Un’altra grande forza per Alice è Chiara è stato senza dubbio il fatto che hanno sempre studiato insieme, per tutti gli esami: «Abbiamo trovato il nostro metodo e ha funzionato benissimo, ci aiutiamo molto e ci sproniamo a vicenda nello studio come anche nello sport». Raccontano infatti di un rapporto tra loro dove non c’è rivalità, ma un continuo e vicendevole stimolo a dare sempre il meglio, a non mollare mai. E se ripensano alla tensione “pre-esame” e all’adrenalina “pre-gara” - che tante volte si sono ritrovate ad affrontare insieme – ritengono che «sono due cose molto differenti, ma per gestire e superarle entrambe, pensiamo sia fondamentale essere estremamente concentrate e riuscire a rilassarsi e credere in se stessi».
Giunte al traguardo della loro laurea, le neodottoresse Alice e Chiara sono quindi molto soddisfatte dell’aver studiato in Cattolica, dove grazie al programma Dual Career sono riuscite a conciliare lezioni, tirocini, appelli di esami in concomitanza con competizioni internazionali e tanti allenamenti. Ma le alumne campionesse di Wakeboard sono soddisfatte anche perché «tutte le lezioni e i professori ci hanno dato qualcosa di importante, come ad esempio Paola Vago, docente di Teoria e metodologia del movimento umano, che è riuscita a farci arrivare dei concetti fondamentali, declinandoli nell’attività pratica, così che non li potremo mai dimenticare». A tutto ciò si aggiunge un forte sentimento di appartenenza, che fa la differenza nell’essere uno studente e poi un alumnus dell’Ateneo del Sacro Cuore: «La Cattolica ti fa sentire parte di qualcosa, noi in questi tre anni ci siamo sentite parte di una squadra e questo secondo noi è un valore aggiunto molto importante».
Se rivolgono il loro sguardo al futuro Chiara e Alice, oltre a continuare ad arricchire il proprio palmarès di vittorie nel wakeboard – che già conta di titoli mondiali, europei e internazionali – vorrebbero «far conoscere sempre di più la nostra disciplina nel mondo e riuscire a far comprendere quanto è importante lo sport, diventare preparatrici atletiche e passare la nostra passione ai più piccoli».
Entrambe pluricampionesse di wakeboard - uno sport acquatico nato dalla fusione dello sci nautico e dello snowboard - si sono appassionate a questa disciplina spettacolare quando erano ragazzine «avevamo una casa sul lago dove per primi i nostri fratelli più grandi si sono cimentati nel wakeboard; quando siamo cresciute abbiamo voluto provare anche noi, ed è stato amore a prima vista, abbiamo da subito avuto un “bel piede” e poi questo sport ci faceva sentire sensazioni che nessun altro sport ci aveva mai dato, e così è iniziato tutto». Da allora le gemelle Virag con passione, impegno e duri allenamenti sono arrivate ad essere tra le prime dieci donne al mondo a disputare gare internazionali in questo sport. A undici hanno vinto gli europei per la prima volta, nella categoria Youngers mentre, nelle ultime stagioni, hanno gareggiato nella massima categoria, Open ladies. I loro prossimi traguardi sportivi sono i mondiali «e riuscire a far diventare il wakeboard una disciplina olimpica».
Grande passione sportiva da una parte, e profondo interesse per le discipline studiate del proprio corso di laurea, sono state le leve sulle quali le dottoresse campionesse Virag hanno costruito i propri successi sportivi e le proprie soddisfazioni personali. Due ambiti, quello dello sport e dello studio universitario, che sono stati portati avanti in parallelo ma anche intrecciandosi, perché sicuramente dall’impegno universitario - vale a dire da lezioni da seguire, libri da studiare, esami da preparare e sostenere - Chiara e Alice hanno acquisito una serie di competenze e soft skills, come la capacità di organizzazione e pianificazione, che hanno sicuramente rafforzato le loro forti potenzialità sportive. La riprova di tutto questo è nelle parole di Alice che, se dovesse paragonare i suoi anni di studio in largo Gemelli a una figura acrobatica del wakeboard, non potrebbe che pensare al “Raley, il cosiddetto Superman, il volare in aria, come spesso mi sono sentita in questi anni in cui ho frequentato la Cattolica» mentre Chiara non ha dubbi nell’identificare la propria esperienza universitaria nel «salto in avanti, perché la laurea in Cattolica è un prezioso e utile bagaglio che mi porterò dietro per tutta la vita».