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I libri ci fanno «archeologi di noi stessi»

10 marzo 2023

I libri ci fanno «archeologi di noi stessi»

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«Tutti abbiamo a che fare con le parole». Tutti, chi per mestiere e chi per passione, «scriviamo una storia della nostra vita», in molti casi inconsapevole ma comunque «fatta di parole con cui ci raccontiamo», «tessiamo il filo delle nostre emozioni». Una storia che imprescindibilmente «passa dalla lettura». Del resto, scriveva Marcel Proust ne La Recherche, “ogni lettore, quando legge, legge se stesso”. Ilaria Gaspari, sin da bambina lettrice appassionata («non avendo la tv leggevo tanto»), laureata in Filosofia alla Normale di Pisa e con un dottorato conseguito alla Sorbona di Parigi, è perfettamente in linea con le ragioni che animano la “Scuola di lettura” promossa dall’editrice Vita e Pensiero: riaffezionare al piacere di leggere. È stata lei, infatti, giovedì 2 marzo l’ospite della terza tappa dell’iniziativa culturale inaugurata a fine ottobre da Alessandro D’Avenia e proseguita a novembre con la partecipazione di Alberto Manguel.
 
Autrice per Einaudi di libri come Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita e Vita segreta delle emozioni, quello di Ilaria Gaspari è stato un viaggio letterario alla scoperta delle emozioni più nascoste, di cui difficilmente abbiamo coscienza. Ad aiutarla in quest’avventura “Doppio sogno”, scritto dal medico e drammaturgo tedesco Arthur Schnitzler nel 1925 e famoso per aver ispirato l’ultimo film del regista americano Stanley Kubrick “Eyes Wide Shut”. Un’opera straordinaria che ha offerto anche l’occasione per riflettere e mettersi in relazione con la dimensione nascosta del nostro vissuto interiore, oggi spesso ignorato in quanto sempre più «analfabeti» e «privi di un’educazione sentimentale», come ha giustamente osservato il direttore editoriale di Vita e Pensiero Aurelio Mottola, introducendo l’incontro dal suggestivo titolo “La vita segreta dei desideri”.

La brevissima novella di Schnitzler, infatti, «tocca temi che riguardano la nostra vita», ha osservato Gaspari. Romanzo a metà tra l’allucinato e l’allucinante, tra mondo vigile e onirico, è il racconto di un sogno che apre una finestra sul mondo sconvolgente dell’inconscio. Contemporaneamente è un thriller, un giallo insoluto che fino alla fine tiene il lettore col fiato sospeso. Ma è anche la storia di un matrimonio, tra Albertine e Fridolin, che parla di desiderio, tenerezza, infedeltà, capacità di amare e riscoprire l’altro. Un romanzo, di per sé, rivoluzionario poiché mette a nudo i desideri profondi con cui tutti gli esseri umani si confrontano e lo fa attraverso la voce di una donna, un fatto inedito se pensiamo all’epoca in cui fu scritto. 


«Ho letto per la prima volta questo libro a quindici anni. Avevo comprato il testo in un baracchino di Piazza Mercanti, a Milano», ha raccontato la giovane scrittrice di origini milanesi, ma che oggi viva tra Roma e Parigi. «Ero in quella fase di riottosità, propria dell’adolescenza, in cui non avevo voglia di ascoltare nessuno e non mi piaceva leggere opere che mi parevano fredde ed esageratamente razionali. Non sapevo nulla dell’amore, per me terreno inesplorato e non potevo aver vissuto niente di simile alla coppia di protagonisti del libro».

Eppure “Doppio sogno” è stata una «lettura formativa», che ha profondamente segnato Ilaria Gaspari. Questo perché, ha spiegato, «i libri hanno cicli che accompagnano i cicli della nostra vita». In altre parole, attraverso i libri possiamo essere «archeologi di noi stessi» e «risalire a quelle fasi della vita che abbiamo attraversato». Così, «riprendere tra le mani la novella di Schnitzler, mi ha fatto rivedere le parole che avevo cerchiato, le note che avevo scritto e mi ha fatto capire ciò che fanno i libri ». Quelli che amiamo davvero ci cambiano, ci rinnovano anche attraverso il contatto con le parole. Da questo punto di vista la lettura deve rimanere una «forma di trasgressione» e mantenere una «spensieratezza un po’ anarchica». Non devono esserci letture obbligatorie e ciascuno di noi deve concedersi la «libertà di confezionare il proprio gusto letterario», pur se non rispecchia quello che gli altri si aspettano da noi. Ecco scrivere significa anche questo: «esplorare il potere immenso che hanno le parole», un potere che «può essere costruito solo con la lettura».

La lezione di Ilaria Gaspari ► Versione integrale

E se così è, val la pena allora non perdere il prossimo appuntamento dell’iniziativa di Vita e Pensiero, in programma giovedì 30 marzo (ore 17.00, via Necchi, 15). Paolo Alliata, autore di diversi libri, tra cui si ricordano quelli più recenti pubblicati da Ponte alle Grazie come Dove Dio respira di nascosto (2018) e C’era come un fuoco ardente (2019), condurrà i lettori a riscoprire parole, immagini e colori di un altro capolavoro della letteratura del Novecento: “Il deserto dei tartari” di Dino Buzzati.

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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