NEWS | Alumni

'In corde Joanneum': oltre mezzo secolo di famiglia

14 giugno 2023

'In corde Joanneum': oltre mezzo secolo di famiglia

Condividi su:

«Solo quando ci si sente davvero parte di qualcosa, si è pronti ad impegnarsi per esso». Le generalizzazioni, si sa, non sono uno degli strumenti del metodo scientifico. Forse, però, in questo caso si potrebbe fare un’eccezione: ci si potrebbe slanciare nel dire che ogni persona che ha partecipato all’incontro di presentazione dell’associazione “In Corde Joanneum”, il 7 giugno nel campus di Roma dell’Università Cattolica, dal più giovane studente del primo anno al più anziano professore ormai in pensione, abbia custodito gelosamente come proprio il pensiero espresso all’inizio, pronunciato durante l’evento da Gianmarco Quarta, ex studente del collegio e laureando del corso di laurea in Medicina e Chirurgia.

Gianmarco è stato uno dei cinque relatori della tavola rotonda di presentazione, introdotta dall’attuale Direttore del Collegio, dottor Matteo Sanzolini, e moderata dal dottor Salvatore Raia, alumnus (UOC Medicina Interna, Endocrinologia e Diabetologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS) attorno alla quale si è sviluppato l’intero evento. L’obiettivo è quello di riunire in un unico grande network, nell’ambito della community Alumni dell’Università Cattolica, tutti gli ex studenti che hanno vissuto un percorso, più o meno lungo, tra le mura del collegio “Nuovo Joanneum”, che quest’anno compie 30 anni dalla sua nascita.

In realtà le origini del collegio sono ancora più remote e risalgono al vecchio Collegio “Joanneum”, primo della sede di Roma dell’Università Cattolica, la cui nascita, negli anni ’60, coincide con quella del campus romano, dall’aspetto molto più embrionale rispetto alla sua odierna complessità, ma comunque già carico delle speranze e delle aspettative dei primissimi studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia “Agostino Gemelli” che, quasi scommettendo provvidenzialmente la loro intera vita e carriera, decisero di cimentarsi in questa straordinaria avventura.

«Ricordo che il primo giorno nella nuova Facoltà, dopo essere partito in autobus da Piazza del Risorgimento e avere anche sbagliato fermata, raggiunsi il campus universitario, all’epoca completamente circondato da piena campagna nel quartiere Monte Mario, e il collegio “Joanneum”, ancora mascherato dalle impalcature per le ultime rifiniture»: un magico ritorno al passato quello del professor Gennaro Nuzzo, alumnus, già Ordinario di Chirurgia generale all’Università Cattolica, che, con vivida memoria e ricchezza di dettagli, ha tracciato un perfetto ritratto della sua esperienza di studente e collegiale del primo anno di vita della Facoltà di Medicina e Chirurgia “Agostino Gemelli”, nella quale il professore ha attraversato il suo intero percorso di studi legato indissolubilmente alla sua esperienza di collegio, tra scherzi e amicizie che ancora oggi riescono a sopravvivere.

Un articolo di

Paolo Sposato

Paolo Sposato

Collegio "Nuovo Joanneum"

Condividi su:


Nulla di estremamente diverso, nonostante la differenza anagrafica, da quanto riportato dal dottor Giovanni Schinzari, Alumnus, Ricercatore in Oncologia Medica, e dai dottori Francesco Frongillo, docente di Chirurgia generale, e Pietro Modugno, alumnus e responsabile della UOSD di Chirurgia vascolare dell’ospedale “Gemelli Molise”, uniti da un forte collante di sottile intesa reciproca. Di sicuro una squadra vincente, nonostante le origini, i caratteri e gli obiettivi personali tra loro divergenti. Una squadra fatta di “rivalità”, se così si può definire quella ricordata durante le partite di tennis tra Modugno e Schinzari, di burle goliardiche tra i collegi maschili e, perché no, anche verso giovani passanti che frequentavano il campus per la sana attività sportiva. Lungi, però, dal voler offendere qualcuno o prevaricare qualche collega, che forse è una delle qualità che più di tutte è riuscita a perdurare in collegio dalle sue origini fino ad oggi. Ripensandoci bene anche gli scherzi, fatti e subiti, frutto dell’ingegno dei collegiali più “anziani”, non sono mancati nelle storie, tanto diverse quanto parallele, dei relatori e dei presenti in aula. E come non notare il comune disappunto di ogni collegiale durante i primi giorni di vita universitaria in collegio e i momenti di confronto notturni, quelli definiti in un’intervista dal professor Nuzzo “i discorsi della mezzanotte”, in cui era sorprendente il repentino viraggio degli argomenti di conversazione da cliché di leggera vita quotidiana a ‘matasse’ da districare più impegnative, come attualità, politica, fede e filosofia.

Sembra ormai evidente che cercare di trovare altri punti in comune tra queste testimonianze sia una futile perdita di tempo, perché non basterebbe un’intera serata come quella del 7 giugno trascorsa nell’Aula Moscati degli Istituti Biologici della sede di Roma.


Però, una domanda, a questo punto, risulta d’obbligo: è possibile che, in tutte le storie dei collegiali che hanno deciso di affidare una intera finestra della propria vita al collegio Joanneum (prima) e Nuovo Joanneum (dopo), i crocevia, le pietre miliari, insomma, le fondamenta che sorreggono la vita in collegio non siano state scalfite dal mutare dei tempi? Nessuno, ormai, dopo una giornata del genere, ha più timore di rispondere con un chiaro e sonoro “Sì”. Perché quello che unisce ogni collegiale ed ex collegiale, al di là dello spazio e del tempo, in ogni gioia e disgrazia, in ogni contesto familiare e lavorativo, è un sottilissimo filo rosso che compare e scompare, che a volte si prende e si sgrana in compagnia di vecchi amici, e a volte si sfodera improvvisamente dalla propria tasca come un antico cimelio di guerra, umettato, magari, da qualche gioiosa lacrima di nostalgia versi i tempi passati. L’unica certezza vera è che da qualche parte il filo c’è, esiste, è legato con un nodo capriccioso a qualche arto del proprio corpo. Capriccioso perché quando si entra in collegio difficilmente se ne esce immutati: si esce cambiati, cresciuti e con la certezza di essere stati abbastanza malleabili da aver carpito il meglio da chi ci ha preceduto, ma altrettanto robusti da lasciare il segno in chi inizia il proprio viaggio da “matricola”.

Quando a una persona che ha vissuto al “Nuovo Joanneum” viene chiesto dove si trova il collegio, si può star certi che un attimo di titubanza e sgomento lo coglierà sul momento, perché di certo due risposte balenano nella sua mente: una è l’ubicazione fisica del collegio, l’altra è “nel mio cuore”: in corde Joanneum.

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti