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Il metodo rigoroso di Caramel per unire passato e presente

28 novembre 2022

Il metodo rigoroso di Caramel per unire passato e presente

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Quando se ne va un maestro il distacco, il vuoto che lascia è immediatamente seguito da una domanda che si fa strada in mezzo al dolore: quale eredità di pensiero ha lasciato, di che debito siamo portatori?

Il primo dato che emerge dal suo insegnamento, a sua volta legato a quello di Gian Alberto dell’Acqua, suo predecessore, è la relazione tra passato e presente. I corsi di Dell’Acqua erano sempre bipartiti: magari gli Sforza e i Visconti/ Lucio Fontana, e arricchiti delle conoscenze e competenze derivanti dal suo ruolo di soprintendente, o di segretario alla Biennale di Venezia.

A sua volta Caramel studiava e insegnava Storia dell’arte contemporanea da storico, informando il presente di tutto lo spessore del passato, illuminandolo con un metodo rigoroso documentario, fondato sulla ricerca scientifica, capace di farsi carico di revisioni per nulla facili, come la crisi delle avanguardie o l’arte fra le due guerre. 

Il suo atteggiamento metodologico nei confronti della disciplina era quello di rintracciare nella storia dell’arte quei passaggi che permettono di leggere le arti in una rete di relazioni in cui ogni gesto del processo artistico è parte di un’architettura destinata a svolgere, attraverso una forte spinta all’unità che supera lo stesso manufatto artistico, la funzione di luogo interpretativo, di strumento essenziale per l’esercizio quotidiano delle piccole come delle grandi scelte, quasi un reagente destinato a favorire l’emersione delle ragioni che hanno determinato il singolo accadimento artistico e che generano un coacervo di fattori costitutivi della sua esistenza e del suo significato.

Il suo impegno si è esteso a trecentosessanta gradi, attraverso una presenza vivace articolata in lezioni, seminari, gruppi di lavoro, anche in collaborazione con altri insegnamenti quali Estetica, Storia della musica, Storia del cinema.

Significativo è stato il suo rapporto con l’Accademia di Belle Arti dove ha insegnato come professore ordinario, prima a Carrara, poi a Torino e quindi a Milano permettendo ai suoi studenti il contatto diretto con gli artisti e con il loro lavoro. Agli allievi venivano proposte anche esercitazioni attinenti a futuri sbocchi professionali, dalla didattica alla ricerca, alla catalogazione dei beni culturali favorendo l’accesso a enti, istituzioni, operatori della cultura, quali Soprintendenze, laboratori di restauro, scuole, case editrici.

Ricerche importanti a livello internazionale, a partire da quella sull’insegnamento della Storia dell’arte in Europa, diretta dai professori Umbro Apollonio e Luciano Caramel fra il 1972 e il 1974 e promossa dall’AICA e dalla Fondazione Calouste Gulbenkian, segnano l’impegno continuo dell’esercizio appassionato in ambito disciplinare, senza tralasciare i tentativi sociali di artisti e critici, come nel caso di Campo Urbano nel 1969.

L’esercizio dell’attività di critico per edizioni di Biennali e Quadriennali come quello della collaborazione alle pagine dell’arte di importanti testate giornalistiche rappresenta una stagione di forte esposizione dell’arte alle provocazioni della vita e del presente, in continue proposte di cambiamento e innovazione che comunque sono sempre ancorate al desiderio di farsi storia.
Ripensando all’oggi credo che la sua lezione sia occasione interessante di continuare a interrogarsi su un cammino capace di apertura sulle istanze del presente, volto alla promozione dell’umano e alla sua rifondazione, senza negarne la sua complessità.
 

Un articolo di

Cecilia De Carli

Cecilia De Carli

già docente di Storia dell’arte contemporanea in Università Cattolica

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