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La Cattolica, un’esperienza da vivere per formarsi e migliorarsi

03 febbraio 2022

La Cattolica, un’esperienza da vivere per formarsi e migliorarsi

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«Una favola fuori dal tempo», così sembrava a Giulia la Cattolica quando suo papà Luciano ricordava i suoi anni di studio nell’Ateneo di Largo Gemelli. A distanza di circa trent’anni, dopo aver seguito le orme paterne, scegliendo, non solo la medesima università, ma anche la stessa Facoltà, gli alumni di Scienze Politiche Luciano e Giulia condividono il ricordo di aver studiato in uno stimolante luogo del sapere, accompagnati da docenti eccellenti. Ma soprattutto condividono la consapevolezza che la Cattolica sia stata e sia un luogo dove, al rigore della formazione, non è mai mancata l’attenzione all’essere umano. Una testimonianza a due voci che rispecchia l’orgoglio di sentirsi parte della grande Community Alumni.


C’è qualcosa che rende unica e speciale la Cattolica? Non è una cosa, ma le migliaia di individui che studiano, hanno studiato, si laureano e si sono laureati, insegnano e hanno insegnato, lavorano e hanno lavorato nei vari uffici dell’Università. Un Ateneo dove l’attenzione alla persona è al centro del progetto formativo e didattico.

Di tutto questo ne sono pienamente convinti Luciano e Giulia Ghelfi, padre e figlia, entrambi alumni della Facoltà di Scienze politiche e sociali. «La Cattolica ha come punto di forza le persone che ne fanno parte» afferma infatti Giulia, che si è laureata lo scorso dicembre in Relazioni internazionali, discutendo una tesi dal titolo La cerimonia di incoronazione del monarca e la cerimonia di insediamento del presidente della Repubblica: evoluzione e cambiamenti con il professore Paolo Colombo come relatore. «L’Ateneo del Sacro Cuore è stato per me una vera rinascita» fa presente inoltre la neodottoressa sottolineando come «oltre le competenze assolutamente eccellenti c’è una parte umana che è un valore aggiunto importantissimo dal mio punto di vista. Io vengo da una storia scolastica non felice per quanto riguarda la parte dei rapporti interpersonali, qui per la prima volta ho trovato uno spazio in cui sento di stare bene e dove mi sento appezzata e valorizzata, non solo dai docenti ma anche dai colleghi».

Che la Cattolica sia stata e sia un luogo dove al rigore della formazione non è mai mancata l’attenzione all’essere umano lo sostiene anche papà Luciano, giornalista in Rai dal 1991, prima al GR2 poi al Tg2, oggi caporedattore, quirinalista e giornalista parlamentare: «Ho un ricordo meraviglioso della Cattolica. Anni di grande impegno negli studi e di scoperta del mondo. Venendo da una piccola città di provincia come Mantova, il salto era enorme. Studiare in Cattolica, a Milano, ha rappresentato l’apertura letterale di una finestra sul mondo» racconta l’alumnus Luciano che, nell’anno accademico 1990-1991, si è laureato in Scienze politiche, indirizzo politico-internazionale, con una tesi dal titolo La politica in vetrina. Le elezioni politiche del 14 e 15 giugno 1987 nelle scelte di cinque quotidiani italiani elaborate sotto la guida del professor Guido Folloni.

«Chi sceglieva scienze politiche a metà degli anni Ottanta rischiava di infilarsi in atenei magari prestigiosi ma caotici e in preda a una forte politicizzazione. L’Università Cattolica era una garanzia di qualità e di rigore, negli studi e nel percorso personale di formazione» osserva Luciano raccontando che «quando chiesi ai miei genitori di sobbarcarsi i costi di questa scelta, ero consapevole di quale sforzo economico avrebbe rappresentato per una famiglia che non nuotava esattamente nell’oro. Sapevo che avrei dovuto ripagare i loro sacrifici con il massimo dell’impegno e oggi sono felice di poter dire che loro non si sono mai pentiti».

La medesima felicità e soddisfazione che deve aver provato lui stesso quando ha saputo che sua figlia aveva deciso di immatricolarsi in Cattolica: «La vita mi ha portato a metter su casa a Roma, dove certo le università non mancano. La scelta di Giulia mi ha sorpreso, davvero non me l’aspettavo. Ma è come se avesse visto le stesse cose che ho visto io, dopo la prima volta che era stata casualmente in Cattolica. Ho persino pensato di aver esagerato nel trasmettere il mio entusiasmo. Invece Giulia non si è mai pentita della sua scelta, al punto da confermarla decidendo di continuare nell’Ateneo di largo Gemelli il suo percorso di laurea magistrale».

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

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Era il novembre 2016 quando infatti Giulia - accompagnando suo padre a ritirare il premio Agostino dell’anno nel suo vecchio collegio, l’Augustinianum – rimase positivamente colpita non solo dalla bellezza architettonica dei chiostri bramanteschi della sede milanese dell’Ateneo, ma letteralmente affascinata dalle persone con cui parlò «tutti, sia gli adulti sia i ragazzi, mi avevano fatto un’ottima impressione. Io ero solo al quarto anno di superiori e con le idee poco chiare sul mio futuro. Ma dopo aver partecipato ad alcune attività di orientamento organizzate dalla Cattolica, come Summer School e delle lezioni di prova di alcune materie, e dopo un’attenta valutazione, arrivata al mio ultimo anno di liceo, decisi di iscrivermi alla Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica. Ma se il cuore diceva Milano, la testa rimaneva ancora ancorata a Roma, la mia città di origine - spiega Giulia che comunque tenta l’accesso in un prestigioso ateneo romano a cui successivamente rinuncia - «perché benché avessi conseguito la possibilità di immatricolarmi vicino casa, al cuore non si comanda e quindi venni qui, in Cattolica». In quella Università della quale papà Luciano le aveva sempre parlato molto bene «a volte fin troppo, tanto da farla sembrare una favola fuori dal tempo».

L’esperienza universitaria più che positiva per l’alumnus Luciano si deve a molti fattori, dal soggiorno presso il collegio Augustinianum dell’Ateneo: «È stata la prima occasione di confronto con ragazzi che venivano da tutta Italia, e non solo. Un luogo dove studiare, tanto, e divertirsi altrettanto. Ricordo che sentivamo come un’ingiustizia che il collegio si trovasse all’estrema periferia sud di Milano, perché noi studenti ci sentivamo un pezzo importante dell’Università e non ci stancavamo di chiedere al Rettore, l’ex agostino Adriano Bausola, di riportare l’Augustiniaunm in centro, cosa che è avvenuta (ora la struttura è in via Necchi ndr) qualche anno dopo la mia laurea e agli eccellenti docenti avuti nel corso di studio. Diversi professori hanno lasciato il segno in me, a cominciare dal preside di Facoltà di allora Gianfranco Miglio, temuto da tutti gli studenti, conservo ancora gli appunti delle sue lezioni. Ma sono veramente tanti i professori competenti e appassionati che ho avuto la fortuna di incontrare, come Alberto Quadrio Curzio e Lorenzo Ornaghi, con cui sono nati rapporti che sono proseguiti oltre il tempo dei corsi di studio».

Tutto questo ha permesso che l’alumnus Luciano acquisisse in Cattolica un «bagaglio di nozioni, ma anche di metodo di studio e lavoro» che sempre lo ha accompagnato forgiando il suo modo di essere: «Non sono sicuro che altrove avrei avuto un apporto analogo alla mia crescita personale e professionale». Questo percorso di studio caratterizzato da docenti preparati e disponibili al confronto, in un ambiente ricco di stimoli e culturalmente vivace, rimanda a un concetto di università inteso come luogo del sapere accogliente, in cui l’apprendimento diventa socialità, curiosità, crescita personale. Un ambiente che, dopo anni, Giulia ha ritrovato e sperimentato come studentessa «le materie di studio, l’impostazione dei corsi, i professori sono stati incredibili in questi tre anni e sono convinta che tutto ciò che ho affrontato mi tornerà utile in futuro» e che da neolaureata le fanno affermare «sono al primo anno della magistrale in Politiche europee ed internazionali, questa mia scelta deriva dalla bella esperienza avuta e vissuta in triennale, sia dal punto di vista accademico che sul fronte dei rapporti umani, non avrebbe avuto alcun senso spostarsi in un altro Ateneo, a maggior ragione per il fatto che la Cattolica mi offriva il corso di studi che più mi interessava».

Le testimonianze di Luciano e Giulia rispecchiano la storia di due alumni grati alla propria università per le opportunità di crescita e formazione avute e colte, per le persone incontrate e conosciute, per le proprie aspettative pienamente soddisfatte. La storia di un padre e di una figlia laureati entrambi nella stessa Facoltà, della medesima Università e persino – a distanza di trent’anni – nella stessa aula: la Maria Immacolata.

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