UCSC che ha curato l’organizzazione in ogni dettaglio e permesso tutto ciò». Andrea Bertolini, referente del Comitato Internazionale Alumni UCSC – UK, Alumnus della Facoltà di Economia, introduce così l’evento rivolto a tutti gli ex studenti dell’Università Cattolica, oggi professionisti nella City.
Tema dell’evento: l’intelligenza artificiale. Come sta evolvendo? Quanto incide nelle professioni e nella vita di tutti i giorni? Quali rischi? Quali limiti? Gli alumni di Giurisprudenza, la giornalista Anna Irrera e l’avvocato Giuseppe Giusti hanno dialogato sull’argomento insieme al professor Giuseppe Riva, ordinario di Psicologia Generale e direttore Humane Technology Lab dell’Università Cattolica.
«Oggi sono qui per dialogare con voi su come l’intelligenza artificiale sta evolvendo e cambiando sempre più velocemente, segnando una vera e propria rivoluzione industriale», ha esordito il professor Riva. Da circa un anno l’Ateneo ha avviato Humane Technology Lab, un laboratorio trasversale focalizzato sull’impatto della tecnologia per investigare il rapporto tra esperienza umana e tecnologia.
«La sfida dell’Università Cattolica - spiega il docente della Cattolica - non è tanto fare dei corsi di Intelligenza Artificiale, che ogni sei mesi può cambiare ma integrare nei corsi di Economia, di Diritto, di Psicologia, l’esperienza di questi strumenti, che sono tantissimi».
Parlando di scenari futuri, il professor Riva è certo che l’intelligenza artificiale avrà un impatto significativo nel modo del lavoro e che sarà sempre più importante avere delle conoscenze trasversali e un approccio multidisciplinare sia per “fare la differenza”, sia per saper gestire la tecnologia.
Un altro aspetto da sottolineare è regolamentarne l’utilizzo perché con la tecnologia è ormai possibile fare qualsiasi cosa, anche in negativo. A tal proposito interviene l’avvocato Giuseppe Giusti che conferma come attualmente ci sia una impossibilità pratica di regolamentazione poiché ogni Stato agisce in maniera autonoma.
«L’unica formula che potrebbe funzionare - suggerisce l’alumnus - è introdurre una normativa che richiede alle società produttrici una licenza prima di mettere a disposizione e/o in vendita un prodotto di tal genere». Si aggiunge, inoltre, la questione che ormai tante società stanno sviluppando propri modelli di intelligenza artificiale generativa con capitali ben diversi e quindi diventa difficile un allineamento anche a livello di monetizzazione.
Un esempio è la società Open AI ideatrice di ChatGpt, la prima tecnologia che ha raggiunto un numero così alto di utenti in così poco tempo - 200 milioni attivi. Questo successo ha fornito agli sviluppatori una quantità di dati enorme per migliorarne il funzionamento ma in ogni Paese è stata regolamentata in maniera diversa.
Per concludere, la giornalista Anna Irrera propone il gioco dello “spacciato” o “salvato”. Chirurgo, avvocato, giornalista, manager, analyst, influencer: quali professioni continueranno a esistere e quali, invece, saranno sostituite? Gli alumni, insieme, per alzata di mano, hanno così condiviso le proprie opinioni su come alcune figure professionali potranno cambiare oppure adattarsi per “sopravvivere”.
Infine, dato l’interesse suscitato dal panel, il Comitato Internazionale Alumni UCSC - Londra ha proposto di organizzare nei prossimi mesi altri incontri sull’intelligenza artificiale per approfondire una tematica attuale e in continuo aggiornamento.
La serata si è conclusa con un aperitivo di networking in giardino.