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In attesa del Papa la piazza fa festa

22 aprile 2023

In attesa del Papa la piazza fa festa

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Una piazza San Pietro gremita ha atteso l’udienza di Papa Francesco in un’atmosfera festosa animata da canti e testimonianze sulla vita e l’eredità della cofondatrice dell’Università Cattolica, Armida Barelli, beatificata un anno fa. Dalle ore 9 il documentario Armida Barelli: Essere per agire, realizzato da Monica Mondo, ha riproposto la storia della beata mentre in piazza prendevano posto i membri delle tre istituzioni che hanno segnato la sua vita, l’Università Cattolica, l’Azione Cattolica e l’Istituto delle Missionarie della Regalità.


I giornalisti di TV2000 Antonella Ventre e Gennaro Ferrara hanno avviato l’animazione ripercorrendo le tappe principali della vita di Armida Barelli: «La storia che raccontiamo si svolge nell’Italia di cento anni fa quando le donne non avevano ancora diritto di voto, non uscivano di casa da sole e non accedevano facilmente all’università. Nel 1918 Papa Benedetto XV chiamò la 36enne Armida Barelli per fondare la Gioventù femminile di Azione Cattolica». Una donna che si faceva chiamare “sorella maggiore” e che ha cambiato il volto della Chiesa e della società italiana grazie alla sua spiritualità incarnata, una donna che ha saputo interpretare le sfide del suo tempo e promuovere l’impegno laicale femminile in tutta Italia. 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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Per testimoniare questa storia Silvia Orlandini, vicepresidente per il settore giovani dell’Azione Cattolica di La Spezia, ha letto un brano della biografia di Armida Barelli composta da Maria Sticco. I primi due testimoni intervenuti sul palco sono stati Ernesto Preziosi, vice postulatore della causa di canonizzazione della beata, e Martina Sardo, vicepresidente di AC per il settore giovani della diocesi di Agrigento. «Il messaggio che Armida ci lascia è quello di una giovane donna alla ricerca della sua vocazione - ha detto Preziosi -, ricerca che comincia in Svizzera e che continua i primi anni del Novecento fino a quando nel 1919 nasce il sodalizio con padre Gemelli che la avvicina al francescanesimo. Gemelli la conforta nella sua ricerca della vocazione laicale». 

Con il suo esempio Armida è una delle donne apripista che ha dato al Paese frutti copiosi e ancora oggi aiuta le giovani donne a trovare il proprio modo di testimoniare. Martina Sardo ha messo in evidenza la forza di questa donna che ha avuto «il coraggio di sognare e progettare cose belle per la vita della Chiesa e dell’Azione Cattolica, e farsi sorprendere dall’inaspettato che Dio ci dona». Per lei non esistevano barriere sociali e demografiche invalicabili, le donne dovevano e devono essere in grado di cogliere opportunità e sfide nuove. Il suo monito, inoltre, è quello di alimentare il confronto reciproco e il dialogo come luogo per coltivare le relazioni all’interno della Chiesa e nella società. «Stare nel mondo come protagonisti propositivi e mettere mano alla nostra vita» - ha concluso la Sardo.


Anche l’impegno sociale e politico della Barelli è stato messo in evidenza da una testimone che l’ha conosciuta in Azione Cattolica. Maria Sacconi ha ricordato che la “sorella maggiore” sollecitava i giovani «a vivere da laici con la passione e la certezza che Dio chiama ciascuno a testimoniare il suo amore».  

I due conduttori hanno ricordato anche il viaggio verso la Cina dove la Barelli voleva proseguire la sua azione missionaria. Nel 1923 cominciarono, infatti, con l’Istituto Benedetto XV le raccolte di fondi per le missioni che sono presenti ancora oggi. 


Prima dell’arrivo di Papa Francesco la piazza ha partecipato a un momento di preghiera guidato da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica e assistente nazionale dell’Azione Cattolica che ha avvicinato le figure di Armida Barelli e Maria Maddalena. «Due donne protagoniste che hanno vissuto il travaglio della fede e hanno assunto le responsabilità che sono state affidate loro. Per capire la matrice spirituale di Armida non c’è donna migliore della Maddalena. Noi pensiamo che i Santi abbiano già la strada spianata, ma Armida ha vissuto momenti difficili nel suo discernimento spirituale come Maddalena, vista non come la peccatrice ma come la donna che aveva scacciato sette demoni, nella lotta tra il bene e il male, donna in grande ricerca del bene ma con momenti di smarrimento». Il passaggio dall’incertezza alla chiarezza della propria vocazione ha segnato queste due donne portandole a trovare la propria strada. 

Chiudendo il momento di preghiera monsignor Giuliodori ha detto che «se a Maria Maddalena Papa Francesco ha restituito il ruolo che le compete come apostola degli apostoli, noi possiamo riconoscere alla Barelli di essere davvero un’apostola. Con quella forma di comunione spirituale sulla via della santità che tutti dovremmo imparare per assumerci responsabilità coraggiose».

Ma è giunta l’ora dei canti e della festa perché Papa Francesco è arrivato in piazza a salutare sulla Papa mobile tutti i fedeli in trepidante attesa del suo incontro. 

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