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L’Investment banking fa scouting in Cattolica

12 dicembre 2022

L’Investment banking fa scouting in Cattolica

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Arsal è iscritto al percorso magistrale in “Banking e finance” di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica. Pur essendo impegnato in un tirocinio alla Alliance Bank, non ha voluto mancare l’appuntamento con l’”Investment Banking Day”, l’iniziativa promossa per la prima volta dalla facoltà, in collaborazione con il Servizio Stage & Placement dell’Ateneo, per avvicinare i giovani a un ambito professionale che contempla numerosi profili professionali e apre diverse possibilità di inserimento lavorativo.

«Sono molto interessato a fare un’esperienza nelle banche di investimento e ho pensato di partecipare a questa giornata per raccogliere quante più informazioni possibili», racconta Arsal. Margherita, invece, frequenta solo il secondo anno del percorso triennale in “Finance”. Ha ancora qualche anno per decidere cosa fare da grande. Ma le ragioni che l’hanno portata a prendere parte all’Investiment banking day sono le stesse di Arsal. «Mi sono appassionata a questo ambito già l’anno scorso, durante il corso di “Financial Intermediation” della professoressa Elena Beccalli», dichiara. «È un settore dinamico e in continuo cambiamento. Ogni giorno è una sfida continua e impari sempre qualcosa di nuovo. Ed è quello che fa per me. Ecco perché oggi sono qui: prima riesci a immergerti in questo mondo e capire come funziona, meglio è».  

Arsal e Margherita sono due dei quasi 1.400 studenti che il 30 novembre e il 1° dicembre hanno partecipato alla manifestazione. Una proposta che rappresenta «una fondamentale opportunità per gli studenti interessati a mettersi alla prova con brevi colloqui di selezione e a comprendere le molteplici attività del mondo dell’investment banking», spiega la preside Elena Beccalli.
 
Un ambito professionale, quello delle banche di investimento, forse ancora troppo poco conosciuto. «Le iniziative dedicate al placement nell’investment banking consentono di raccontare in modo articolato la realtà di un settore molto variegato al suo interno», afferma Andrea Vismara, Ceo di Equita, una delle quattordici aziende che hanno aderito alla due giorni di attività. «Una investment bank opera in attività molto diverse tra loro: per esempio, l’assistenza in operazioni di M&A, la ricerca su titoli quotati, l’intermediazione azionaria e obbligazionaria, l’organizzazione di operazioni di quotazione in borsa, oltre a tutte le attività legali, di compliance, finanziarie, amministrative, informatiche e di comunicazione che sostengono le attività tipiche del settore. Si tratta, dunque, di un’attività complessa: raccontarla nel modo migliore significa chiarire la varietà di profili che possono essere rilevanti nei diversi processi di selezione dei neolaureati». Ma anche, precisa Cristina Finocchi Mahne, consigliere di amministrazione di società quotate come Maire Tecnimont, DoValue, Banco Desio, presidente di comitati endoconsiliari e già c-suite executive di società di consulenza strategica e di blue chip bancarie, un modo per «far comprendere agli studenti, al fine di aiutarli ad effettuare la scelta professionale più idonea, non solo come si lavora ma anche quali siano i valori condivisi all’interno di uno dei contesti più ambìti, e più demanding, del mondo finanziario».

Ecco perché, come chiarisce bene Mauro Micillo, Chief of Imi Corporate & Investment Banking Division del Gruppo Intesa Sanpaolo, manifestazioni di questo tipo sono «occasioni preziose per iniziare un confronto proficuo con i professionisti di questo mondo, per orientarsi, raccogliere informazioni, scoprire quale sia il percorso di carriera più adatto al proprio profilo e alle proprie aspirazioni e conoscere anche le caratteristiche dei diversi players. In questi ultimi anni, i giovani talenti sono ancora di più alla ricerca di percorsi altamente professionalizzanti e internazionali, di un ambiente di lavoro inclusivo, con un’organizzazione flessibile e di un employer che supporti concretamente crescita, sostenibilità, e innovazione». Inoltre negli ultimi anni, «abbiamo  assistito ad una vera e propria trasformazione nella comunicazione, per le aziende in generale e per l’investment banking nello specifico, con il ricorso crescente ai social network e alle occasioni digitali di incontro e scambio tra aziende e studenti».

Non a caso tra le principali finalità dell’iniziativa di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative c’era proprio far conoscere ai giovani interessati come funzionano i processi di selezione per accedervi e quali sono le competenze richieste. «Non c’è dubbio che una forte capacità analitica e quantitativa è alla base della maggior parte delle attività svolte da una investment bank», continua Vismara. «D’altro canto, come in altre professioni, gli skill necessari per aver successo si modificano nel tempo rendendo essenziali nei vari passaggi della carriera anche forti capacità relazionali, organizzative, commerciali e manageriali».

D’altronde, fa eco Micillo, «chi sceglie questo settore per la propria carriera probabilmente già sa che si tratta di uno dei più dinamici ma anche più competitivi, dove la meritocrazia è particolarmente alta». Infatti, «chi vuole entrare nella nostra Investment Banking deve sapere che occorre coniugare, sin dall’inizio, un’ottima preparazione accademica, prevalentemente in materie finance e Stem, una forte personale ambizione a crescere passo per passo, con un gran desiderio di essere propositivi e intraprendenti, mantenendo una visione ampia e aggiornata del mercato. Cerchiamo persone coraggiose, che condividano le nostre stesse passioni e ideali. Ma anche persone che abbiano l’umiltà di avviarsi ad un percorso di continuo apprendimento e miglioramento di se stessi. Fondamentale è la capacità di lavorare in team, anche in modo trasversale tra ruoli differenti, in quanto è la squadra che in questi mestieri porta i risultati migliori».

Già perché, rimarca l’economista Finocchi Mahne, «la prospettiva sempre più globale dell’investment banking porta alla ricerca di figure che abbiano una mente aperta e una visione internazionale; il contesto stimolante, ma molto impegnativo, richiede la selezione di laureati che abbiano capacità di equilibrio e resilienza. Da considerare inoltre che l’elevata appetibilità di questo ambito consente alle banche di affari di avere un bacino di scelta molto ampio, da cui selezionare i migliori talenti. In questo momento, poi, come tutti i business che supportano lo sviluppo strategico delle aziende e dei Paesi, anche questo settore inizia ad orientarsi verso l’assunzione di nuove risorse che possano aiutare a vincere la grande sfida della sostenibilità ESG».

Unicredit; Citigroup; Lazard; Sella Corporate & Investment Banking; Banca Mediolanum; Banca Akros;  Mediobanca; Vitale & Co.; Equita; Deutsche Bank; Barclays; Intesa Sanpaolo; Ubs; Credit Suisse: queste le realtà che hanno partecipato alle due giornate nel corso delle quali, durante le presentazioni, sono intervenuti 36 testimoni aziendali e sono stati effettuati 270 Walk interview, brevi colloqui conoscitivi con i manager delle risorse umane, cui i giovani partecipanti hanno avuto l’opportunità di lasciare il proprio curriculum vitae.

 

 

 

Un articolo di

Katia Biondi

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