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Il Re del beauty maschile ha radici in Cattolica

03 aprile 2024

Il Re del beauty maschile ha radici in Cattolica

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Quel giorno del 2004 Michele Callegari, oggi 40 anni, non poteva saperlo, ma la scelta di partecipare al Double Degree dell’Università Cattolica avrebbe innescato una serie di eventi che oggi lo portano a essere amministratore delegato di Barberino’s.

Fondata da Callegari insieme a Niccolò Bencini nel 2015, Barberino’s è la catena di barber shop che conta oggi 18 negozi in Italia e uno a New York: vi lavorano circa 70 persone con un’età media di 27 anni. Barberino’s è stata capace di passare da 1 milione di euro di fatturato nel 2020 ai 4.3 milioni del 2023, ma non è sazia. Ora l’obiettivo è rivoluzionare il mercato americano dei barber shop «aprendo 100 store di Barberino’s negli States» dice Callegari, che mettendo in fila i ricordi degli ultimi vent’anni, lui che oggi vive fra Milano e New York, spezza una lancia a favore di Piacenza e all’opportunità al tempo offerta dall’Università Cattolica.

«Quando è arrivato il momento di iscriversi all’università ho scelto il campus di Piacenza - racconta - proprio perché è stato il primo a inserire il programma Double Degree, che permetteva di ottenere la doppia laurea, quella della Cattolica e dell’ateneo di destinazione. Ho partecipato al primo anno del programma, eravamo in quattro, oggi ormai è una realtà consolidata». Callegari ha conseguito un Bachelor in Business Administration alla Management School della Lancaster University e un Master in International Management alla Cattolica.

Quella scelta, continua a raccontare, ha innescato una serie di avvenimenti che lo hanno portato dove si trova oggi. Il primo riguarda i due anni di studio alla Lancaster University, da cui è scaturita poi la scelta post laurea di lavorare in Inghilterra.

«Mi sono trasferito a Londra - dice Callegari - dove mi sono occupato di finanza straordinaria in banche di affari, fusioni e acquisizioni, più tardi di consulenza strategica. Ma ero anche utente della bellezza maschile. È a Londra che ho conosciuto i nuovi format del benessere maschile: taglio dei capelli, della barba, ma anche prodotti per la cura del corpo. Quando poi sono tornato a casa ho notato che in Italia non esisteva nulla del genere, c’era ancora il barbiere con i mobili anni Settanta, che non accettava la carta per il pagamento».

È in quell’assenza da riempire che Callegari matura la sua idea imprenditoriale: dare nuova linfa al settore del beauty maschile, ma ancorandolo anche alla tradizione. Per farlo non ha dovuto cercare lontano, ha trovato nella storia familiare quanto gli serviva. Il bisnonno Giovanni Callegari nel 1910 partì infatti da Lugagnano per gli Stati Uniti, destinazione Boston, dove è rimasto dieci anni: «Lavorava nella costruzione della ferrovia - dice l’imprenditore - giunta la sera ci si dedicava a un altro lavoro: chi faceva il sarto, chi il panettiere».

Nella casa dove risiedeva, il bisnonno trovò un cassetto di legno lasciato dal precedente inquilino, con dentro il rasoio e altri strumenti da barbiere. «Iniziò così a tagliare i capelli in modo amatoriale fino a quando diventò il barbiere della comunità italoamericana. Aveva una ventina di anni il mio bisnonno, era fra i più giovani, lo chiamavano Barberino». A quel soprannome, attribuito per la sua statura, Callegari ha aggiunto una “s”. Oggi, dietro la cassa del negozio da poco aperto a Madison Avenue a New York c’è il documento dell’approdo del nonno in America, recuperato nei registri di Ellis Island, con la firma in calce e il nome del paese di origine: Lugagnano.

«Io dico sempre che i nostri concorrenti non sono i barbieri di quartiere, ma chi fa massaggi, lo è Netflix o un libro da leggere, o ancora una corsa al parco, in sintesi tutti quei momenti che l’uomo si ritaglia per stare bene».

Barberino’s firma anche linee di prodotti di cosmesi e accessori, che vanno dalle colonie ai prodotti per la rasatura fino a quelli per la cura di barba, capelli e viso. «I nostri clienti vanno dai boomer alla generazione Zeta - spiega Callegari - per dialogare con persone di età coì diversa serve autenticità. Per questo dedichiamo in media 36 minuti a chi si siede sulla nostra poltrona. Da noi non si viene solo per tagliarsi i capelli, ma per vivere un’esperienza. È quello che le persone cercano oggi, più dei singoli prodotti. Vogliono stare bene. Anche per questo quando facciamo formazione ai nostri barbieri, dedichiamo la maggior parte del tempo alla nostra visione, cultura imprenditoriale, all’esperienza da far vivere al cliente e ai prodotti».

Il mercato del beauty maschile pesa il 10% rispetto a quello femminile, ma è in continua crescita. «A riguardo - dice Callegari - c’è stato un prima e un dopo David Beckham. All’inizio degli anni Duemila, Beckham è stato l’ambasciatore pop del “beauty” maschile, con lui anche gli uomini hanno iniziato a pensare alla cura del corpo, al fatto che una pettinatura non fosse per tutta la vita».

Un articolo di

Filippo Lezoli

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