Indagare significati e dinamiche delle rapide trasformazioni tecnologiche che stanno investendo imprese e lavoro a partire da tre leve: smart working, welfare aziendale e partecipazione organizzativa. Con una finalità: offrire alle aziende strumenti di business analytics e metodi evidence-based per risolvere problemi complessi, riprogettare gli assetti organizzativi, individuare modalità di welfare aziendale attente al benessere dei lavoratori, anche a fronte di un’evoluzione tecnologica che richiede sempre più nuovi approcci e veri e propri cambi di paradigma culturale.
Sono gli obiettivi che si propone il Laboratorio “Swap” dell’Università Cattolica, acronimo di smart working, welfare aziendale e partecipazione organizzativa: un unicum nel panorama degli studi organizzativi perché finora i tre istituti non sono mai stati studiati congiuntamente.
Il Laboratorio “Swap” nel suo primo anno di attività darà vita a una ricerca alla quale apporteranno la propria esperienza e la propria visione gli HR Manager di 13 aziende di dimensioni, settori, culture e provenienze diverse: Allegrini, Dedagroup, ENGIE, FNM, Gruppo Gaser, Generali, Inwit, Iren, Lombardini22, Mondadori, Sogei, Tech Data Italia e Veritas.
L’ampio spettro delle questioni che impegneranno il Laboratorio “Swap” sarà affrontato da un team di ricerca espressione delle competenze multidisciplinari, e fra loro sinergiche, dell’Università Cattolica. La direzione scientifica è affidata a Luca Pesenti, docente di Sociologia, con il quale collaboreranno Claudio Lucifora, docente di Labour Economics e direttore del Centro di Ricerca sul Lavoro Carlo Dell’Aringa (Crilda), Claudia Manzi, docente di Psicologia Sociale, e in qualità di project leader Giovanni Scansani, docente a contratto in Cattolica e consulente aziendale per il welfare e l’innovazione organizzativa.
«Le trasformazioni in atto, per potersi tradurre in efficaci pratiche d’innovazione nei luoghi di lavoro e accrescere la competitività̀ delle imprese, richiedono gradi crescenti di partecipazione attiva dei lavoratori e l’assunzione di responsabilità nel quadro di un maggiore spazio discrezionale nell’esecuzione della propria prestazione (lavoro agile)», spiega Luca Pesenti. «La riprogettazione dei nuovi assetti organizzativi e delle nuove modalità di lavoro implicano “dosi” non meno rilevanti di welfare aziendale e quindi di attenzione, da parte delle imprese, al rapporto esistente tra vita e lavoro e tra “bene-essere” e “bene-avere” dei propri collaboratori».
D’altra parte, aggiunge Claudio Lucifora, «le sfide che attendono le imprese di fronte al declino demografico, al progressivo invecchiamento della forza lavoro e alla transizione all’economia della conoscenza sempre più digitalizzata, richiedono nuovi paradigmi organizzativi con orari di lavoro flessibili, lavoro in team partecipativi e più benessere per i lavoratori. Tutto questo deve essere progettato e realizzato “con” le aziende e “per” le aziende, che sono al tempo stesso il motore e principali destinatari delle trasformazioni in atto. Il laboratorio SWAP nasce per rispondere a queste esigenze, mettendo a disposizione delle stesse strumenti di business analytics e metodi evidence-based per risolvere problemi complessi».
Tre sono le aree di ricerca sulle quali si concentrerà l’azione del Laboratorio “Swap”:
1) lo studio delle relazioni esistenti tra i meccanismi di partecipazione organizzativa e le performance dei piani di welfare aziendale anche derivanti dalla conversione dei Premi di Risultato (che, di per sé, esprimono una modalità di coinvolgimento diretto dei lavoratori: Partecipazione Economica);
2) l’analisi della relazione tra i meccanismi di partecipazione organizzativa e la strutturazione dello smart working nella sua forma più autentica, ossia quale modalità di partecipazione dei lavoratori alla co-progettazione del lavoro esprimentesi nell’accordo individuale. Le prassi di lavoro agile saranno indagate anche rispetto alle possibili modificazioni che la loro diffusione potrà comportare nei contenuti e nella fruizione dei piani di welfare aziendale;
3) l’analisi della trasformazione delle identità organizzative e dei lavoratori perché i temi affrontati rimandano a domande che nella fase attuale è bene continuare a farsi, come ad esempio, queste:
• cosa vuol dire lavorare ed essere un lavoratore?
• come si alimentano i processi di identificazione dei lavoratori con le organizzazioni nel mutato contesto?
• quali nuovi significati assume l’identità dell’organizzazione mettendo in atto questi processi di mutamento?
«Welfare aziendale, lavoro agile e partecipazione organizzativa hanno numerosi ideali punti di contatto», precisa Giovanni Scansani. «Grazie alla collaborazione delle aziende che animeranno il Laboratorio siamo convinti che queste tre “leve” possano risultare ulteriormente rafforzate in termini non solo concettuali, ma anche operativi, traducendo le conclusioni che raggiugeremo in concreti avanzamenti che le imprese partecipanti potranno adottare al proprio interno e ciò, oltre che a loro vantaggio, anche con positivi impatti per i lavoratori».
Photo by Annie Spratt on Unsplash