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Lettere e Filosofia, nella casa delle grandi domande

13 maggio 2021

Lettere e Filosofia, nella casa delle grandi domande

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«Se dovessi delineare sinteticamente una costante nella storia della Cattolica – ha dichiarato ad Avvenire il rettore Franco Anelli–, mi soffermerei sulla volontà di immaginare e costruire il futuro».La Patrologia Latina è sempre lì, al suo posto. Più avanti ci sono le altre collezioni dei classici e da qualche parte, conservata ormai come un cimelio, c’è anche la prima edizione dell’Index Thomisticus : un caposaldo dell’integrazione fra studi umanisti e tecnologie digitali, allestito da padre Roberto Busa alla fine degli anni Settanta e oggi consultabile in rete. Per il resto, anche la Sala di Consultazione di largo Gemelli è e non è la stessa di una volta. Oggi intitolata a Giuseppe Billanovich (il grande filologo che nel dopoguerra diede un impulso fondamentale allo sviluppo della biblioteca della Cattolica, ancora oggi frequentata anche da studiosi di altre università), è stata di recente dotata di numerose postazioni informatiche, a riprova di un’integrazione sempre più stretta fra tradizione e innovazione. Insomma, la Sala di Consultazione è il posto giusto da cui partire per capire che cosa sia adesso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo fondato un secolo fa da padre Gemelli.

E per sfatare due luoghi comuni, entrambi deleteri. Il primo è che qui si studi solo il passato. Il secondo, ancora più insidioso, è che studiare il passato serva solo a comprendere il passato. «Dal prossimo anno – annuncia il preside Angelo Bianchi – attiveremo un nuovo insegnamento, dedicato ai cristianesimi d’Oriente. È una decisione che abbiamo preso dopo la visita di papa Francesco in Iraq, un evento la cui portata rivoluzionaria può essere apprezzata solo se si dispone di un’adeguata consapevolezza storica. Per noi è un investimento sul futuro, così come lo è l’attenzione che la Facoltà continua a dedicare alla formazione degli insegnanti, il cui ruolo, preziosissimo per l’intera società, non va mai dato per scontato, come abbiamo avuto modo di constatare durante quest’anno di pandemia».
 

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Un articolo di

Alessandro Zaccuri

Alessandro Zaccuri

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