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Musica, identità e narrazione: i Pinguini Tattici Nucleari in cattedra in Unicatt

09 settembre 2022

Musica, identità e narrazione: i Pinguini Tattici Nucleari in cattedra in Unicatt

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“E c'è un destino che si chiama destinazione, ma non ci arrivi mai se provi a andar di corsa”. Nell’ultimo singolo dei Pinguini Tattici Nucleari, ‘Dentista Croazia’, una canzone autobiografica che ripercorre la loro storia fin dagli scalcinati esordi, questo verso, alla fine del brano, è una perfetta sintesi del percorso artistico. Il successo, se arriva in modo rapido e improvviso, infatti, può essere pericoloso, il rischio di ‘bruciarsi’ è altissimo. Fare le proprie esperienze, lavorare con le varie realtà del settore, conoscere e rispettare il pubblico. Sono passaggi fondamentali per chi ha deciso di salire su un palco e fare musica.


Di tutto questo si è parlato mercoledì 7 settembre nell’open lecture “Scouting e carriere musicali”, promossa dal master in Comunicazione musicale del nostro Ateneo. E a salire in cattedra è stata proprio parte della “family” dei Pinguini Tattici Nucleari che, a partire dall’edizione di quest’anno, sarà titolare di un laboratorio in "Gestione del rapporto con gli artisti” con il frontman della band Riccardo Zanotti, il manager della Tuttomoltobenegrazie management Gianrico Cuppari e Nina Selvini di Astarte Agency, responsabile della comunicazione del gruppo. All’incontro, moderato dal direttore didattico del master Gianni Sibilla, ha partecipato anche Dario Giovannini di Carosello records.

Ma come è iniziata l’avventura dei Pinguini Tattici? «In realtà…noi non volevamo essere scoperti – ha confessato Zanotti - suonare per noi era un hobby, eravamo amici che suonavano insieme per divertimento. Nel 2016, Gianrico, che allora era un agente, ci mandò una mail dopo averci visto a Padova in un festival dove, tra l’altro, avevamo suonato pure molto male. Tra l’altro il primo messaggio non l’avevamo neanche visto, sono passati mesi. E al primo incontro - ha ammesso sorridendo - ero pure scettico perché di base “Non mi fido di chi ha più di 40 anni. E lui allora ne aveva 42…”».

«È tutto vero – ha confermato Cuppari – all’inizio mi ero pure un po’ irritato, per fortuna la seconda mail l’hanno vista, siamo andati a pranzo e abbiamo iniziato questo percorso insieme. La canzone che fece scoccare la scintilla fu “Test di ingresso di medicina,” un pezzo che piace molto anche adesso. Poi successivamente ascoltai “Irene” e mi convinsi che era una band su cui puntare».

Un incontro che è stato decisivo per lanciare definitivamente una band che, fino a quel momento, cominciava a farsi conoscere soprattutto grazie ai tantissimi concerti live, limitati però a Piemonte, Lombardia e Veneto. «Ci siamo ben presto resi conto – ha aggiunto il cantante dei PTN - che molte situazioni non eravamo in grado di gestirle. Penso alla comunicazione, alla gestione dei rapporti con i media. Noi prima dell’arrivo di Nina abbiamo combinato tanti disastri. Un buon ufficio stampa ti può aiutare. Per questo è importante affidarsi a un gruppo di lavoro di cui fidarsi e da cui è possibile imparare ogni giorno qualcosa di utile per imparare a vivere in questo mondo».

Un mondo, quello della musica, che, come ha spiegato Giovannini, periodicamente viene ribaltato da qualcosa che cambia le regole del gioco: «Basti pensare all'avvento dei videoclip con Mtv che improvvisamente detta le regole. Poi è arrivato YouTube che ha fatto saltare il tappo che impediva ai gruppi di farsi conoscere direttamente al pubblico. La prima firma che ho fatto alla Carosello fu con un giovane rapper: Emis Killa. Alle radio non interessava ma noi avevamo le visualizzazioni su YouTube. Noi ormai non scopriamo più nessuno, quando lo ascoltai per la prima volta aveva già 10mila views. Un tempo c'era la cassettina, il demo, ora è già tutto fuori».
 


«Un nuovo grande cambiamento che ha fatto saltare nuovamente il banco – ha aggiunto - è arrivato nel 2016: via il programmatore radiofonico che ormai ha più di 50 anni e non riesce a comprendere quello che sta succedendo nel panorama musicale dentro le piattaforme streaming. Questo ovviamente non vuol dire che la radio è superata ma che è mutato il suo ruolo. Non serve più a imporre brani ma a consacrare pezzi che hanno già una vita. I Pinguini Tattici Nucleari avevano già uno zoccolo duro di fan. Avevano dalla loro la gente, che, semplicemente, è la cosa più importante. Perché alla fine il vero elemento centrale sono le canzoni, la musica».

«I gruppi prima dovevi andarteli a scovare - ha confermato Nina Selvini - io ho iniziato a lavorare con i Pinguini dopo aver ricevuto una mail di Gianrico. Mi sono informata e mi ha molto colpito quando un mio amico mi disse “guarda, questi dal vivo fanno 250 persone…che però li adorano”. Loro effettivamente, leggendo qualche intervista, avevano davvero bisogno di una professionista che li seguisse ma devo ammettere che all’inizio il progetto, pur non partendo benissimo, proseguiva da solo, quasi in modo autonomo. Funzionava in modo indipendente da qualsiasi dinamica di promozione spinta dall’esterno».

Ma avere una strategia sul medio lungo periodo serve eccome: «Tempo fa - ricorda Cuppari - dopo aver fatto prevendite incredibili all’Alcatraz di Milano, un locale che al tempo non era per niente semplice riempire, abbiamo deciso di non fare date in Lombardia durante la stagione estiva perché, creando attesa, c’era la possibilità di provare a puntare al Forum di Assago. Una scelta vincente».

Tuttavia, come ha ricordato in chiusura il professor Gianni Sibilla, «le carriere nel mondo della musica non sono una scienza, ci sono mille variabili. L'esperienza dei Pinguini Tattici Nucleari dimostra che per consolidarle e portarle avanti è fondamentale il supporto dei professionisti del settore e le loro competenze. La parola chiave deve essere identità, l’artista deve essere riconoscibile e accompagnato da una narrazione che lo contraddistingua. Senza farsi distrarre da tutto ciò che gira attorno perché alla fine quel che conta sono le canzoni».

Un articolo di

Luca Aprea

Luca Aprea

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