(© Vatican Media)
Oggi, in modo particolare, è necessario fare tesoro di tutto il cammino compiuto per affrontare le sfide presenti e quelle del domani. È lo stesso Magistero, dedicato all’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ci invita ad osare per affrontare in modo profetico le grandi questioni in cui si dibatte oggi l’umanità.
Confortati dal cammino fatto e consapevoli che questo Ateneo e tutti gli atenei cattolici sgorgano “ex corde Ecclesiae”, dobbiamo saper guardare al futuro e al compito fondamentale che è affidato alle istituzioni accademiche, frontiera avanzata della missione della Chiesa. Come ho scritto nella Esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit, occorre in primo luogo promuovere scelte concrete per il «rinnovamento e rilancio delle scuole e delle università “in uscita” missionaria, quali: l’esperienza del kerygma, il dialogo a tutti i livelli, l’interdisciplinarietà e la transdisciplinarietà, la promozione della cultura dell’incontro, l’urgente necessità di “fare rete” e l’opzione per gli ultimi, per coloro che la società scarta e getta via» (n. 222). Sono le indicazioni contenute in modo particolare nel Proemio della Costituzione apostolica Veritatis gaudium che costituisce la magna carta per il rinnovamento delle università e facoltà ecclesiastiche, ma offre importanti spunti anche per le università cattoliche.
In secondo luogo è fondamentale, ed è un compito specifico delle istituzioni accademiche cattoliche, sviluppare una nuova epistemologia, che consenta di integrare i saperi tradizionali e l’antropologia personalistica con le istanze del sapere contemporaneo e con le innovazioni nei diversi ambiti scientifici: dalle neuroscienze alla comunicazione digitale, dall’approccio quantistico e sistemico a un sapiente ed equilibrato utilizzo dell’intelligenza artificiale. «Non possiamo pensare a una nuova episteme di laboratorio, […] ma della vita sì. In questo orizzonte, l’università ha una coscienza, ma anche una forza intellettuale e morale la cui responsabilità va oltre la persona da educare e si estende alle necessità di tutta l’umanità» (Discorso ai partecipanti alla conferenza internazionale promossa dalla Fiuc “New frontiers for university leaders: the future of health and the university ecosystem”, 4 novembre 2019).
Imprescindibile è quindi il contributo richiesto alle università cattoliche, nel quadro del Patto educativo globale (cfr Messaggio del 12 settembre 2019). Esse infatti devono formare quanti sono chiamati a misurarsi con le inedite e, per molti versi, drammatiche criticità del nostro tempo. Anche grazie a tale contributo i giovani, con la loro intraprendenza, possono promuovere un’economia inclusiva e capace di superare ingiustizie e discriminazioni; favorire uno sviluppo sostenibile rispettoso della nostra casa comune; superare divisioni e pregiudizi per far crescere una società più fraterna e solidale; sostituire la cultura dello scarto e dell’indifferenza con quella dell’accoglienza e della corresponsabilità.
Ma per fare tutto questo occorre passare da uno studio “asettico”, che rischia l’astrazione e l’estraneazione, a un sapere che sappia misurarsi costantemente con la realtà avendo sempre a cuore la verità, il bene comune e la carità. Vorrei esprimere tutto questo parafrasando quanto scrivevo alla Pontificia Universidad Católica Argentina: «Non accontentatevi di una [cultura] da tavolino. Il vostro luogo di riflessione siano le frontiere. E non cadete nella tentazione di verniciarle, di profumarle, di aggiustarle un po’ e di addomesticarle. Anche i buoni [professori e studenti], come i buoni pastori, odorano di popolo e di strada e, con la loro riflessione, versano olio e vino sulle ferite degli uomini» (3 marzo 2015).
Invitando a tenere lo sguardo rivolto al Sacro Cuore di Gesù, nel quale «sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza» (Col 2,3), auguro alla vostra istituzione accademica di custodire viva la memoria di tutto l’affetto con cui la Chiesa l’ha generata e del ricco insegnamento con cui l’ha fatta crescere, per affrontare con rinnovato slancio le sfide attuali, non meno impegnative di quelle passate. Maria, Sede della Sapienza, ispiri, sostenga e protegga il cammino dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, perché sappia guardare al futuro rimanendo fedele alle sue origini e alla sua identità, rinnovando con coraggio e creatività l’offerta formativa e mettendo le migliori energie a servizio della missione della Chiesa e di un ineludibile, cambiamento sociale.
Francesco, Prefazione, Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Vol. III, Il Magistero della Chiesa per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, a cura di Giuliodori C., (2 tomi), Vita e Pensiero, Milano 2021, tomo 1, pp. XIX-XXII.