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Il Presidente di tutti gli italiani

20 gennaio 2022

Il Presidente di tutti gli italiani

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"Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale". Così recita l’articolo 87 della nostra Costituzione. Rappresentare l’unità nazionale significa, dunque, conoscere e incarnare pienamente i valori della Costituzione, fondamento della nostra convivenza civile. Gli italiani, quindi, guardano al Presidente della Repubblica come ad una figura al di sopra delle parti, una sorta di pater (o anche mater, perché no?) patriae che, indipendentemente dalla propria appartenenza di partito, si è guadagnato negli anni la stima e il rispetto di tutte le forze della società e della politica. Gli italiani, inoltre, attraverso il loro Presidente, si sentono idealmente rappresentati all’estero ed è quindi loro vivo interesse, o almeno così dovrebbe essere, che sia scelta una figura dall’alto profilo politico e istituzionale. Chi giunge al Quirinale in qualità di Presidente sa che porre il piede nella casa degli italiani significa che, nell’arco del settennato, il suo compito sarà servire il Paese nella modalità più alta.

Se penso alla mia esperienza, ho sempre visto nel Presidente della Repubblica un punto di riferimento morale e civile. Nata nel 1975, ricordo benissimo i Presidenti Francesco Cossiga, ancor meglio Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi. Servitori dello Stato in momenti non facili della nostra storia repubblicana. Ricordo che rimasi colpita dall’autorevolezza e dalla sobrietà del discorso di insediamento tenuto, come vuole la prassi, a Camere riunite proprio dal Presidente Scalfaro. Allora avevo 17 anni. Ne riporto solo alcuni passi: “Dopo il vostro voto mi sono fermato in silenzio a meditare, a pregare, per chiedere luce e forze e capacità di sacrificio a Dio, in cui credo con tanta povertà di cuore. (…) Ma proprio perché ho espresso sentimenti della mia fede religiosa, in quest’aula solenne sento di inchinarmi alla fede religiosa di ogni credente di ogni altra fede. Sento il bisogno di inchinarmi alla libera scelta di chi non accoglie nel suo animo pensieri e valori trascendenti”. Parole straordinarie che ancora oggi insegnano a tutti non solo il vero significato di laicità dello Stato (ricordo che Scalfaro era Terziario francescano) ma anche l’atteggiamento, fatto di profondo rispetto per gli altri, le loro posizioni, con il desiderio di trovare un terreno comune di confronto e dialogo per il maggiore interesse dei cittadini. Un insegnamento per i cattolici che vogliono fare politica. Ecco, credo che nelle parole del presidente Scalfaro si trovi una perfetta sintesi delle qualità che gli italiani si aspettano dalla massima carica dello Stato: una persona che non nasconde le proprie idee ma rispetta chi ne ha di diverse, una persona che si accinge ad adempiere l’alto compito affidandosi all’aiuto degli altri, avendo come punto di riferimento la Costituzione.

Se noi guardiamo agli uomini che si sono succeduti al Quirinale, troviamo giuristi insigni (De Nicola, Segni, Leone, Cossiga), economisti di fama internazionale (Einaudi, Ciampi, quest’ultimo con una prima laurea in Lettere!), personalità dalla profondissima cultura storica, giuridica, politica, formatisi nelle file dell’antifascismo prima, della Costituente poi. Certamente, la generazione dei Costituenti è terminata per il naturale corso degli eventi, ma possiamo ancora contare su figure che hanno attinto da loro l’esempio, la prassi, la rettitudine. Il Presidente Mattarella ne è stato e ne è tuttora l’esempio.

Ho citato Oscar Luigi Scalfaro ma voglio citare l’esempio e le parole anche di altri Presidenti. A cominciare da Sandro Pertini che nel suo discorso di insediamento si impegnò a essere: “Il Presidente della Repubblica di tutti gli italiani, fratello a tutti nell'amore di patria e nell'aspirazione costante alla libertà e alla giustizia”. Ecco il valore della fraternità di cui la nostra società ha tanto bisogno, quella fraternità che deve divenire vera categoria culturale per uscire dalla palude in cui il covid rischia di farci sprofondare.

Nella nostra storia repubblicana, in cui i Governi cadevano e si alternavano, il Presidente della Repubblica è sempre rimasto solido punto di riferimento: salire al Colle ha sempre significato rivolgersi a chi avrebbe risolto la situazione, attirandosi sempre le critiche ma mai rispondendo esacerbando i toni o entrando nella dialettica politica. Ancora, i Presidenti della Repubblica hanno dovuto affrontare momenti di grave crisi e sempre lo hanno fatto con serietà e gravità istituzionale: basti pensare al presidente Leone nei momenti drammatici degli anni di piombo e del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro o, ancora, lo stesso Presidente Scalfaro che dovette affrontare le proteste dei palermitani ai funerali del giudice Borsellino. Proprio lui che aveva iniziato il suo mandato a seguito dell’attentato di Capaci.

Vorrei poi ricordare Francesco Cossiga, colui che dovette affrontare in qualità di Ministro degli Interni il rapimento dell’amico Aldo Moro e sostenere la linea del rifiuto della trattativa con i terroristi. Si può solo immaginare il dramma vissuto nell’intimo della propria coscienza.

Attraverso Pertini, Cossiga, Scalfaro si possono cogliere utili indicazioni per il nostro presente. Chi vogliamo prosegua questa tradizione di valori democratici, di devozione alla Costituzione, di vigile apertura ai cambiamenti della società? Chi nell’attuale scenario politico riteniamo abbia tali qualità e sia degno di inserirsi in questa nobile tradizione? Chi riteniamo abbia un passato sgombro da ombre, accuse, processi e che possa rappresentare pienamente i grandi valori del popolo italiano? Ancora chi riteniamo abbia l’autorità per richiamare i concittadini, soprattutto i più giovani, ai grandi valori, all’impegno, alla costruzione di un bene più grande di quello del singolo?

Concludo con le parole di Carlo Azeglio Ciampi, il grande europeista: Con l'aiuto di Dio, con la fiducia degli italiani, sarò fedele al mio giuramento. Sarò fedele ai valori di libertà, di giustizia, di democrazia che sono il fondamento della Costituzione repubblicana.

Un articolo di

Suor Monia Alfieri

Suor Monia Alfieri

Congregazione delle suore Marcelline - Alumna Università Cattolica

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