NEWS | Pedagogia

Il potere dell'educazione. Insieme, sguardi, futuri

06 novembre 2025

Il potere dell'educazione. Insieme, sguardi, futuri

Condividi su:

«Nutrire fiducia nel potere dell'educazione, nonostante e attraverso le fragilità, la disperazione e la violenza». Con queste parole il professor Pierluigi Malavasi ha introdotto la giornata di riflessione promossa lunedì 3 novembre nel campus di Milano per celebrare i quarant’anni del dipartimento di Pedagogia dell’Ateneo. Intitolato "Il potere dell'educazione. Insieme Sguardi Futuri", il convegno ha concluso gli oltre cento eventi promossi in questo anno e ha proposto una lettura della pedagogia alla luce degli studi condotti fino a oggi dai ricercatori. Il direttore del Dipartimento ha spiegato che «il potere dell'educazione implica la possibilità di nuovi sguardi scientifici, è un desiderio di futuro, di futuri umani, di pace, sviluppo, di rispetto di prosperità per culture e persone. Insieme».

Il denso programma della giornata, attraverso molti interventi nelle diverse aree disciplinari abbracciate dalla pedagogia, ha disegnato, per usare un’espressione cara a Papa Leone che è stata più volte ripresa durante gli interventi dei relatori, “costellazioni” di ricerca e azione che documentano vie progettuali inedite e riconosciute anche in ambito internazionale. 

«Una pedagogia come teoresi, analisi storica, didattica, sperimentazione, confronto e dialogo con le altre scienze, a servizio di persone e comunità, una pedagogia aperta all’insegnamento sociale della Chiesa per offrire un contributo peculiare – nell’alleanza con enti, istituzioni, imprese, associazioni e fondazioni – al mondo dell’istruzione, del lavoro e della formazione, nel contrasto della marginalità, del disagio, delle povertà, lungo tutto l’arco della vita» – ha continuato il professor Malavasi, ricordando che il Papa, durante l’udienza generale al mondo educativo venerdì 31 ottobre, ha ringraziato la comunità universitaria come parte di una luminosa costellazione di carismi, metodologie, pedagogie ed esperienze, e per un impegno “polifonico” nella Chiesa, nelle diocesi, nelle associazioni, nei movimenti, nelle università, per una formazione che tiene sempre al centro, nella trasmissione del sapere umanistico e scientifico, il bene della persona. 
 

 

Convinta del “potere dell’educazione” è la rettrice dell’Ateneo Elena Beccalli che ha ripreso questa idea in molti interventi a partire dall’inaugurazione dello scorso anno accademico. 
«Con questa espressione, sottolineo il potere trasformativo dell’educazione come strumento per avviare concreti processi di cambiamento, in diversi ambiti della vita sociale – ha detto la rettrice in un messaggio letto al convegno –. È una formula che a mio avviso ha il pregio di racchiudere con efficacia gli obiettivi che le università sono tenute a raggiungere e, dunque, è particolarmente adatta per essere declinata anche in ambito pedagogico». E ha ricordato le parole di Papa Leone «Chi studia si eleva, allarga i propri orizzonti e le proprie prospettive, per recuperare uno sguardo che non si fissa solo in basso, ma è capace di guardare in alto: verso Dio, verso gli altri, verso il mistero della vita. Questa è la grazia dello studente, del ricercatore, dello studioso, ricevere uno sguardo ampio, che sa andare lontano, che non semplifica le questioni, che non teme le domande, che vince la pigrizia intellettuale e, così, sconfigge anche l’atrofia spirituale». 

Riprendendo l’immagine delle costellazioni, l’assistente generale monsignor Claudio Giuliodori ha parlato della “cosmologia della paideia” e del ruolo fondamentale dell’educazione nel corso dei secoli in quanto mezzo di trasmissione del senso, del valore e della bellezza della vita.  E ancora, ha ricordato quanto espresso da Papa Leone nella lettera apostolica Disegnare nuove mappe della speranza, scritta in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione conciliare Gravissimum educationis, a proposito dell'educazione cattolica che diventa “lievito nella comunità umana, genera reciprocità, supera riduzionismi, apre alla responsabilità sociale il compito”. Questo oggi significa, in particolare per le università cattoliche, come ha sottolineato il Papa, osare un umanesimo integrale che abiti le domande del nostro tempo in cui purtroppo si registra la crescente frammentazione dei saperi. 

Nell’introduzione al convegno non poteva mancare un richiamo al Patto educativo globale e alle sette stelle, ovvero le prospettive fondamentali citate dal Papa: mettere al centro la persona, ascoltare i bambini e i giovani, promuovere la dignità e la piena partecipazione delle donne, riconoscere la famiglia come prima educatrice, aprirsi all’inclusione, rinnovare l’economia e la politica al servizio dell’uomo, custodire la casa comune a cui sono state aggiunte la cura della vita interiore, l’umanizzazione del digitale, e la custodia della pace.

A riprendere l’auspicio del Papa che ogni studioso, ogni studente, ogni ricercatore nella sua opera di educazione riceva la grazia di uno sguardo d’insieme, capace di cogliere l'orizzonte e di andare oltre, è stato il preside della Facoltà di Scienze della formazione Domenico Simeone nel portare il suo saluto al convegno che ha celebrato l’educazione come una vera e propria missione che opera attraverso i “laboratori di profezia”, come li definisce Papa Leone, e che ha bisogno di quella “luce gentile” a cui è dedicata una nota poesia di S. John Henry Newman. 
 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti