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Il potere dell’educazione e il futuro dell’Università

05 dicembre 2025

Il potere dell’educazione e il futuro dell’Università

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«Esprimo incoraggiamento e augurio per questa interazione, collaborazione e condivisione tra le nostre due istituzioni». Sono state queste le prime parole con cui l’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini ha aperto, nella sua veste di gran Cancelliere della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano, l’anno accademico 2025-2026 della Facoltà. Un’inaugurazione dal valore simbolico che, mercoledì 3 dicembre, ha riunito nella sala convegni della Facoltà una numerosa platea di docenti, studenti, suore e sacerdoti accorsi per ascoltare la prolusione affidata al Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Elena Beccalli che è intervenuta sul tema “Il potere dell’educazione e il futuro dell’Università”.

In particolare, nel suo saluto Monsignor Delpini ha richiamato la responsabilità che le due istituzioni accademiche - la Cattolica, con la sua denominazione del Sacro Cuore di Gesù, la Facoltà Teologica, con la sua responsabilità all’approfondimento critico - hanno nel «dare buone ragioni per sperare». «La tecnologia, la complessità e la situazione complicata della società chiedono oggi qualche parola di sapienza e noi abbiamo la responsabilità di pronunciarla. In questa Facoltà Teologica convergono molti giovani da altri Paesi, consacrate e consacrati da Paesi che sono forse meno attrezzati dal punto di vista intellettuale e meno dotati di mezzi materiali, ma che sono più ricchi di futuro. Questo comporsi della popolazione scolastica ci rende capaci di parlare al nostro tempo, di provocare anche le domande che non ci sono ancora, le attese abbandonate perché improbabili. A tutto e a tutti possiamo dire che ci sono ragioni di speranza», ha aggiunto rivolgendosi ai presenti in sala, tra cui l’Assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica” monsignor Claudio Giuliodori.  

«La prolusione di oggi, affidata al Rettore Elena Beccalli, si colloca in continuità con altre presenze di rappresentanti del mondo accademico milanese che si sono succedute negli anni scorsi proponendo le loro riflessioni», ha fatto eco il Preside della Facoltà don Angelo Maffeis. «Abbiamo così voluto esprimere il nostro desiderio di uno scambio e di un dialogo sempre più intensi con chi, seppure da punti di vita diversi, come noi si dedica allo studio, alla ricerca e all’insegnamento. Le nostre istituzioni sono radicate in una storia comune e custodiscono una medesima identità ecclesiale». 

Da parte sua, il Preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose don Ermenegildo Conti, rimarcando l’importanza del lavoro scientifico in teologia, ha invitato a evitare «le semplificazioni eccessive, a essere consapevoli della complessità e a ricercare l’approfondimento, senza accontentarsi di quanto già conosciuto».

Ed è proprio dall’attuale contesto, caratterizzato da crescenti povertà, conflitti diffusi, marcato individualismo e pervasivo consumismo, che il Rettore Elena Beccalli ha preso avvio per introdurre le due questioni al centro della prolusione: l’educazione e l’intelligenza artificiale. «Sono molti i segnali che ci inducono a ritenere che il destino del secolo che stiamo vivendo dipenderà dal ruolo che sapremo riservare all’educazione, una delle leve più efficaci e trasformative per promuovere lo sviluppo umano integrale globale», ha affermato. «Dare piena attuazione al potere dell’educazione presuppone riassegnare centralità ad alcuni principi e valori irrinunciabili: la solidarietà, l’inclusione e la sussidiarietà. Solo radicando il processo educativo in questi riferimenti è possibile parlare del potere dell’educazione come di una vera e propria filosofia di azione, capace di declinarsi in percorsi diversi, orientati sia alla dimensione interna sia a quella internazionale. Riservare la giusta attenzione all’educazione si rivela, pertanto, una necessità comune ad aree profondamente differenti, dall’Occidente al continente africano. Le traiettorie da seguire non possono che essere molteplici e specifiche: ogni realtà richiede infatti strategie mirate, adeguate ai diversi contesti culturali, sociali e religiosi».

Un’articolata riflessione che non ha potuto prescindere dal ruolo della ricerca scientifica e dagli scenari inediti aperti dall’intelligenza artificiale definita dal Rettore Beccalli, «una vera e propria rivoluzione culturale che ci invita a riflettere sulla nostra idea di intelligenza e di senso». In tale orizzonte, quale il compito delle università? Chiara la risposta della professoressa Beccalli. «La rete delle istituzioni cattoliche può farsi promotrice del Patto educativo per le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale. In particolare, le Università cattoliche, le Pontificie e le Facoltà teologiche insieme, possono operare come grandi laboratori dove coltivare intelligenza emotiva, spirituale, relazionale e sociale; esercitando con sapienza e creatività una ricerca accurata sulle questioni al cuore della complessa – e per molti versi affascinante – relazione tra intelligenza artificiale e umano; contribuendo a far emergere le potenzialità salutari che da essa possono derivare per i diversi ambiti della scienza e della realtà; guidandole sempre verso applicazioni che siano eticamente qualificate, chiaramente al servizio della coesione delle nostre società e del bene comune e volte a raggiungere nuove frontiere nel dialogo tra fede e ragione. Siamo pronti a dare il nostro contributo affinché l’impiego dell’intelligenza artificiale sia sempre trasparente, mai ambiguo. Per fare in modo che ciò si verifichi occorre adottare un approccio che collochi la tecnologia entro un orizzonte di intelligenza relazionale. Un’intelligenza che intreccia legami; che valorizza l’interconnessione tra singoli e comunità e che fa della responsabilità condivisa, per il benessere integrale dell’altra, la sua più alta ambizione».
 

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Redazione

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