L’approccio olistico traccia le traiettorie di sviluppo sostenibile della filiera lattiero-casearia: è emerso con chiarezza nel corso del 7° convegno biennale AITeL – Associazione Italiana dei Tecnici del Latte - tenutosi nel campus di Cremona dell’Università Cattolica il 7 settembre scorso e che rientra tra le iniziative celebrative del 70° anniversario della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali: «Agraria fu fondata nel 1953 da padre Agostino Gemelli con l’obiettivo di diventare una facoltà ‘modello’, capace di rilanciare il sistema agroalimentare messo in ginocchio dalla guerra e in cui al progresso delle scienze si affiancasse il primato dell’uomo» ha ricordato il direttore del Distas, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile, professor Lorenzo Morelli nel suo saluto iniziale. «A Cremona, da sempre la nostra facoltà sviluppa ricerca per l’innovazione del settore lattiero caseario: per questo il convegno AITeL ci è sembrata un appuntamento perfetto per festeggiare il nostro settantesimo».
«Abbiamo ripreso i nostri tradizionali appuntamenti partendo da una sinergia con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, scegliendo come sede del convegno il campus di Cremona, territorio che rappresenta al meglio il sistema produttivo e di trasformazione di latte e derivati; qui abbiamo riunito il gotha del sistema lattiero caseario, oltre ai rappresentanti più significativi di università, imprese e centri di ricerca, perché si possa lavorare insieme in totale sinergia» ha commentato il presidente dell'AITeL, Andrea Summer. «Oggi è indispensabile mettere a fuoco il significato di sostenibilità e chiarirne i criteri di misurazione nel quadro di una missione ineludibile: quella di sostenere l'alimentazione del mondo. Il settore lattiero-caseario lavora sulla genomica, sulle performance e sui temi della produzione primaria per limitare gli sprechi e ridurre gli impatti sull'ambiente».
Come sottolineato dal professor Pier Sandro Cocconcelli, microbiologo della facoltà di Scienze agrarie e prorettore vicario dell’Università Cattolica: «La sicurezza degli alimenti è uno dei punti fondamentali per la sostenibilità del sistema produttivo e di quello ambientale: il ritiro dal mercato di alimenti contaminati provoca un inevitabile aumento degli sprechi, impatta sulla salute dei consumatori e provoca una riduzione dell’efficienza del sistema». Inoltre «i rischi alimentari evolvono perché i batteri hanno la capacità di modificarsi nel tempo acquisendo una virulenza crescente. Si tratta quindi di sviluppare strategie di mitigazione affinché le imprese alimentari siano in grado di rispondere ai nuovi rischi, producendo alimenti sicuri».
Sull’aspetto più prettamente ambientale della sostenibilità, con particolare focus sulla mitigazione dell'impatto ambientale degli allevamenti di bovine da latte, si è soffermato il professor Erminio Trevisi, direttore del Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti della Cattolica, che nel suo intervento ha posto l'accento «sull'essenzialità degli alimenti di origine animale per l'uomo» e ha spiegato come gli studi più recenti abbiamo dimostrano che «le emissioni di metano sono meno pericolose di quanto si credesse» poiché la loro «emivita nell’aria è centinaia di volte inferiore a quella dell'anidride carbonica. A ciò va aggiunto che il metano di produzione animale è più che bilanciato dal sequestro di anidride carbonica dall’atmosfera dalle produzioni vegetali necessarie alla nutrizione animale». Importanti gli sforzi compiuti dal settore zootecnico negli ultimi 20 anni, che ha «ottenuto riduzioni delle emissioni di gas serra superiori rispetto a quelli fissate dalla comunità internazionale, pur aumentando le produzioni quali-quantitative di alimenti», mentre non sono stati osservate «analoghe riduzione in ambito civile, che anzi sono aumentate».