Il rapper Marco Anastasio ha incontrato gli studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in una lezione aperta promossa dal professor Augusto Cocorullo, docente di Sociologia del lavoro. Svoltasi nella sede milanese dell’Ateneo, lunedì 24 novembre, la «conversazione sociologica» - questo era il titolo e l’intenzione dell’evento - è stato un dialogo fitto, tra creatività, precarietà e impatto delle nuove tecnologie.
Vincitore della dodicesima edizione di X Factor e voce originale del rap d’autore italiano, Anastasio ha riflettuto sul ruolo ambivalente dei nuovi strumenti digitali e dell’intelligenza artificiale capaci da un lato di democraticizzare la produzione musicale - «oggi i tecnici del suono non custodiscono più segreti, tutti possono editare un brano» -, dall’altro di spingere ancora più avanti «l’omologazione cominciata ben prima della IA». Il rapper ha poi parlato del successo ai tempi dei social «più facile da raggiungere perché sono aumentati gli strumenti». Ha raccontato come nascono le sue canzoni spesso molto complesse «sono in continuo dialogo con me stesso, a volte basta un verso perché altri vengono fuori», del rapporto con il religioso «una fonte inesauribile di ispirazione» e del suo nuovo album "Le macchine non possono pregare".
Ma il punto centrale del suo discorso è stato il rapporto con il lavoro, partendo da una premessa un po’ paradossale.
«Io sono disoccupato per gran parte dell’anno e se potessi permettermelo farei musica anche senza farmi pagare, per cui non possono dire di avere una relazione con il mondo del lavoro in senso tradizionale. Tuttavia, anche da questo punto di vista esterno, osservo che non solo tra i musicisti, ma tra i miei coetanei in generale, sempre più persone sono disposte a rinunciare alle certezze di una volta - il posto fisso, un impiego per tutta la vita - per un’attività più soddisfacente. In tanti rifiutano vite che non gli piacciono anche a costo di assumersi maggiori rischi». Secondo Anastasio è cambiato il «paradigma». Prima ce ne accorgiamo e meglio è per tutti.