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Italia-Senegal, una migrazione temporanea e laboriosa

16 aprile 2024

Italia-Senegal, una migrazione temporanea e laboriosa

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Una ricerca translocale, condotta tra Senegal e Italia, esito di uno studio sociologico realizzato dal Cirmib, il Centro di Ricerca sulle migrazioni diretto dalla professoressa Maddalena Colombo, nell’ambito del progetto di cooperazione allo sviluppo Vivre et reussir chez moi, condotto da VIS tra il 2019 e il 2021.

È stata presentata in un convegno che si è tenuto sabato 13 aprile nel campus di via Garzetta della sede di Brescia dell’Università Cattolica. I risultati, pubblicati in “L’urgenza di migrare. Giovani e formazione professionale in Senegal” (Vita e Pensiero 2024 - Quaderno Cirmib n. 6-2024) di Guia Gilardoni, fotografano stato e dinamiche di una delle comunità straniere maggiormente rilevanti a Brescia per numerosità e presenza attiva.

Il volume pone l’attenzione ai territori di Kaolack e Tambacounda, osservando il nesso tra migrazioni, formazione professionale e lavoro. Sono state svolte interviste in Senegal con attori istituzionali, imprenditori, direttori di centri di formazione professionale e di organizzazioni non governative.

Un’indagine quantitativa condotta su giovani senegalesi che frequentano la formazione professionale permette poi di approfondire i risultati, le difficoltà, i sogni e le aspettative di questi giovani e la loro propensione a migrare.

Dalle interviste a lavoratori senegalesi in Italia emerge infine l’imprescindibile ruolo che la diaspora gioca, rispetto alle ingenti rimesse secondo un modello di welfare sostitutivo. Vi è pertanto una spinta migratoria forte e diffusa in tutti gli strati sociali, a prescindere dalle competenze professionali apprese.

Il 55% dei cittadini senegalesi in Italia si trova nel Nord del Paese, in particolare in Lombardia. A Brescia i residenti di cittadinanza senegalese sono 6.716 (Dati Cirmib Migrareport 2023), e ne fanno il settimo gruppo più numeroso tra gli stranieri residenti, pari al 4,3% del totale e a quasi la metà (43%) dei cittadini provenienti da Paesi dell’Africa occidentale.

Il modello migratorio senegalese

Fin dagli anni Novanta, si connota per essere prevalentemente “al maschile”, con la maggioranza di uomini singoli (M sono il 72% in Italia, il 65% a Brescia e provincia). Ciò implica che in maggioranza vi siano progetti migratori temporanei, di transito o circolari, e frequenti ritorni in patria. Indice di “squilibrio di genere” del 45% = differenza tra l'incidenza percentuale dei due generi priva di segno.

Occupazione

Gli uomini sono impiegati in prevalenza nei trasporti, nel commercio e nei servizi alle imprese, con una prevalenza di lavoro manuale, specializzato e non. Un settore che non riesce a trovare nella manodopera autoctona sufficienti risorse in risposta alla domanda di lavoro. Le donne (28% dei senegalesi in Italia, 35% dei senegalesi a Brescia) si caratterizzano per una bassa partecipazione al mercato del lavoro. I minori senegalesi in Italia sono poco rappresentati: sono circa 19.700 (il 2,7% dei minori stranieri e il 2% degli alunni stranieri).

I dati raccolti in Senegal mostrano che esiste un legame ambivalente tra migrazione e formazione professionale. La formazione professionale può essere un’opzione valida tanto per chi intende restare quanto per chi intende emigrare. Inoltre laddove si ha la presenza di emigrati in famiglia, si riscontra una maggiore propensione migratoria tra i giovani.

Dalla ricerca emerge che avere prospettive concrete di lavoro costituisce un freno importante al desiderio di migrare (il 73% del campione afferma che avendo un lavoro non migrerebbe), ancora di più la prospettiva di ottenere un finanziamento per l’avvio di una propria attività (il 93% del campione afferma che avendo un finanziamento per avviare un’attività non migrerebbe).

Un articolo di

Paolo Ferrari e Bianca Martinelli

Paolo Ferrari e Bianca Martinelli

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