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Giornalismo multimediale, a Lingue si realizzano le inchieste

22 giugno 2021

Giornalismo multimediale, a Lingue si realizzano le inchieste

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Un laboratorio per capire in che direzione sta andando il mondo dell’informazione e come utilizzare al meglio gli strumenti del giornalismo multimediale: è quello che da gennaio a maggio ha visto coinvolti trenta studenti della Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere della sede di Brescia dell’Università Cattolica, provenienti da annualità e curricula diversi, che hanno prima appreso la teoria del mestiere del giornalista, per poi mettersi alla prova sul campo realizzando, divisi in gruppi, degli elaborati multimediali. 

Il frutto del lavoro, condotto al fianco della redazione e dei giornalisti del quotidiano Giornale di Brescia (testimonianze agli studenti sono portate da Massimo Lanzini per la carta stampata, Francesca Renica per social, Guido Zubani per la regia TV e Fabio Gafforini per il web, oltre che tutor di laboratorio), è stato presentato in diretta streaming sul sito della testata bresciana (clicca qui per rivedere la diretta e la presentazione degli elaborati).

Collegati con la Sala Libretti nella sede del Giornale di Brescia, oltre agli studenti alla presentazione erano presenti la direttrice del Giornale di Brescia e Teletutto Nunzia Vallini, Giovanni Gregorini (coordinatore del Corso di Studi in Scienze Linguistiche della sede di Brescia), Maria Teresa Zanola (presidente Se.L.d’A - Servizo Linguistico di Ateneo) e CEL/ELC - Conseil Européen pour les Langues/European Language Council della Cattolica), Paolo Carelli e Marina Villa – docenti di Teoria e Tecnica dei Media e dell’Informazione e titolari del Laboratorio di Giornalismo alla Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere.

Cinque i temi presi in esame e tradotti in altrettante video-inchieste, curate dagli studenti sia nella fase di ideazione, individuazione delle fonti e scrittura, che sul lato tecnico video, montaggio, audio e luci:

Giovani e pandemia particolare riferimento al settore sportivo bresciano, la cui panoramica presentata è la sintesi di un sondaggio somministrato a ben 500 addetti al settore (gruppo formato da: Davide Biffi, Arianna Pellegrini, Noemi Salada, Silvia Sottini e Alessia Tagliabue).

Sociale e nuove povertà, un settore che statisticamente ha subito un’impennata in concomitanza con l’evento pandemico. Dall’inchiesta, che ha coinvolto anche la Caritas e il Centro d’ascolto Meda, emerge come il 90% del settore abbia garantito i servizi, seppur con modalità aggiornate (Lucrezia Broggini, Chiara Galbassini, Emily Pesenti, Chiara Zini ed Erica Zini).

Turismo come volano per la ripartenza con il fenomeno sempre più diffuso del turismo di prossimità e le tecnologie per ampliano le modalità di fruizione culturale. Sono state raccolte le testimonianze Marco Villa direttore di Gite in Lombardia e Stefano Karadjov direttore di Fondazione Brescia Musei (Elena Arienti, Daniele Assoni, Dimitro Borsu, Alberto Della Torre, Marta Tallarini e Milena Vezzoli).

Sostenibilità ed economia circolare, come cambia il mondo di fare impresa? Gli studenti hanno raccolto il punto di vista di PMI e grandi aziende ma anche la testimonianza dei rappresentanti delle istituzioni deputate, come Roberto Saccone, Presidente della Camera di Commercio di Brescia (Francesco Bertoli, Alessia Braga, Elisa Cavalli, Giorgio Francinelli, Gaia Gaddi e Daniele Pace Seresina).

Nuovi mestieri, con focus sulla nuova imprenditoria femminile, da cui emerge come l’incontro tra innovazione digitale ed imprese legate ad un artigianato che affonda le proprie radici nel passato, costituisca un mix vincente per la ripresa. Le storia di tre imprenditrici lo dimostrano (Alessia Contessi, Lisa Lorenzi, Marta Mazzetti, Carolina Montini e Maia Veselinovic).

Tra passato e futuro l’intervento introduttivo della direttrice Vallini: «Il laboratorio affonda le radici in un consolidata collaborazione tra Editoriale bresciana e Università Cattolica e oggi interseca una sorta di chiamata alla armi che i giovani rivolgono al nostro gruppo editoriale, chiedendoci di essere protagonisti e parte attiva della narrazione del loro tempo». 

Una narrazione che, secondo Zanola, assumerà sempre più carattere interculturale «Il ruolo delle lingue è infatti rilevante nella costruzione della parola e dell’efficacia comunicativa nello spazio europeo». Concetto che, sul fronte dell’offerta formativa di facoltà rapportato al mondo del lavoro, è stato ripreso anche da Gregorini, per cui «la facoltà si colloca sul crinale delicato ma decisivo dell’incontro tra la conoscenza delle lingue e il mondo delle professioni e del lavoro; l’obietitvo è generare una cultura plurilinguistica spendibile nel mondo dell’impresa, del turismo, delle relazioni internazionali e, non ultimo, della comunicazione e quindi del giornalismo».

Competenze multilingue ma anche crossmediali, come ha dettagliato nel corso della presentazione Gafforini, giornalista di Teletutto e tutor del laboratorio.
«Non solo le video-inchieste per il TG che abbiamo visto: con linguaggi e mezzi integrati il lavoro ha sviluppato anche articoli per carta stampata, i long form destinati al web compresivi di testo, video, info-grafiche, gallery fotografica e la trasposizione dei contenuti per la parte social. Parte del lavoro è stato anche imparare a gestire i cambianti di programma in agenda e rispettare le scadenze giornalistiche, al di là del termine dell’attività didattica, per simulare la vita di redazione».

Collaborazione è la parola chiave per la prof.ssa Villa, secondo cui: «La collaborazione con i giornalisti di Editoriale bresciana dura da diversi anni ma questa è la prima volta che progettiamo un corso assieme. Il lavoro in tandem con la redazione ha infatti permesso di individuare temi di grande attualità che poi gli studenti hanno sviluppato anche grazie agli strumenti che la redazione ha fornito per lavorare a distanza». 

E sempre a questo proposito il prof. Carelli ha fatto notare come «Fare giornalismo significa contatto, relazione, lavoro in team, consumare le suole delle scarpe per andare nei luoghi… la pandemia, escludendo queste circostanze, ci ha obbligato a toccare con mano come cambia e come sta cambiando anche il mondo dell’informazione, le modalità con cui un’intervista passa dalla modalità in presenza a Zoom senza perdere di qualità, come ultimare un servizio o un articolo anche se sorgono imprevisti o contrattempi con le fonti».

Un articolo di

Bianca Martinelli

Bianca Martinelli

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