Del resto, ha aggiunto Papa, è stata la formazione ricevuta nelle aule universitarie della Cattolica a rappresentare un «punto fermo» e un «pilastro» in tutti i cambiamenti che hanno accompagnato la sua lunga carriera professionale cominciata nel 1979 nelle vesti di semplice impiegato dell’allora Credito italiano, oggi Unicredit, fino a esserne nominato direttore generale. Per ragioni anagrafiche, concluso il suo percorso in questo gruppo, Papa si dedica oggi a quella che è stata da sempre la sua passione: la finanza. «Sono partner di una società di consulenza che opera come advisor in operazioni finanziarie, dove ci confrontiamo con le novità della normativa e con l’evoluzione costante di un settore in forte trasformazione. Ho accolto poi una nuova sfida entrando nel consiglio di Bper Banca e in questo ruolo sto vivendo la novità e la freschezza del percorso di una realtà bancaria che sta crescendo molto rapidamente e si sta affermando come uno dei maggiori player del mercato finanziario italiano». In particolare, «sono in prima linea proprio su quei fronti di novità dove Bper Banca sta lavorando». Il riferimento è a Banca Carige dove, in qualità di presidente, Papa ne sta seguendo la piena integrazione nel gruppo.
«Quella che stiamo realizzando non vuole essere una fusione bancaria come le tante che abbiamo visto sino ad ora. La sfida che ci poniamo, nel rispetto dei necessari criteri di efficienza e di economicità, è che il valore aggiunto derivante dall’esperienza professionale di più di 3.000 colleghi e da una storia di oltre 500 anni possa essere integralmente trasferita e diventare una nuova ricchezza per l’intero gruppo e per il tessuto economico di tutti i territori in cui la banca è presente». Non da ultimo, Papa è anche presidente di Banca Cesare Conti, anch’essa entrata a far parte della grande famiglia Bper, con la sfida di farla diventare il polo del private banking dell’intero gruppo e una delle maggiori realtà private del Paese.
Insomma, anche «dopo quarant’anni di vita lavorativa è possibile guardare con occhi nuovi la realtà e impegnarsi per migliorarla». Il segreto? Secondo Papa sta tutto in quella «passione per l’essere umano» respirata e appresa in Cattolica e in quel «metodo rigoroso forgiato negli anni dell’università», utile a «gestire i punti deboli che ognuno di noi ha», a imparare a porsi traguardi e a lavorare per raggiungerli. Perché «nella vita non c’è nulla di peggio dell’indeterminatezza, dell’adagiarsi nella comodità dello scegliere di non scegliere, di non mettersi in gioco, di non accettare le sfide. Uno spreco di talenti che pesa sulle organizzazioni e sul singolo». Pertanto, ha consigliato il presidente di Banca Carige, «è sempre importante desiderare di realizzare qualcosa che migliori la nostra vita» avendo «le idee chiare su ciò che vogliamo fare, nella coscienza di ciò che siamo e possiamo realmente offrire». Ciò che conta, dunque, è non smettere mai di «sognare» ponendosi però «traguardi concreti» e applicandosi con «disciplina e continuità». Con un ultimo, importante suggerimento: «Coltivate la passione per il vostro lavoro, impegnatevi e i risultati arriveranno». Ricordando sempre che nella vita lavorativa, ma anche in quella di tutti i giorni, «la fortuna è quando l’opportunità incontra la preparazione».