Un ponte tra presente, passato e futuro: «Se dovessi scegliere una canzone storica per il prossimo festival, sceglierei “Wish you were here” dei Pink Floyd. Quella, guarda, son sicuro che vincerebbe»: è il racconto di Carlo Conti - conduttore e direttore artistico del prossimo festival di Sanremo, agli studenti del Master in Comunicazione Musicale dell’Università Cattolica.
L’incontro è avvenuto nel corso della Milano Music Week, la settimana della musica organizzata dal Comune di cui Almed - Alta Scuola in Comunicazione Media e Spettacolo - è Educational Partner fin dalla prima edizione, proprio con il Master dedicato alle figure professionali dell’industria della canzone.
Oltre a partecipare ed assistere a panel e incontri, quest’anno gli studenti hanno raccontato la settimana attraverso TikTok, curando un format per il canale ufficiale della Milano Music Week, “La Gen Z e il music biz a confronto”. Il progetto è nato grazie alla collaborazione con Parole & Dintorni, agenzia di comunicazione dell’evento (nonché di artisti come Ligabue e De Gregori), fondata dal docente del corso Riccardo Vitanza e dove lavora Marta Falcon, ex allieva del Master.
Guarda l'intervista a Carlo Conti (TikTok @MilanoMusicWeek)
Ogni giorno gli studenti del corso hanno incontrato addetti ai lavori - discografici, promoter di concerti, ex studenti diventati professionisti - ma anche personaggi come Conti, Linus, Massimiliano Pani (manager e produttore di Mina), La Rappresentante di Lista, Venerus.
«La musica è la colonna sonora della vita di ciascuno di noi: Io sono nato dj, ho iniziato nelle prime radio private, lì è nata la passione per la musica. Mi piace ascoltare un po' di tutto, in questo periodo sto ascoltando tanta, credimi tanta, tantissima musica italiana», ha raccontato Conti.
«Dal 2015 il Festival è cambiato molto. Non c'è più la canzone di Sanremo, ma c'è stata gradualmente una progressiva sovrapposizione tra la musica reale e il prodotto di Sanremo. Il nostro obiettivo è proseguire su questo fronte che oggi ci ha dato dei riscontri molto interessanti», gli ha fatto eco Claudio Fasulo, vicedirettore Prime Time di Rai 1 e alla guida della macchina produttiva del Festival.
«Bisogna seguire quello che ti piace veramente e prendere delle scelte che vanno anche in contrasto con quelle che sono magari le scelte o di mercato o che sembrano magari la strada unica da battere”, ha spiegato La Rappresentante di Lista, band che a Sanremo ha partecipato due volte.
«C'è semplicemente rispondere a un'urgenza, una passione vera, un desiderio di dire delle cose a tuo modo”. Un’idea confermata da Venerus, musicista e curatore artistico della settimana della musica milanese: «Cerco di andare nei sentimenti, con i miei concerti, con i miei dischi, poterlo fare anche organizzando eventi di altri artisti è una grande occasione».
Con Linus gli studenti hanno invece parlato dell’evoluzione del concerto, da Woodstock a oggi e dell’uso e abuso della tecnologia nel live: «Io credo che dipende un po' dal tipo di prodotto, cioè ogni tipo di personaggio ha bisogno di una certa situazione, di un certo setup. È chiaro che generazionalmente io sono più vicino ai concerti acustici, se vogliamo, e meno effettati. Però al tempo stesso sono stato a vedere Taylor Swift, che è prima uno spettacolo e poi un concerto».
Con Dario Giovannini, Managing director di Carosello Records e docente del Master, i ragazzi hanno parlato di discografia indipendente, caratterizzata dalla «passione attenzione al dettaglio nei confronti dei progetti artistici. Non siamo un pastificio, e seguiamo pochi progetti cercando di accompagnare la loro crescita».
Un tema ribadito anche da Massimiliano Pani che ha raccontato Mina: «Cerca di creare prodotti di qualità. C'è un pubblico che continua ad essere interessato alle cose nuove. Quello che lei fa è sempre selezionare i pezzi più belli, cioè le cose in cui crede».
Il Master ha raccontato anche workshop più tecnici, come quello organizzato da Meta su come Instagram può aiutare gli artisti: Il segreto è puntare su contenuti autentici, originali, brevi e collaborativi, hanno spiegato i responsabili del social network.
Infine, la Milano Music Week, il Master in Comunicazione Musicale ha anche organizzato un evento nella sede di largo Gemelli, dove con ex studenti ora professionisti del settore si è parlato del rapporto con l’artista, il motore dell’industria musicale.
I nuovi studenti hanno chiesto a chi li ha preceduti dove si sarebbero immaginati quanto frequentavano il master e dove si immaginano tra qualche anno: «Nove anni fa ho iniziato il Master e mi immaginavo in discografia, sono finita in discografia, ma ho fatto anche tanto management, cosa che non mi aspettavo, è stata una bellissima sfida. Tra nove anni mi vedo sicuramente in discografia o nel publishing», ha raccontato Sara Berretta, artist relation manager di Believe.
«Ho frequentato il Master all'Università Cattolica nove anni fa, a quel tempo mi immaginavo in un'etichetta discografica, era quello il mio obiettivo, non sapevo bene il ruolo che avrei ricoperto, però il mio sogno era quello di lavorare in un'etichetta discografica. Tra nove anni, non lo so, mi auguro ancora di lavorare in questo campo che mi appassiona tantissimo, ma mi riservo di fare tante nuove esperienze», ha spiegato Giuseppe Barone, artist and project development manager di Carosello Records.
«Sette anni fa ho iniziato il master e mi immaginavo A&R di un'etichetta discografica, tra sette anni credo che continuerò a lavorare nelle edizioni, crescerò professionalmente sicuramente» ha concluso Gabriele Comperchio, A&R Sugar Music Publishing.
Si ringrazia la Milano Music Week per il progetto: la direttrice Nur Al Habash, la produzione degli eventi curata da Butik, Federica Ceppa, Marta Falcon di Parole & Dintorni e Martina Pantarotto che ha curato la comunicazione social della MMW.