Il conferimento di questo Premio rappresenta «la più importante tra le tante iniziative degli Alumni, rinnovando la tradizione di merito e impegno dimostrato dai migliori laureati». Così si è espresso Andrea Patanè, presidente Alumni Cattolica Associazione Necchi, per poi ribadire il senso dell’Associazione consistente nel tenere vivo il contatto dei laureati tra loro e con l’Ateneo: «Il senso della Necchi - se vuole essere formativa e durevole – sta nell’alimentarsi alle sue stesse fonti, nel tramettere l’ideale cristiano e umanistico che si è vissuto in Università».
Una Università che si impegna «nel formare scienziati con il cuore, con la passione per l’umanità» ha affermato fra Renato Delbono, assistente spirituale nazionale dell’Associazione, il quale rivolgendosi ai premiati, così li ha esortati: «Dimostrate la consapevolezza che voi agite per la vita, vi sacrificate per la vita, siete ambasciatori di vita in un tempo in cui la vita viene negata. Lottare per la vita vuol dire lottare per la dignità».
Ai neo-dottori, poi, è stata offerta l’occasione di un breve intervento per raccontare la loro esperienza universitaria, i temi della tesi di laurea, l’esordio nel mondo del lavoro, il lascito dell’Università, le prospettive future, il senso di un perdurante legame con l’Università.
Dalle loro parole è emersa stima e gratitudine verso l’Ateneo per i suoi docenti quali guide pazienti e sicure, per gli insegnamenti ricevuti, per l’eccellenza delle competenze apprese, per l’acquisizione delle capacità di organizzazione, per essere stati stimolati a tirare fuori il meglio di sé. Di qui il desiderio - anzi un compito entusiasmante - di restituire e mettere a frutto nel futuro, come classe dirigente innervata eticamente, quanto ora ricevuto.